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Esteri

Falsa partenza per il processo a Depardieu

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Falsa partenza per il processo a Gérard Depardieu (nella foto imagoeconomica in evidenza). Convocato oggi in tribunale a Parigi per difendersi da nuove accuse di abusi sessuali, l’attore di 75 anni ha dato forfait invocando motivi di salute, mentre un centinaio di persone ha manifestato davanti al tribunale di Parigi a sostegno delle vittime. Nel pomeriggio, la giustizia ha accolto la richiesta della difesa di rinviare il processo a primavera. Dopo aver garantito in un primo tempo che Depardieu ”intendeva” assistere all’udienza, il suo legale, Jérémie Assous, ha annunciato in mattinata su radio Franceinfo che avrebbe chiesto un rinvio a causa dello ”stato di salute” del suo assistito. “Gérard Depardieu è molto malato e purtroppo i medici gli vietano di presentarsi all’udienza, motivo per cui chiederà un rinvio a data ulteriore affinché possa essere presente” in aula, ha detto Assous, esprimendo la volontà dell’attore di ”esprimersi” sui fatti che respinge con forza.

Il processo slitta dunque di cinque mesi, al 24 e 25 marzo 2025, con una prevista perizia medica a inizio marzo per valutare lo stato di salute dell’attore e la sua capacità di poter comparire o meno dinanzi ai giudici. Questa mattina, in tribunale, molti banchi erano occupati da membri di associazioni femministe e donne presunte vittime di Depardieu. Prima dell’inizio del processo, una manifestazione di femministe con un centinaio di persone presenti è stata inscenata davanti al palazzo di Giustizia. ”Vittime vi crediamo, stupratori, vi vediamo”, è stato uno degli slogan scanditi in piazza. O ancora: “Depardieu, non sei l’orgoglio della Francia”. Un riferimento, in particolare, alle parole pronunciate lo scorso anno da Emmanuel Macron, quando denunciò una forma di ”caccia all’uomo” contro Depardieu, definito dal capo dello Stato un ”immenso attore” che ”rende fiera la Francia”.

Macron reagiva alla diffusione di un reportage trasmesso dalla tv pubblica France 2, durante il quale Depardieu faceva apprezzamenti misogini ed offensivi contro le donne. Attore noto nel mondo intero con una filmografia di oltre 200 pellicole, il mostro sacro del cinema di doppia nazionalità francese e russa è stato accusato in questi ultimi tempi di violenze sessuali da parte di numerose donne. Alcune di queste denunce sono andate in prescrizione ma altre sono ancora valide. Ad agosto, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Depardieu per stupro e aggressione sessuale contro Charlotte Arnould, prima attrice a denunciarlo nel 2018. Il processo che si è aperto oggi riguarda invece la denuncia di due presunte vittime di abusi sul set del film ‘Les volets verts’ di Jean Becker, nel 2021. Una delle due donne, scenografa, aveva querelato l’attore nel febbraio scorso, tra l’altro , per violenze sessuali, molestie e oltraggi sessisti.

”Mi attendo che la giustizia sia uguale per tutti e che il signor Depardieu non possa beneficiare di un trattamento di favore perché artista”, ha dichiarato la sua avvocata, Carine Durrieu-Diebolt, intervistata dall’agenzia France Presse. Da parte sua, l’avvocato Assous dice che l’attore è oggetto di “accuse menzognere” con il preciso scopo di ”arricchirsi di 30.000 euro”. Secondo la presunta vittima di 55 anni, i fatti risalirebbero al settembre 2021, in una residenza privata del XVI/o arrondissement, uno dei quartieri più chic di Parigi. A denunciare Depardieu nell’ambito di questo stesso processo anche un’altra donna aiuto regista. ”Mai e poi mai ho abusato di una donna”, si è difeso lui, in una lettera aperta pubblicata sul giornale Le Figaro nell’ottobre 2023. Il verdetto per ora è rinviato al 2025.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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