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Cronache

Funivia del Monte Faito, sale a quattro il bilancio delle vittime: ritrovato senza vita il disperso

Grave un altro passeggero trasportato d’urgenza in elicottero. De Gregorio (Eav): “Tragedia inimmaginabile, ma l’impianto era sicuro”.

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Si aggrava il bilancio dell’incidente alla funivia del Monte Faito, dove oggi pomeriggio una cabina è precipitata poco dopo la partenza dalla stazione a monte. Le vittime accertate sono quattro, secondo quanto riferiscono fonti dei soccorritori. Poco fa, infatti, è stato ritrovato privo di vita il passeggero che risultava disperso. Un altro occupante della cabina è stato invece recuperato in gravi condizioni e trasferito d’urgenza in elicottero all’Ospedale del Mare di Napoli.

Il salvataggio del ferito è avvenuto grazie all’intervento congiunto del Soccorso Alpino e Speleologico e del servizio elisoccorso 118. La zona è stata immediatamente messa in sicurezza, mentre le autorità hanno avviato le indagini per chiarire le cause dell’incidente.

De Gregorio: “Dolore profondo, l’impianto era stato appena riaperto in sicurezza”

«Una tragedia inimmaginabile e imprevedibile, su cui ovviamente andrà fatta piena chiarezza». Così ha commentato l’accaduto Umberto De Gregorio, presidente dell’Ente Autonomo Volturno (Eav), la società che gestisce la funivia. Parlando da Castellammare di Stabia, De Gregorio ha ricordato che l’impianto aveva riaperto solo la settimana scorsa, dopo la pausa invernale, «con tutte le condizioni di sicurezza rispettate».

In merito alle condizioni meteorologiche, e in particolare al vento forte, De Gregorio ha difeso le scelte operative: «Abbiamo un direttore di esercizio di grandissima qualità. A volte si decide la chiusura in caso di vento, ma evidentemente oggi non si riteneva necessario».

Una linea simbolo per il turismo, ora sotto choc

La funivia del Faito, che collega Castellammare alla vetta del monte, rappresenta una delle attrazioni più amate della Campania. Solo lo scorso anno ha trasportato oltre 108mila passeggeri. Il dolore per quanto accaduto oggi è profondo: «Gli operatori della funivia sono persone di grande valore tecnico e umano, attaccatissime al loro lavoro. Oggi siamo tutti colpiti e affranti», ha concluso De Gregorio.

La Procura ha aperto un’inchiesta e nelle prossime ore verranno acquisiti i documenti tecnici e le comunicazioni dell’impianto per accertare eventuali responsabilità.

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Trovata morta la 23enne scomparsa a Bologna

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E’ stata trovata morta in serata la ragazza di 23 anni di cui era stata denunciata ieri la scomparsa a Bologna. La polizia aveva avviato indagini e ricerche. Non si esclude che si tratti di un gesto volontario, ma saranno fatti accertamenti.

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Volvera, tragedia in un condominio: uomo uccide due vicini a coltellate e si toglie la vita

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Duplice omicidio seguito da suicidio questa sera nel cuore di Volvera, cittadina della pianura torinese a 25 chilometri dal capoluogo piemontese. In un appartamento al primo piano di un condominio di via XXIV Maggio 47, un uomo di 34 anni ha ucciso a coltellate i suoi due giovani vicini di casa – una donna di 28 anni e un uomo di 23 – per poi togliersi la vita con la stessa arma.

Secondo una prima ricostruzione, il delitto sarebbe maturato al culmine di una lite esplosa tra la coppia e l’aggressore, già noto alle forze dell’ordine. Per compiere l’atroce gesto, il 34enne avrebbe usato un coltello da sub, colpendo a morte prima i due vicini, che avrebbero cercato invano di fuggire nel cortile dell’edificio, e poi si sarebbe inferto un fendente mortale alla gola.

I primi a intervenire sono stati i carabinieri della stazione di None e i soccorritori del 118, seguiti dai militari del comando provinciale e dalla compagnia di Pinerolo. I corpi sono stati trovati nel cortile della palazzina: per tutti e tre non c’è stato nulla da fare. Sul posto anche la Scientifica, impegnata nei rilievi e nell’analisi della scena del crimine.

Le indagini sono in corso per chiarire le cause esatte della lite che ha scatenato la furia omicida. I carabinieri stanno ascoltando i vicini di casa e ricostruendo le relazioni tra i protagonisti della tragedia. La comunità di Volvera è sotto shock, sconvolta da una violenza improvvisa e brutale che ha spezzato tre vite nel cuore di una tranquilla zona residenziale.

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Abuso di sostanze, madre indagata per morte feto

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Una donna è indagata per omicidio colposo perché ritenuta presunta responsabile della morte del feto, quando era incinta, dovuta a un sospetto abuso di sostanze cannabinoidi e benzodiazepine. Sulla vicenda, avvenuta in provincia di Pordenone, indaga la polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica: il fascicolo è stato affidato al sostituto Enrico Pezzi. La magistratura, sospettando un ‘distacco intempestivo massivo di placenta in travaglio precipitoso’, ha indagato la donna e disposto l’autopsia del corpo della neonata. La vicenda risale ad alcuni giorni fa. L’esame autoptico sarà eseguito sabato mattina all’ospedale civile di Pordenone dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli – lo stesso che si occupò del caso di Giulia Cecchettin – e dai professori Pantaleo Greco (direttore di Ginecologia e Ostetricia del Sant’Anna di Ferrara) e Marny Fedrigo (specialista in Anatomia patologica dell’università di Padova).

La Procura ha incaricato i tre periti di accertare se il decesso del feto sia avvenuto prima, durante o dopo il travaglio. Le indagini sono scattate dopo che l’Azienda sanitaria Friuli Occidentale ha riferito alla polizia – le indagini sulla vicenda sono svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Pordenone – della morte di un feto in un’abitazione privata di una cittadina contermine a Pordenone. Su quanto accaduto vige comprensibilmente il massimo riserbo anche perché tra le persone offese ci sarebbe il padre della bimba morta. I medici che si sono presi cura della donna nella fase di emergenza hanno manifestato sospetti e chiesto dunque un supplemento di indagine e l’esecuzione dell’esame autoptico. Secondo quanto si è appreso, infatti, sarebbero state riscontrate incongruenze tra il racconto della donna e quanto accertato dal personale che ha preso in carico la stessa paziente senza poter fare nulla per poter salvare la vita alla nascitura.

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