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Politica

Fico e Cirielli, fair play in Campania: “Confronto politico, ma nel rispetto delle idee e dei cittadini”

Scambio di fair play tra Roberto Fico e Edmondo Cirielli nella corsa alla presidenza della Regione Campania. “Confronto politico, ma nel rispetto delle idee e dei cittadini”.

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Clima disteso e toni istituzionali tra i due principali candidati alla presidenza della Regione Campania, Roberto Ficoper il campo largo e Edmondo Cirielli per il centrodestra.

Durante la presentazione di un libro su Sandro Dal Piaz, l’ex presidente della Camera ha rivolto un messaggio di fair play al suo avversario politico:

“Faccio un grande in bocca al lupo a Edmondo Cirielli, persona che conosco e con cui per anni abbiamo lavorato alla Camera, io Presidente e lui Questore”.


Cirielli: “Rispetto e collaborazione istituzionale”

Non si è fatta attendere la risposta del viceministro agli Esteri e candidato del centrodestra, che ha ringraziato Fico per le parole di stima:

“Ringrazio Roberto Fico per il suo augurio, che so essere sincero. È vero, abbiamo avuto modo di collaborare in Parlamento, in ruoli diversi ma con rispetto istituzionale e spirito di squadra”.

Cirielli ha sottolineato l’importanza di mantenere il confronto politico su toni costruttivi:

“Anche se a volte abbiamo avuto opinioni diverse, abbiamo sempre trovato una sintesi. Ogni confronto deve restare sul piano delle idee e delle proposte per il bene dei cittadini”.


Un confronto nel segno della correttezza politica

Con l’avvicinarsi della campagna elettorale, il gesto reciproco di stima tra i due contendenti rappresenta un segnale raro nel clima spesso acceso della politica regionale.

“Il mio impegno sarà sempre quello di offrire serietà, competenza e una visione concreta, sebbene alternativa, per il futuro della nostra Regione”, ha concluso Cirielli, confermando la volontà di mantenere un confronto civile e centrato sui programmi per la Campania del futuro.

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Politica

La fine del regno di Vincenzo De Luca: consiglieri in fuga e un impero politico che si sgretola

La fine ingloriosa del sistema De Luca: consiglieri e assessori in fuga verso destra e sinistra per garantirsi un futuro politico. Il governatore tenta di tenere le redini di un impero in frantumi.

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È la fine ingloriosa del mondo di Vincenzo De Luca, il governatore che per un decennio ha dominato la scena politica campana come un satrapo moderno, accentratore e onnipresente. Oggi, i suoi fedelissimi si disperdono in ordine sparso: chi cerca rifugio a sinistra nel “campo largo”, chi scivola verso destra, chi cambia casacca pur di restare a galla.

Mentre De Luca tenta di tenere insieme i cocci del suo impero politico, provando a garantire la sopravvivenza di qualche consigliere “amico” in ogni schieramento, la realtà è impietosa: la sua maggioranza si è dissolta. L’obiettivo, ormai, sembra uno solo — mantenere una rete di influenza trasversale per condizionare, in un modo o nell’altro, il futuro governo regionale.

Il motto della politica campana, ironizzano i maligni, resta lo stesso di sempre: “Francia o Spagna purché se magna.”


Gli uomini del presidente in fuga: chi a destra, chi a sinistra

Il caso più clamoroso è quello di Nicola Caputo, ex europarlamentare del PD, poi assessore all’Agricoltura nella giunta De Luca, che ha ufficialmente aderito a Forza Italia. L’annuncio è arrivato direttamente dal vicepremier Antonio Tajani: “Annunciamo l’ingresso di Nicola Caputo in Forza Italia”.

Ma Caputo non è il solo. Nel centrodestra, dove si candida Edmondo Cirielli, è approdato anche Giovanni Zannini, fino a ieri uno dei fedelissimi del governatore. “De Luca è stato eccellente, ma ora il centrosinistra è in mano ai Cinque Stelle. Io resto al centro, con Forza Italia”, ha dichiarato a Telese Terme.

Con Fratelli d’Italia dovrebbe invece correre Enzo Santangelo, altro ex deluchiano eletto con Italia Viva, pronto a voltare pagina.


Il campo largo e i fedelissimi rimasti

De Luca, nel frattempo, ha scelto di restare dentro l’alleanza Pd–Cinque Stelle, complice la gestione familiare del partito affidata al figlio Piero De Luca.
Nella lista “A Testa Alta”, la sua creatura elettorale, confluiranno diversi esponenti della vecchia guardia deluchiana: Gennaro Oliviero (presidente del Consiglio regionale, probabile capolista), Luca Cascone, Lucia Fortini, Diego Venanzoni, Carmine Mocerino, Giovanni Porcelli, Paola Raia, Vittoria Lettieri e Rossella Casillo.

Nel Pd, invece, figura Franco Picarone, legato a De Luca sin dai tempi in cui era sindaco di Salerno. Tra i “convertiti” spiccano Valeria Ciarambino, ex pasionaria dei Cinque Stelle oggi candidata con i socialisti, e Giuseppe Sommese, che firmò la legge per il terzo mandato del presidente. Con loro anche Fulvio Frezza, ex consigliere comunale di Napoli, ora in lista col Psi.


Il rischio degli “scarti” e la paura nel Pd

L’applicazione del codice etico voluto da Roberto Fico rischia però di far saltare alcune candidature: chi ha pendenze giudiziarie potrebbe essere escluso dal “campo largo” e, in quel caso, trasmigrare a destra portando con sé pacchetti di voti. Uno scenario che preoccupa il Pd, nonostante l’ottimismo di facciata.

“Il fatto che molti deluchiani siano rimasti nel campo largo ci fa ben sperare”, ha commentato una fonte interna. “Conoscono bene i numeri e sanno dove conviene stare.”


Il tramonto di un sistema

Ma la sensazione è che il sistema De Luca sia arrivato al capolinea. Dopo dieci anni di potere assoluto, tra monologhi social del venerdì, scontri con Roma e fedeltà traballanti, il presidente uscente assiste impotente al collasso del suo impero politico.

Oggi, i suoi ex alleati cercano una nuova casa politica. Alcuni lo fanno per convinzione, altri — molti altri — per pura sopravvivenza.

In Campania, la stagione del deluchismo sembra ormai chiusa. Ma, come in ogni fine dinastia, il capo prova ancora a manovrare da dietro le quinte, in attesa che il prossimo governatore, di destra o di sinistra, apra la porta a chi porta voti.

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Politica

De Luca attacca: “Falsità e cialtronate in campagna elettorale”. Cirielli replica: “Risponderò domani”

Vincenzo De Luca attacca duramente i rivali politici accusandoli di falsità e demagogia. Cirielli replica da Caserta: “Risponderò domani in conferenza stampa”.

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Tono acceso per Vincenzo De Luca nel suo consueto appuntamento social del venerdì. Il governatore campano ha attaccato frontalmente i suoi avversari politici, denunciando “una valanga di falsità e volgarità” che – a suo dire – stanno già caratterizzando l’inizio della campagna elettorale per le prossime regionali.

“Siamo solo all’inizio ma la quantità di bestialità e indecenze che ho sentito è sconvolgente. Ho ascoltato parlare di sanità, trasporti e politiche regionali con una falsificazione dei dati impressionante”, ha dichiarato De Luca.

Il presidente della Regione ha poi invitato i suoi sostenitori alla calma, prevedendo un periodo di forte tensione politica:

“Prepariamoci a un mese e mezzo di falsità, demagogia e cialtronate. In certi casi dovremo tapparci le orecchie per non ascoltare le stupidaggini e le infamie che diranno”.


Le accuse al Governo: “Taglia su sanità e scuola”

De Luca ha riservato una stoccata anche all’esecutivo nazionale, criticando le politiche del Governo in materia di istruzione e sanità.

“Stiamo facendo una bella battaglia per rideterminare il numero dei dirigenti scolastici, contro un Governo che taglia fondi a scuole e sanità e che candida in Campania un suo rappresentante. Veramente un circo equestre questo Paese”, ha aggiunto con sarcasmo.


Cirielli: “Risponderò domani in conferenza stampa”

Dall’altra parte, il candidato del centrodestra Edmondo Cirielli ha scelto la prudenza. Intervenuto a Caserta durante l’inaugurazione della Casa del Made in Italy insieme al ministro Adolfo Urso, Cirielli ha evitato lo scontro diretto con De Luca, promettendo di replicare nelle prossime ore.

“Risponderò a tutto domani in conferenza stampa”, ha detto Cirielli, che ha poi scherzato con i cronisti: “Per ora a Fico risponde De Luca”.

Una battuta che rimanda alle parole del governatore, secondo cui Roberto Fico, candidato del centrosinistra, “deve proseguire il lavoro fatto in questi dieci anni per ridare dignità alla Campania”.

La campagna elettorale, insomma, è solo all’inizio, ma il clima politico in Campania si annuncia già incandescente.

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Politica

Elezioni in Toscana, Meloni a Firenze con Salvini, Tajani e Lupi: “La sinistra più fondamentalista di Hamas. Ringraziate Trump per la pace”

Bagno di folla per Giorgia Meloni a Firenze insieme a Salvini, Tajani e Lupi per sostenere Alessandro Tomasi. La premier attacca la sinistra e rivendica il ruolo di Trump e Netanyahu nella pace in Medio Oriente.

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La piazza di San Lorenzo a Firenze si riempie per l’ultima tappa della campagna elettorale toscana del centrodestra. Sul palco, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi: uniti per sostenere Alessandro Tomasi, candidato presidente per la Regione Toscana.

La premier ha lanciato un duro attacco alla Cgil e alla sinistra, definendola “più fondamentalista di Hamas” e “rabbiosa perché abbiamo dimostrato che erano scarsi al governo”. Poi ha aggiunto:

“Noi siamo nati per ribaltare i pronostici e lo faremo anche qui. Il campo largo è un grande centro sociale, ma gli italiani capiscono quando la politica li tratta da imbecilli”.


“Ringraziate Trump per la pace, non Greta o Albanese”

Meloni ha dedicato parte del suo discorso al tema del cessate il fuoco in Medio Oriente, lodando il ruolo del presidente americano Donald Trump:

“La pace non viene firmata né per Landini, né per Albanese che insulta la Segre, né per Greta con la Flotilla. C’è una persona da ringraziare: Trump, presidente degli Stati Uniti”.

A pochi metri dal palco, in piazza dell’Indipendenza, si è svolta una contro-manifestazione di Usb, centri sociali e giovani palestinesi. Meloni, rivolgendosi ai suoi sostenitori, ha commentato:

“Noi possiamo permetterci di scendere in piazza e guardare la gente negli occhi, a testa alta.”


Salvini e Tajani rilanciano l’unità del centrodestra

Anche Matteo Salvini ha voluto rivendicare il ruolo del premier israeliano Benjamin Netanyahu:

“La pace a Gaza si deve anche a quello che alcuni giudicano un criminale, che è Bibi Netanyahu.”

Antonio Tajani, invece, ha rivolto un appello agli elettori moderati:

“Dall’altra parte è rimasta solo la sinistra, sempre più succube dei 5 Stelle.”

Il ministro degli Esteri ha poi criticato le manifestazioni pro-Palestina, definite “per la guerra”, dove “i figli di papà se la prendevano con i figli del popolo, cioè carabinieri e poliziotti”.


Il centrosinistra risponde con Giani, Schlein e Conte

Mentre il centrodestra mostrava compattezza, il centrosinistra ha chiuso la campagna in piazze separate.
A sostegno del governatore uscente Eugenio Giani, la segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato al Teatro Cartiere Carrara, elogiando il suo “coraggio nel buon governo” e invitando le forze progressiste a presentarsi unite alle politiche.

La sindaca dem Sara Funaro ha replicato a Meloni dal palco del Teatro Niccolini:

“È la prima volta che la vedo a Firenze. Chi tratta da imbecilli gli elettori è la destra.”

Nel frattempo, Giuseppe Conte ha scelto piazza delle Murate per l’evento del M5S, incontrando poi Giani a Scandicciper una stretta di mano simbolica e un impegno comune: “Lavoreremo insieme per cinque anni”.


Renzi all’attacco: “Il Paese è fermo, basta retorica”

A piazza Strozzi, Matteo Renzi ha sfidato la premier a distanza:

“Il Paese è fermo, il debito cresce, basta retorica.”

Il leader di Italia Viva punta a far diventare Iv-Casa Riformista “la seconda lista di coalizione dopo il Pd”.

In una Firenze attraversata da cortei, comizi e polemiche, la sfida per la Regione Toscana si prepara così al verdetto delle urne, decisive per misurare il peso delle coalizioni in vista delle prossime elezioni politiche.

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