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Cronache

Ergastolo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone: giustizia per un delitto assurdo

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Un boato di gioia, una liberazione collettiva. Così, nell’aula 115 del Tribunale di Napoli, amici e familiari di Francesco Pio Maimone hanno accolto la lettura della sentenza che ha condannato all’ergastolo Francesco Pio Valda, il ventenne di Barra che, il 20 marzo 2023, ha sparato tra la folla di Mergellina, uccidendo per errore il giovane pizzaiolo di Pianura.

Nessuno sconto di pena per chi, senza esitazione, ha premuto il grilletto tra le tre e le cinque volte, mirando ad altezza d’uomo in una zona affollata, solo per una banale lite legata a un pestone sulle scarpe.

La sentenza di primo grado, emessa dalla prima Corte d’Assise di Napoli (presieduta da Annunziata, a latere La Posta), ha restituito fiducia nella giustizia a chi per due anni ha atteso questo momento, seguendo ogni udienza in silenzio e con dignità.

Due destini opposti: la storia di una vittima innocente

Francesco Pio Valda e Francesco Pio Maimone avevano lo stesso nome, ma vite opposte. Il primo, giovane camorrista emergente, uscito armato con l’intento di marcare il territorio nella guerra tra Barra e Rione Traiano per il controllo della movida di Mergellina. Il secondo, un ragazzo perbene, un pizzaiolo che sognava di aprire un suo ristorante e che quella sera si trovava per caso nel posto sbagliato.

Maimone, 18 anni, non era coinvolto in nessuna faida criminale. Il proiettile lo ha colpito al petto, stroncando la sua giovane vita in un attimo.

Le motivazioni della condanna

Durante il processo, Valda ha provato a difendersi sostenendo di aver sparato per autodifesa, dopo aver ricevuto un calcio allo stomaco durante la lite. “Ero sbilanciato, non volevo uccidere nessuno”, ha dichiarato in aula.

Ma la sua ricostruzione è stata smontata dai testimoni oculari e dalla ricostruzione della DDA di Napoli, guidata dal pm Antonella Fratello, che ha dimostrato come Valda abbia mirato consapevolmente e sparato con l’intenzione di uccidere.

L’episodio scatenante è stato il pestone alle scarpe: Valda si era infuriato gridando “costano mille euro”, ottenendo una risposta altrettanto provocatoria: “Te ne compro dieci paia”. Da lì, la situazione è degenerata, portandolo a estrarre la pistola e fare fuoco.

Le condanne per i complici

Oltre a Valda, sono stati condannati anche alcuni suoi parenti e amici, accusati di favoreggiamento e aiuto nella fuga:

  • Alessandra Clemente, cugina 27enne, condannata a 2 anni e 6 mesi
  • Salvatore Mancini, 24 anni, condannato a 4 anni
  • Giuseppina Niglio, nonna di Valda, 75 anni, condannata a 4 anni e 6 mesi più una multa di 6.000 euro
  • Pasquale Saiz, 23 anni, condannato a 4 anni di carcere

Sono stati invece assolti e liberati dalla misura cautelare Giuseppina Valda, sorella del killer, e Giuseppe Perna.

Il monito della giustizia

L’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia Maimone, ha sottolineato il valore simbolico di questa sentenza: “È un segnale forte contro la cultura camorristica. La giustizia ha stabilito che questo è stato un omicidio di camorra. Questo verdetto dice ai ragazzi: non seguite questa strada.

Un messaggio chiaro, una sentenza che non solo punisce, ma lancia un monito: la violenza criminale non può restare impunita, e chi si macchia di delitti così efferati deve risponderne fino in fondo.

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Blitz della Finanza a Pompei: sequestrati elicotteri usati per voli turistici senza autorizzazioni

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La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di otto elicotteri riconducibili a quattro soggetti residenti a Pompei, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torre Annunziata. Le indagini hanno rivelato che, fino a novembre 2024, gli indagati avrebbero svolto attività di air taxi e voli panoramici senza le necessarie autorizzazioni, configurando l’impiego abusivo di aeromobili a scopo di lucro.

Lanci di petali e voli tra ostacoli

Tra gli episodi più eclatanti finiti sotto la lente degli investigatori figura il lancio di petali di rose in volo dopo un matrimonio, un’attività non solo scenografica ma anche potenzialmente pericolosa. Gli elicotteri, secondo gli inquirenti, non risultavano sottoposti ad ispezioni periodiche e le procedure di manutenzione non rispettavano gli standard europei previsti per i mezzi adibiti a scopi commerciali.

Turisti con bagagli sui comandi di volo

Ancora più gravi le irregolarità riscontrate a bordo: in diversi casi i piloti avrebbero trasportato turisti con i bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati. Inoltre, le aree di decollo e atterraggio erano spesso collocate in prossimità di ostacoli pericolosi, come scuole, ferrovie e tratte autostradali, con gravi rischi per la sicurezza pubblica.

Tre elicotteri già sequestrati

Le operazioni di sequestro sono ancora in corso. Al momento, sono tre gli elicotteri già posti sotto sequestro, mentre proseguono le attività di accertamento e perquisizione nei confronti degli indagati e delle società riconducibili a loro.

(La foto in evidenza ha solo uno scopo illustrativo ed è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Cronache

Nuovo stop alla Funicolare Centrale, va sostituita di nuovo la fune: disagi per utenti e turisti

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Settembre 2022: Anm sostituisce la fune di trazione della funicolare Centrale, operazione che richiese la chiusura dell’impianto per un solo giorno. Il cavo, in acciaio, lungo 1,5 chilometri e del peso di 13 tonnellate, era stato installato nell’ambito della manutenzione straordinaria ventennale eseguita da Leitner. Tutto regolare, con un intervento rapido che sembrava garantire sicurezza e durata.

Un nuovo problema dopo due anni e mezzo

Sono passati poco più di due anni e mezzo e la funicolare ha nuovamente chiuso per motivi tecnici. Alle 7 del mattino, gli utenti hanno trovato le porte delle stazioni chiuse con un cartello che parlava di «verifiche tecniche inderogabili fino a cessate esigenze». Nessuna spiegazione precisa, né tempistiche sul ripristino. Chi si trovava all’Augusteo ha dovuto ripiegare sulla metropolitana, mentre altri hanno usato la funicolare di Chiaia o affrontato a piedi i 500 scalini del Petraio.

Il silenzio di Anm e la reazione della politica

Per ore, nessuna comunicazione ufficiale da Anm. Solo nel pomeriggio, intorno alle 16, è arrivata una nota: «Durante le operazioni di manutenzione ordinaria si è rilevata la necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici dell’impianto». Non un cenno alla fune, elemento invece al centro del confronto con Ansfisa, l’agenzia del ministero dei Trasporti per la sicurezza degli impianti a fune.

La fune da sostituire: spunta un’anomalia

Secondo quanto trapelato da fonti sindacali, durante gli esami strumentali sono emerse possibili criticità nella fune installata nel 2022. Nessun rischio imminente, ma la decisione è stata quella di sostituirla per precauzione, forse anche sull’onda emotiva della recente tragedia della funivia del Faito. L’origine del deterioramento così rapido non è ancora chiara.

Riapertura prevista il 30 aprile

La funicolare resterà chiusa fino a mercoledì 30 aprile. Tempi lunghi, probabilmente legati all’arrivo del nuovo cavo da fuori Italia. Intanto, per alleviare i disagi, la funicolare di Montesanto prolungherà gli orari di esercizio: venerdì e sabato fino alle 2, domenica fino a mezzanotte e trenta.

Anche la Linea 6 in tilt

Nella stessa giornata, disagi anche sulla linea 6 della metropolitana, chiusa per oltre un’ora a causa di una verifica urgente al software di gestione.

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La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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