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Cultura

Fotografia artistica e artisti fotografi, seconda tappa del tour nel mondo della bellezza e della foto di Napoli

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Il complicato esordio della fotografia che rispose con i ritratti modificando il carattere dell’arte

Il rifugio dei pittori falliti, quello che Baudelaire spietatamente attestava in merito alla fotografia, ritenuta una contumelia prontamente rintuzzata dalle gesta, dalle dichiarazioni e prima di tutto dalle immagini di Nadar, compresa quella del ritratto che gli fece nel suo studio di Parigi, fino ad oggi non ha tangibilmente trovato un strada o un viale dove eleggere la residenza. D’altronde, anche se potessero essere condivisibili alcune argomentazioni, come il disprezzo del suo legame con la società industriale (in definitiva si usa un apparecchio) e l’arte non presuppone che debba avere legami con l’industria, allora non si capisce il perché i pittori possano usare pennelli, tele, colori e cingere le loro opere in cornici di qualsiasi foggia e materiale e non siano rimasti alle dita immerse nei fanghi o addirittura nel sangue per dipingere rigorosamente pareti di caverne.

La fotografia dai suoi albori ha dimostrato si di poter riprendere perfettamente la realtà, ma anche di saper ritrarre i soggetti nella loro pienezza espressiva o illustrare il pensiero creativo del fotografo.

Proprio per questo, Benjamin, non si poneva il problema se la fotografia fosse o meno arte, ma ben più giustamente si interrogava sul fatto che la fotografia, questo artifizio meccanico, non avesse, con la sua forza e le sue caratteristiche, modificato il carattere complessivo dell’arte.

Ed è proprio di Fotografia Artistica ed Autoriale, che questa seconda tappa napoletana tenterà di affrontare cercando di esplorare le varie tendenze e i vari campi di intervento che animano questo settore della fotografia.

Non ce ne vogliano gli storici, o chi giustamente segue la storiografia e le sequenze cronologiche, ma non partiremo dai primi fotografi/artisti napoletani, che pure ad inizio secolo erano presenti sia sulla scena cittadina che quella nazionale, ma crediamo che l’arte non abbia una conseguenzialità scandita dal tempo ma dalle coscienze e dalle sensazioni. Allora partiremo dal contemporaneo, con uno degli artisti fotografici più conosciuti al mondo, il maestro Mimmo Jodice, che per tutta la vita, ma continua ancora a farlo, si è speso, anche in tempi non semplici, affinchè  si definisse il fotografo soggetto degno del rispetto che si deve tributare ai professionisti, agli artisti agli autori, creando fotografie irripetibili sia per la ricerca del perfetto che per la cura prodigata in essa, partendo dai momenti di preparazione dello scatto alla fruizione dell’opera impaginata.

Fotografi-Artisti, Artisti-Fotografi  

Fotografi artisti o artisti che usano la fotografia, non siamo solo noi utenti a chiedercelo, ma prima di tutto lo sono loro, tutti gli autori che comunicano le loro sensazioni con un apparecchio fotografico, quindi non ci addentreremo su questo sentiero semantico legato alle definizioni, ma tenteremo di illustrare il vivacissimo movimento che anima la città e che riesce a creare linguaggi fotografici inesplorati come fa Antonio Biasiucci che  con le sue opere ci ha abituato all’introspezione e alla scoperta della luce che si abbatte sugli elementi creando visioni a noi sconosciute e Raffaela Mariniello che nelle sue esplorazioni nel mondo reale e in quello artificiale, con la sua particolare visione ci ha raccontato aspetti che abbiamo poi interiorizzato e fatto nostri. La fotografia come arte, intesa come libera espressione e creazione di sogni sensazioni e stati d’animo a Napoli è sempre stata abbracciata  con grande  amore per il mezzo, ma anche per il grande bagaglio artistico/culturale che la città nelle sue mille sfaccettature offre. Pur mancando di un grande sistema museale e galleristico dedicato alla fotografia, escluso pochi luoghi tra i quali la galleria PrimoPiano e Kromia Photo Art Gallery, oggi si registra in città una tendenza che spinge alla valorizzazione dei giovani artisti che si cimentano in questo particolare settore. Questa tendenza è cominciata da tempo, ma un forte impulso è stato sicuramente l’istituzione dal oltre 10 anni del corso di fotografia come Linguaggio d’Arte istituito all’interno del Biennio Specialistico in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e fortemente voluto e creato da Fabio Donato, artista fotografo tra i più noti della città.  Accademia di Belle Arti che non poteva non formare e “sfornare” autori fotografici, come Barbara La Ragione, Ivan Piano, Susy d’Urzo, Paola di Domenico, Neal Peruffo, Myriam Altomonte e molti altri, tutti inseriti nei circuiti delle gallerie  locali e nazionali. Tantissimi sono gli autori Napoletani che nel tempo hanno conquistato posti nelle  collezioni in giro per l’Italia e nel mondo, e molti stanno ripercorrendo queste strade oggi. Libri, mostre, esposizioni, permanenti o temporanee, collettive o personali, dagli anni ottanta e novanta  ricordiamo Augusto de Luca, con le sue cromaticità e le sue polaroid di influenza americana intervallate dai ritratti della Napoli artistica e imprenditoriale di quegli anni, Sergio Riccio attivo ancora oggi con le sue mostre e pubblicazioni raffinate che ci raccontano Napoli e le sue luci.  Qual è     il discrimine, la differenza, quella sottile linea che delimita e determina un settore fotografico commerciale dal settore fotografico artistico, ne abbiamo accennato all’inizio, con le parole di Baudelaire che riteneva improponibile qualsiasi il rapporto con l’industria, sia dal punto di vista meccanico che di accondiscendenza ai suoi dettami. Quindi, se riteniamo che la vendita di fotografia o la creazione di esse siano atti meramente commerciali, anche se operati da autori affermati, possiamo affermare  che il fotografo/artista o l’artista/fotografo crei esclusivamente le sue opere assolutamente senza committenza e seguendo soltanto il proprio desiderio di imprimere su pellicola o attraverso l’obiettivo il suo pensiero. Ed è cosi che tanti fotografi operano, immergendosi, poi, nel mercato, molto ostico, dell’arte. Cosi si è sempre operato e cosi operano oggi i giovani autori Napoletani che tanta strada stanno facendo nella ricerca della loro identità e del loro segno.

Una città che ha sempre accolto per sviluppare la propria cultura

Ilaria Abbiento, con le sue “Corrispondenze” e le ricerche Mediterranee che la portano anche su coste lontane, ma sempre bagnate dal mare,  Cristina Cusani e Chiara Arturo, che a volte  dividono progetti che sviluppano a quattro mani e due fotocamere, Chiara Coccorese con le sue oniriche ricostruzioni care allo scrittore Jonathan Coe, Francesco Ciotola, che cura  anche un piccolo spazio dedicato alla foto d’arte,  Valentina de Rosa,  Vincenzo Pagliuca, Valerio Polici, Pasquale Autiero, Ivana Fabbricino e tutti gli altri partecipanti ai  laboratori Irregolari che Biasiucci  tiene da 3 edizioni. Tra i protagonisti più  attivi troviamo Massimo Pastore,  che con le sue opere a forte impegno sociale attraversa da sud a nord la nazione proiettato in contesti europei per la forza con la quale affronta temi d’attualità.  Una città che da sempre è fonte di  ispirazione e che  da sempre attrae anche artisti e autori stranieri, fino a adottarli e renderli cittadini nel suo ventre, che è sempre inclusivo e accoggliente. Fotografi come Alain Volut negli anni novanta e oggi Salvino Campos e Martine Devrient, Ana Gloria Salvia, Arash Radpour, questi ultimi due si spingono anche  nelle performance e nella scultura. Seguendo sempre quella sottilissima linea che separa e identifica il fotografo/artista e il fotografo autore, linea pronta a scomparire improvvisamente, la vivacità culturale e sociale napoletana fornisce spunti di eccellenza sia individuali che collettivi. Nella ricerca si sperimentano e si trovano nuovi spunti di comunicazione e tanti autori, anche partiti da altri settori della fotografia,  continuano a perfezionare i loro linguaggi, come Salvatore Esposito  o Adelaide di Nunzio, Claudio Morelli e Monica Biancardi,  questi ultimi tre potremmo definirli cervelli in fuga, vista la loro scelta di voler vivere in altre città, ma sempre legatissimi a Napoli che rivedono tante volte all’anno.  Scelta inversa operata  da Yvonne de Rosa, che dopo un lungo soggiorno all’estero ed im particolare a Londra, dove si è formata al suo ritorno in città ha   fondato Magazzini Fotografici, uno spazio dedicato interamente alla fotografia e al suo indotto.

E dalle istituzioni si aspettano più strumenti per tutta la Fotografia

Una ricerca e autorialità che in città affonda le radici nel antico passato, ma anche in quello piu’ prossimo, negli anni ’80, proprio in uno spazio che si chiamava Ricerca Aperta, gestito dal compianto Gianni Rollin e poi da Lucia Patalano, fotografa autrice di rara classe  e sensibilità, tanti sono stati i giovani autori che si sono cimentati e “testato” i loro lavori e il loro talento. Possiamo definirle   investigazioni autoriali perseguite  anche da Pacifico Mazzella con i suoi interventi pittorici sulle stampe fotografiche, ma più noto per la sua foto del baciamano al senatore Antonio Gava in pieno periodo di Tangetopoli. Marina Arlotta, che dalla fotografia di architettura, spaziava per le sue composizioni e studi sul corpo. E poi, Teodoro Bonavita, Franco Tanasi e Libero de Cunzo, diviso tra ricerca e fotografia d’ambiente, come Luciano Romano, che tra  architettura e foto delle produzioni del Teatro San Carlo di Napoli riesce a concentrare la sua attenzione anche sulla ricerca del proprio linguaggio ed uguale  percorso affronta Barbara Jodice dividendosi tra le sue riprese di meravigliose opere d’arte e  l’ esercizio del suo lessico. Autorialità, che negli anni ’80, con il non dimenticato Sergio Castellano, ci invitava  ad osservare la città dall’alto, leggendole un anima che oggi, anche  i droni di ultima generazione  non potranno mai restituire. Arte, autorialità, ricerca, lessici fotografici, pare si fondano nei lavori di Cesare Accetta, che ha attraversato tanti linguaggi fotografici, dal teatro alla comunicazione, dalle sale di posa alla documentazione musicale e di arte, ma sempre come attento, appassionato e “ossessionato” indagatore della luce che lo ha portato a diventare uno dei più affermati direttori della fotografia del cinema e del teatro italiano. Benché come accennato in apertura, Napoli non sia all’avanguardia nella valorizzazione e promozione dei suoi artisti/autori/fotografici, per la atavica mancanza di posti deputati alla fotografia, da queste due iniziali tappe di questo tour, si può evincere quanto sia enorme il bacino e la vivacità dei fotografi napoletani e mi  scusino gli autori/artisti/fotografi del primo novecento e della prima metà del secolo scorso, per non averli citati o ricordati, ma lo spazio di un articolo non può essere identico a quello di una ricerca scientifica che voglia essere tale, lascerò volentieri questa analisi e studio come  priorità delle  istituzioni,  affinché possano in tal modo rendersi conto della vitalità del movimento fotografico napoletano e riuscire a fornirgli gli strumenti o almeno potenziare realmente quelli già esistenti che con sforzi enormi e volontà individuali riescono ancora a resistere, riuscendo in quello che  altre e ben più attente amministrazioni cittadine sono state in grado di programmare e costruire.

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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Cultura

La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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