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Spettacoli

Depardieu, in Spagna nuove accuse di abusi sessuali

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La denuncia è stata presentata una settimana fa al commissariato di Torremolinos, sulla Costa del Sol, vicino Malaga, anche se la violenza subita risalirebbe al 1995, durante un’intervista avvenuta a Parigi. La giornalista spagnola Ruth Baza è l’ultima voce che si è unita alla cascata di accuse di abusi sessuali nei confronti dell’attore francese Gerard Depardieu. Come per molte altre vittime, il detonante sarebbe stata la morte di una ‘compagna di sofferenza’: nel suo caso, il suicidio dell’attrice Emmanuelle Deveber, 60 anni, che lo scorso 6 dicembre si è buttata nella Senna dopo aver lasciato un biglietto di addio, travolta dalle accuse nei confronti dell’attore. Ruth Baeza aveva 23 anni quando per la rivista Cinemania volò nella capitale francese per intervistare Depardieu , oggi 74enne, in occasione dell’uscita del film ‘Il colonnello Chabert’.

L’incontro avvenne negli uffici della casa di produzione Roissy Film e si prolungò per oltre un’ora. Al termine della quale l’attore francese cominciò a baciarla “con frenesia” sul sul viso e le labbra, palpandole l’inguine, stando alla denuncia anticipata da La Vanguardia. “All’improvviso notai la sua mano sul petto e dopo fra le gambe, non potevo muovermi, staccai la spina dal mio corpo perché mi aveva invasa”, il racconto della vittima al quotidiano di Barcellona. “Non sentivo nulla, ricordo solo il forte odore di alcol e nicotina in bocca, non so quanto durò”, ha spiegato Baza, assicurando che Depardieu la penetrò con le dita attraverso i vestiti. Un comportamento che, secondo la denunciante, è stato configurato come violenza sessuale dalla polizia, che ha informato dei fatti le autorità francesi.

Al rientro in Spagna, la giovane giornalista sotto choc riferì all’allora direttore di Cinemania che l’intervista era stata “molto sgradevole”, ma senza rivelare l’aggressione sessuale subita, seppure riconoscendo di essere stata “maltrattata”. Aveva rimosso l’accaduto durante 30 anni, fino al marzo scorso, quando ha letto delle 13 denunce per molestie e violenze presentate da altrettante presunte vittime nei confronti del mostro sacro del cinema, protagonista di classici come ‘Cyrano de Bergerac’ o la saga di ‘Asterix e Obelix ‘. Nel frattempo, le denunce a carico dell’attore sono aumentate a 16, dopo quelle per aggressione sessuale presentate dall’attrice francese Hèlène Darras a Parigi nel settembre scorso – in cui denunciava abusi avvenuti nel 2007, quando aveva 26 anni, durante le riprese del film ‘Disco’ – e, in primis, da Charlotte Arnould, che accusò nel dicembre 2020 l’attore di averla violentata in una villa. Depardieu ha sempre negato tutte le accuse.

Ma ad aggravare la sua posizione è stato anche il video, parte di un documentario mai trasmesso nelle sale, diffuso nei giorni scorsi dal programma ‘Complément d’enquete’, girato in Corea del Nord per le celebrazioni dei 70 anni del regime di Pyongyang, al fianco dello scrittore e regista francese Yann Moix, Negli estratti, gli imbarazzanti commenti sessisti e osceni dell’attore francese, anche rispetto a una bambina e le avance nei confronti della stessa interprete scelta per accompagnarlo in Corea del Nord. Pochi giorno dopo, la ministra della Cultura francese, Rima Abdul Malak, ha annunciato di valutare il ritiro della Legione d’onore concessa a Depardieu nel 1996, che lo stesso attore ha poi messo a disposizione sabato, come segnalava un comunicato dei suoi difensori. E, in difesa del padre, sono scesi in campo i tre figli di Depardieu, assieme a una nipote e a una pronipote, dichiarando che l’attore stava subendo “una persecuzione inedita” per i commenti sessisti filtrati da ‘Complément d’enquete’.

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Cronache

Capodanno a Napoli: quattro giorni di musica, cultura e spettacolo per accogliere il 2025

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Napoli si prepara a vivere un Capodanno unico in Italia, con quattro giorni di eventi dal 29 dicembre al 1 gennaio, pensati per coinvolgere cittadini e turisti. «Siamo l’unica città in Italia in cui le celebrazioni di fine anno durano quattro giorni», ha dichiarato Ferdinando Tozzi, delegato del Comune per l’Industria Musicale e l’Audiovisivo. Il programma, presentato ieri a Palazzo San Giacomo, offre musica per tutti i gusti e tutte le età, spaziando dalla tradizione napoletana alla scena trap, con omaggi a grandi artisti come Pino Daniele e Fabrizio De André.

Secondo l’Osservatorio dell’assessorato comunale al Turismo, Napoli accoglierà 380mila turisti tra Natale ed Epifania, confermando il suo ruolo di polo attrattivo durante le festività.


Il programma completo: da Ponticelli al Lungomare Caracciolo

29 dicembre: musica e tradizione al PalaVesuvio

La festa inizierà a Ponticelli con “Napoli canta contro la malaciorta”, un evento che celebra i 90 anni dalla morte di Salvatore Di Giacomo e i 25 anni dalla morte di Fabrizio De André. Artisti come Arisa, Enzo Gragnaniello, Walter Ricci e Flo interpreteranno sei brani della tradizione napoletana e sei brani di De André tradotti in napoletano. La serata continuerà con i festeggiamenti per i 50 anni di carriera degli ‘E Zezi, con ospiti come Peppe Barra e Luca Zulù Persico.


30 dicembre: la scena urban conquista piazza Plebiscito

Il 30 dicembre sarà dedicato alla musica urban e trap, con un contest masterclass presentato da Geolier e Luchè, giudici della competizione. In serata, sul palco di piazza Plebiscito, si esibiranno Ernia, Coco, Enzo Dong e altri artisti emergenti, con Gianni Simioli alla conduzione.


31 dicembre: concertone al Plebiscito e festa sul Lungomare

Il clou delle celebrazioni sarà il concertone di Capodanno a piazza Plebiscito, che inizierà alle 20:30 con 10 giovani artisti emergenti e proseguirà fino a mezzanotte con esibizioni di Loredana Bertè, James Senese, Sal da Vinci, Raiz, Massimiliano Gallo e molti altri. Il tributo a Pino Daniele, con la canzone simbolo “Napul’è”, chiuderà la serata.

Contemporaneamente, il Lungomare Caracciolo ospiterà il “Bit Fest – Back in town”, una maratona di musica elettronica e dance con guest internazionali come Deborah De Luca e Riva Starr.


1 gennaio: concerti e cori per salutare il nuovo anno

Il nuovo anno inizierà con un concerto del coro That’s Napoli Live Show, diretto da Carlo Morelli, a piazza Municipio. Nel pomeriggio, piazza Vittoria accoglierà una maratona live con artisti come Tony Esposito, Greg Rega e Jovine, accompagnati dai musicisti dei 99 Posse.


Un messaggio di inclusione e cultura

Il sindaco Gaetano Manfredi ha sottolineato il valore di questa iniziativa: «Vogliamo dare il segnale di una città policentrica, che festeggia in tutte le sue zone con una proposta culturale di alta qualità». L’assessora al Turismo, Teresa Armato, ha aggiunto: «Offriamo un cartellone ricco e variegato per accogliere cittadini e turisti in una Napoli pronta a stupire».

Con un programma che abbraccia tradizione e modernità, Napoli si conferma capitale della musica e del divertimento, pronta ad accogliere il 2025 con stile e passione.

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Spettacoli

Gianni Morandi compie 80 anni, una vita ‘a 100 all’ora’

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Festeggerà l’ottantesimo compleanno allo stadio di Lisbona per assistere alla partita di Champions League del suo amato Bologna con il Benfica. Cuore rossoblù non mente. L’inossidabile Gianni Morandi, l’eterno “ragazzo di Monghidoro”, spegnerà mercoledì prossimo, 11 dicembre, 80 candeline e due giorni dopo sarà su tutte le piattaforme digitali con il nuovo disco L’Attrazione, anticipato a metà novembre dal brano title track scritto e composto dall’amico e compagno di avventure Lorenzo Jovanotti, un sodalizio avviato con ‘L’allegria’ e proseguito con ‘Apri tutte le porte’, ‘La Ola, Evviva!’ e ‘Anna’ della porta accanto. Ma soprattutto, un brano che canta l’amore senza distanze che trascende i confini fisici e temporali.

Un evergreen nel più puro stile Morandi, testimonial di un tempo che per lui non sembra mai passare, e che nell’album vede tra l’altro una versione particolare di ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’ interpretata insieme a molti amici, anche della Generazione Z, nel segno della continuità per omaggiare un’intera vita trascorsa fra musica, cinema, teatro, televisione. E da anni anche sui social, dove Gianni mantiene un costante e genuino filo diretto con il pubblico, che lo ha portato a raggiungere 3,2 milioni di follower su Facebook. Una carriera inarrestabile che non è stata fermata, se non per i break strettamente necessari, nemmeno dal serio incidente domestico del marzo 2021: mentre bruciava sterpaglie in giardino si era procurato ustioni sul 15% del corpo, alle mani (soprattutto la destra), gambe e un orecchio, ed era stato ricoverato all’Ospedale Bufalini di Cesena.

Figlio di un calzolaio e una casalinga, a Monghidoro, sull’Appennino bolognese, Morandi lavorava come venditore di bibite nel cinema Aurora, che ha da poco riaperto i battenti ed è stato teatro anche delle sue prime esibizioni, e aiutava il padre in negozio. Fu alle feste dell’Unità, con un cachet di mille lire a serata, che si trovò a cantare su un palco: “Era il tempo dei bambini prodigio – raccontava a Gigi Vesigna – così la domenica facevo due esibizioni, una pomeridiana e l’altra serale. Mille lire ciascuna e da allora non ho mai smesso di cantare”. Ed è diventato una delle colonne portanti della musica leggera italiana, con oltre 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e un curriculum in cui spicca ovviamente il festival di Sanremo, la vetrina d’eccellenza della canzone italiana: sette volte in gara, vincitore nel 1987 con Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi (‘Si può dare di più’), conduttore nel 2011, 2012 e 2023, quest’ultima al fianco di Amadeus.

E poi una Targa Tenco, tour da tutto esaurito con Lucio Dalla (1988) e Claudio Baglioni (Capitani coraggiosi, 2015-2016), 36 album in studio e 6 live, un’ottantina di singoli, una settantina di compilation. Le canzoni sono una serie infinita, dall’esordio discografico nel ’62 con ‘Andavo a cento all’ora’ e ‘Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte’, alla vittoria del Cantagiro due anni dopo con ‘In ginocchio da te’, che vende oltre un milione di copie, al successo di ‘Non son degno di te’ nel ’66 a Canzonissima. Negli anni Settanta il successo diminuisce, sensibilmente, perché nell’epoca della canzone d’autore e di impegno politico Morandi è considerato, come altri colleghi, un cantante tradizionalista e commerciale.

Poi da ‘Canzoni stonate’, ‘Grazie perchè’ e ‘Uno su mille’, prima metà degli anni Ottanta, torna a scalare le classifiche e a riempire le platee, senza una sola battuta d’arresto. Anzi, affiancando all’impegno artistico molte prime serate tv che lo vedono protagonista, da ‘Alta pressione’ nel 1962 fino a ‘Evviva-La grande bellezza della tv’, in onda la scorsa primavera su Rai1 in occasione dei 70 anni della televisione.

E poi il cinema, con l’esordio in ‘Totò sexy’ del 1962, varie pellicole musicali ma anche film diretti da registi come Pietro Germi (‘Le castagne sono buone’), Luciano Salce (‘Il provinciale’) e Aldo Lado (‘La cosa buffa’), e serie tv tra cui ‘L’isola di Pietro’ in 18 episodi fra il 2017 e il 2019. In primo piano anche la passione sportiva fra pallone e podismo: fonda nell’81 la Nazionale italiana cantanti impegnata nella solidarietà, sostiene il Bologna calcio, di cui è presidente onorario tra il 2010 e il 2014 sotto la presidenza dell’imprenditore Massimo Zanetti, corre una decina di maratone tra cui quella di New York per tre volte, oltre a più di quaranta mezze maratone.

Nella vita privata è stato sposato due volte e ha avuto quattro figli: Marianna e Marco da Laura Efrikian (Serena, nata nel ’67, ha vissuto solo poche ore) e Pietro – anche lui musicista, con il nome d’arte di Tredici Pietro – da Anna Dan, con la quale il mese scorso ha raggiunto il traguardo del trentesimo anniversario. Così come da quasi trent’anni è commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, mentre la sua Bologna nel 2022 gli ha conferito il Nettuno d’oro, una benemerenza destinata a chi ha onorato la città con la propria attività professionale e pubblica.

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Spettacoli

Sanremo 2026: il Festival diventa contendibile, la concorrenza si prepara

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Il Festival di Sanremo, simbolo della musica italiana, potrebbe presto cambiare gestione. La recente sentenza del Tar ligure impone al Comune di Sanremo di indire una gara per l’utilizzo del marchio a partire dall’edizione del 2026, aprendo scenari inediti per il futuro del celebre evento. La decisione ha generato fermento nel mondo dello spettacolo e tra le principali emittenti televisive.

Warner Bros. Discovery valuta il colpo

Tra i nomi più interessati spicca Warner Bros. Discovery, che potrebbe puntare sul Festival per rafforzare la sua presenza in Italia. Anche se in passato l’amministratore delegato Alessandro Araimo aveva mostrato scetticismo, definendo l’evento “non interessante nel breve periodo”, oggi il silenzio dell’azienda lascia intravedere un possibile interesse.

Inoltre, Warner potrebbe giocarsi due carte importanti:

  • Amadeus, passato alla piattaforma americana e già simbolo del rinnovamento del Festival.
  • Fabio Fazio, una risorsa che potrebbe garantire un successo consolidato grazie alla sua esperienza e popolarità.

Mediaset e la strategia musicale

Anche Mediaset potrebbe scendere in campo. Con un solido know-how nella produzione di programmi musicali come Amici, l’azienda guidata da Pier Silvio Berlusconi ha le competenze necessarie per affrontare una sfida di questo calibro. Tuttavia, il recente dibattito sul canone Rai e i limiti pubblicitari potrebbe distrarre il gruppo da un impegno così oneroso.

Le reazioni istituzionali e i prossimi passi

Il Comune di Sanremo, insieme alla Rai, sta studiando come rispondere alla sentenza. Il sindaco Alessandro Mager ha dichiarato che, indipendentemente dall’esito del ricorso, è necessario attivare le procedure richieste dal Tar. Anche il governatore della Liguria, Marco Bucci, ha espresso il suo auspicio che il Festival rimanga sulla Rai, pur sottolineando il rispetto dovuto alle decisioni giudiziarie.

Lo storico proprietario dell’Ariston, Walter Vacchino, suggerisce una collaborazione tra Rai e Comune di Sanremo attraverso la creazione di una società condivisa.

Un futuro incerto per il Festival

Il vincitore del ricorso, Sergio Cerruti, si dice pronto a organizzare il Festival per il 2026, magari supportato da grandi nomi come Discovery, BBC, Sky o Mediaset. Intanto, la Rai si concentra sulla prossima edizione del Festival, con una raccolta pubblicitaria record di 67 milioni di euro, superando i 60,2 milioni dell’anno precedente.

Le critiche dell’opposizione

Sul fronte politico, non mancano le polemiche. Peppe De Cristofaro, capogruppo di Avs, chiede all’amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi di riferire in Vigilanza sui piani per garantire la continuità del Festival.

Conclusioni

Il Festival di Sanremo si avvia verso un futuro incerto, con la possibilità di una gestione completamente rinnovata e nuovi protagonisti pronti a contendersi il controllo dell’evento. Mentre la Rai cerca di difendere la sua posizione, la concorrenza si prepara a cogliere l’occasione per rivoluzionare uno degli appuntamenti più iconici della cultura italiana.

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