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Finanziamento illecito, 8 mesi al tesoriere della Lega

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Otto mesi con pena sospesa e non menzione della stessa nel casellario giudiziale. Si e’ chiuso cosi’ in primo grado il processo milanese a carico del tesoriere e deputato della Lega Giulio Centemero per un presunto finanziamento illecito da 40mila euro concordato, per l’accusa, con il patron della catena di supermercati Esselunga Bernardo Caprotti, morto nel settembre 2016. Un versamento all’associazione ‘Piu’ voci’, di cui l’esponente leghista era legale rappresentante, e che sarebbe stato girato al Carroccio anche per rimpinguare le casse di Radio Padania. Lo ha deciso il giudice dell’undicesima penale Maria Idria Gurgo di Castelmenardo che ha accolto la richiesta di condanna del pm Stefano Civardi, che ha coordinato l’indagine della Gdf con l’aggiunto Eugenio Fusco. Come ricostruito da Civardi, “il 13 giugno del 2016 per volonta’ di Caprotti” erano stati “erogati 40mila euro alla Lega, camuffati da liberalita’ nei confronti di ‘Piu’ voci'” e “che sono serviti per pagare i debiti della voragine aperta della Lega, che e’ Radio Padania”. Col “processo di Genova in corso”, ha spiegato il pm, e col “problema della confisca dei soldi”, ossia i famosi 49 milioni di euro spariti, “il modo piu’ semplice per finanziare la Lega era pagare i debiti e versare i soldi nella voragine”. “Prendiamo atto del provvedimento assunto oggi e vedremo a breve quali ne saranno le motivazioni”, ha commentato Centemero, spiegando che “l’associazione ‘Piu’ voci’ e’ stata amministrata nel pieno rispetto delle regole e siamo certi che nei successivi gradi di giudizio non si potra’ che prenderne atto”. Del tesoriere leghista aveva parlato anche Marco Zambelli, ex direttore affari generali di Esselunga, sentito come teste: “Prima mi disse che il finanziamento doveva andare a Radio Padania – ha raccontato – e poi che doveva andare a ‘Piu’ voci’ e cosi’ venne fatto, l’indicazione del cambio di beneficiario dell’erogazione fu data da Centemero”. L’ordinamento, ha detto il pm, “richiede che quando finanzi un partito devi dirlo, devi essere trasparente”, mentre “e’ reato quando lo fai senza ammetterlo”, ovvero passando come in questo caso per un’associazione. Con quei 40mila euro, secondo l’accusa, vennero fatte “due cose”: un versamento a Radio Padania da 10mila euro e 30mila euro “girati a Mc” societa’ “partecipata dalla Lega”, che con parte di quel denaro avrebbe pagato un “convegno del 25 giugno 2016 a Parma, organizzato per la costruzione del cantiere del centrodestra”. “Attendiamo le motivazioni, ma siamo assolutamente sicuri dell’innocenza e confidiamo nei prossimi gradi di giudizio”, ha commentato l’avvocato Roberto Zingari. Col collega Giovanni Conti aveva chiesto l’assoluzione “perche’ il fatto non sussiste”, parlando di “un finanziamento” per “ragioni commerciali”, dato che la radio faceva pubblicita’ ai supermercati. Intanto, il deputato e’ anche a processo a Roma per un altro sospetto finanziamento illecito da 250mila euro a ‘Piu’ voci’ dall’imprenditore Luca Parnasi e per autoriciclaggio per soldi trasferiti a Radio Padania.

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Da Napoli a Genova per perseguitare la ex, condannato a 6 anni

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E’ arrivato da Napoli fino a Genova per perseguitare la ex moglie che per scappare dai maltrattamenti si era trasferita in Liguria. Per questo un venditore di cocco di 53 anni è stato condannato a sei anni e quattro mesi con rito abbreviato dal giudice Carla Pastorini. La vicenda parte due anni fa. La donna, 48 anni, si separa dal marito violento dopo anni di insulti, minacce e botte. Per ricominciare una nuova vita si trasferisce a Genova con i due figli.

L’ex marito, venditore di cocco nelle spiagge campane, non accetta la separazione e inizia a perseguitarla. Ogni giorno le invia messaggi e chat di insulti, minacce. Fino a che inizia a fare dei veri e propri blitz nel capoluogo ligure, facendosi trovare sotto casa o davanti al posto di lavoro. Nel frattempo, l’ex marito inizia a perseguitare anche un altro uomo, “colpevole” di essere amico della donna. Inizia a minacciare anche lui, a seguirlo. Arriva anche ad estorcergli 10 mila euro, dietro la minaccia di fargli del male. A fine 2023 la donna, assistita dall’avvocato Maria Borra, denuncia tutto. Il pubblico ministero Giovanni Arena attiva il codice rosso e l’ambulante viene arrestato con l’accusa di stalking, maltrattamenti ed estorsione.

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A Perugia scatta indagine sull’eroina con il Fentanyl

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Ora c’è anche un’indagine della magistratura di Perugia sul Fentanyl usato come sostanza da taglio in una dose di eroina recuperata alcune settimane fa nella zona del capoluogo umbro. La procura ha infatti aperto un fascicolo a carico di ignoti. Spaccio di stupefacenti l’ipotesi di reato che compare nel fascicolo, con il quale l’Ufficio guidato da Raffaele Cantone mira a svolgere indagini specifiche. “Sono preoccupato per quanto sta emergendo e voglio cercare di capire se si tratta di un fatto sporadico o se ci sono episodi analoghi”, aveva detto il magistrato nei giorni scorsi subito dopo che era scattato l’allarme. Il Fentanyl – oppioide sintetico 80 volte più potente della morfina – è stato scoperto in un controllo a campione svolto nelle scorse settimane dall’Unità di strada di Perugia.

Minima – secondo le analisi svolte dall’Istituto superiore di sanità – la quantità del potente analgesico trovata. L’eroina era il 50%, poi c’erano anche codeina (30%) e diazepam (15%) oltre al 5% di Fentanyl. Il Sistema nazionale di allerta rapida coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga si è dunque attivato e dal ministero della Salute è partita una nota agli assessorati alla sanità di tutte le Regioni affinché sollecitino le strutture che si occupano di dipendenze ad “informare le persone che fanno uso di sostanze dei gravissimi rischi per la salute”. Si è messo quindi in moto il nuovo Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici che prevede l’invio dell’allerta anche a tutte le forze di polizia e a tutte le amministrazioni affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale e aumentata l’attenzione in tutti i settori potenzialmente esposti.

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Iss, il Fentanyl erroneamente definito “la droga degli zombie”

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Il Fentanyl “non è la droga cosiddetta degli zombie”. A spiegarlo, in un primo piano online, è l’Istituto superiore di sanità, in riferimento al primo caso in Italia, verificatosi a Perugia, in cui è stata rilevata una preparazione da strada contenente questo oppioide sintetico, e su cui oggi è stata aperto un fascicolo. Al momento tutte le Forze di polizia sono allertate. I fentanyl è un oppioide sintetico con proprietà analgesico narcotiche.

E’ circa 100 volte più potente della morfina, ma anche circa 100 volte più tossico. I suoi analoghi, più di 150 analoghi illeciti al momento nel mercato nero, arrivano ad essere fino a mille volte più potenti della morfina. In Italia, tale oppioide sintetico viene utilizzato per scopi consentiti e sotto controllo medico come anestetico generale nelle operazioni di chirurgia maggiore e nella terapia palliativa per il dolore terminale oncologico. Nel mercato delle droghe, invece, può essere utilizzato come agente di taglio dell’eroina o anche al posto dell’eroina stessa.

L’Iss chiarisce dunque la definizione di ‘droga degli zombie’, spesso utilizzata: “Né l’eroina tagliata col Fentanyl né il Fentanyl da solo sono la ‘droga degli zombie’. Si definisce tale una preparazione di eroina o di Fentanyl tagliati con la xilazina, anestetico e mioriilassante veterinario, al momento utilizzato pochissimo in Italia, ma impiegato invece dal mercato illecito per fare un taglio che dia più potenza alla preparazione ma costi di meno.

La xilazina produce delle ulcere cutanee negli arti superiori ed inferiori, soprattutto dove avviene l’iniezione delle preparazioni di strada da eroina. Queste ulcerazioni profonde rendono i consumatori zombie: da qui il nome utilizzato per definire questa droga”. Al momento in Italia vige una allerta di terzo grado (alert di terzo grado): si tratta di una comunicazione di massima urgenza che viene mandata a tutti gli operatori che hanno a che fare con i consumatori di sostanze d’abuso. L’allerta di grado 3 si riferisce a sostanze che possono provocare intossicazioni severe o morti, quale per esempio proprio il Fentanyl. Attualmente, in Italia c’è un piano nazionale di allerta sul Fentanyl partito il 12 marzo scorso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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