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Empoli e Venezia, lo scontro salvezza finisce in parità

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Il delicatissimo scontro salvezza tra Empoli e Venezia finisce in parità: al Castellani, il 2-2 finale non soddisfa nessuna delle due squadre. Dopo una prima frazione piuttosto noiosa, il secondo tempo regala mille emozioni. Per l’Empoli vanno in gol Fazzini e Anjorin, mentre per il Venezia Yeboah e Busio. In classifica Venezia ed Empoli sono rispettivamente al diciottesimo e al diciannovesimo posto e con un punto in meno rispetto al Lecce. La tensione è palpabile sin dai primi minuti e, di conseguenza, ne risente fortemente la spettacolarità della partita. Tra le due formazioni è il Venezia a rendersi più pericoloso nel corso del primo tempo. Dopo aver neutralizzato due punizioni piuttosto innocue di Nicolussi Caviglia, al 34′ Vasquez compie una paratona sul tiro da dentro l’area di Doumbia. L’Empoli, invece, non crea praticamente nulla in zona gol, dimostrando poca lucidità negli ultimi metri. I toscani sfiorano il vantaggio solo grazie ad un pasticcio difensivo della formazione ospite: dopo il cross di Cacace respinto da Radu, Cande rinvia sulla schiena di Doumbia, rischiando un goffo autogol. Con la consapevolezza che il pareggio servirebbe a ben poco, nella ripresa entrambe le squadre provano ad alzare i ritmi di gioco.

Un Empoli ora più determinato e sospinto dal proprio pubblico trova il vantaggio al 59′, capitalizzando al meglio la prima reale giocata di qualità del pomeriggio. Dal limite dell’area, infatti, Henderson crossa d’esterno e trova l’inserimento vincente di Fazzini, freddo nel segnare l’1-0 al volo col destro. Dopo un leggero sbandamento iniziale, con carattere il Venezia reagisce, spegnendo l’ardore dei toscani. Passano otto minuti e il neoentrato Yeboah timbra l’1-1 con la complicità di Vasquez, protagonista di un’uscita a vuoto sul corner battuto da Nicolussi Caviglia.

Il finale al Castellani è tutto da vivere e nessuno vuole lasciare punti per strada. Al 85′ i lagunari passano addirittura in vantaggio con il tap-in vincente di Busio, dopo la parata di Vasquez sulla conclusione di Gytkjaer. L’Empoli si conferma la peggior difesa della Serie A nei minuti finali, ma i ragazzi di D’Aversa con caparbietà hanno la forza di realizzare il gol del 2-2. Due minuti dopo la rete di Busio, Anjorin dal limite pesca l’angolino basso e salva i compagni da una dolorosa sconfitta. Con questo pareggio, Empoli e Venezia rimangono appaiate in classifica, a quota 25 punti. A cinque giornate dal termine, entrambe le formazioni sarebbero dunque retrocesse.

“I miei ragazzi sono stati bravi a recuperare una partita, nella quale avremmo meritato un risultato diverso. Abbiamo commesso diversi errori, come sul primo gol, ma siamo stati bravi a non mollare. Ci teniamo stretti questo punto, anche se non siamo pienamente soddisfatti. Quando, però, si commettono degli errori in Serie A, è difficile ottenere un risultato pieno”. Lo ha dichiarato Roberto D’Aversa, allenatore dell’Empoli, ai microfoni di Rai Radio 1, dopo il pareggio per 2-2 contro il Venezia. “Un’altra squadra avrebbe mollato sul 2-1, spero che questo punto alla fine possa essere determinante – ha aggiunto il mister dei toscani – Abbiamo rivisto Anjorin che per noi è un giocatore importante. Per raggiungere la salvezza sarà fondamentale recuperare gli altri infortunati, tra cui anche Ismajli”.

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Lecce, il fisioterapista Graziano Fiorita muore in ritiro prima del match con Atalanta: gara rinviata

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Un risveglio drammatico per tutto il mondo giallorosso. L’US Lecce piange la scomparsa improvvisa di Graziano Fiorita, storico massofisioterapista della squadra, scomparso a soli 47 anni. A comunicarlo è stata la stessa società salentina con una nota ufficiale intrisa di dolore: «L’Us Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita».

La tragedia si è consumata nella camera d’albergo di Coccaglio, in provincia di Brescia, sede del ritiro scelto dal Lecce per preparare la sfida di campionato contro l’Atalanta, poi rinviata a domenica alle 20.45. Non vedendolo arrivare al consueto appuntamento mattutino, i membri dello staff hanno cercato Fiorita, trovandolo senza vita nella sua stanza.

Professionista stimato e figura storica del club, Graziano era legato al Lecce da oltre vent’anni, seguendo le orme del padre Fernando, anch’egli fisioterapista e scomparso due anni fa. Lascia la moglie Azzurra e i figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, oltre alla madre Francesca e a una comunità intera che oggi si stringe attorno alla sua famiglia.

«In questo momento di dolore profondo e di totale incredulità – prosegue la nota del Lecce – il club può solo stringersi intorno alla sua famiglia».

Anche l’Atalanta ha voluto esprimere il proprio cordoglio con una nota ufficiale. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte, tecnico partenopeo e leccese di nascita, hanno inviato messaggi di vicinanza e solidarietà alla famiglia Fiorita e al club.

Graziano Fiorita resterà per sempre nel cuore di chi ha condiviso con lui la passione per il calcio, il lavoro dietro le quinte, la dedizione silenziosa e costante a una maglia che amava come una seconda pelle.

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Coppa Italia: Il Bologna torna in finale dopo 51 anni

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A 51 anni di distanza dall’ultima volta, il Bologna torna in finale di Coppa Italia: Fabbian e Dallinga aprono e chiudono la sfida che vede i rossoblù piegare l’Empoli anche al ritorno, dopo il 3-0 del Castellani, confermando il Dall’Ara un fortino inespugnabile: Kovalenko non basta ai toscani. Vincenzo Italiano e i suoi ragazzi scrivono una pagina di storia del club rossoblù, pagina che il tecnico già conosce essendo alla seconda finale negli ultimi 4 anni, dopo quella disputata e persa con la Fiorentina. Dopo le finali perse di Coppa Italia e Conference (2) con la viola, il tecnico avrà la possibilità di regalare e regalarsi un epilogo diverso e voltare pagina il 14 maggio a Roma, contro il Milan, in un match che metterà in palio un posto in Europa League. Nell’attesa, il Bologna corre anche e nuovamente per la Champions.

Italiano, però preferisce non badarci e non si fida neppure dei tre gol di vantaggio e dello 0-3 con cui i rossoblù avevano espugnato Empoli nella semifinale di andata. Il tecnico opta per un turn over ragionato, ma conferna la spina dorsale della sua squadra con Beukema e Lucumi al centro della difesa, Freuler in mediana e Dallinga di punta, con Orsolini, Cambiaghi e Fabbian a sostegno. E’ Bologna vero contro un Empoli rimaneggiato, con un D’Avesa che offre spazio a giocatori reduci da infortunio e in cerca di condizione, risparmiando titolari per il campionato e la Fiorentina. E allora i rossoblù possono mettere in chiaro le cose fin dal principio: passano al 7′, con Moro che offre a Fabbian il cross dell’1-0. Terza rete dell’ex Inter all’Empoli e quarta stagionale, che arriva dopo un inizio arrembante che vede Dallinga sprecare sotto porta e pure Lykogiannis chiamare Seghetti all’intervento, ma pure Marianucci recuperare in extremis su Dallinga.

Dopo un quarto d’ora di spinta e il vantaggio, il Bologna amministra i ritmi e l’Empoli trova campo e capacità di reagire con l’esuberanza di Sambia e Solbakken. Il primo inventa, Konate rifinisce, Solbakken si presenta tre volte a tu per tu con Ravaglia: la prima spara fuori, la seconda debolmente, la terza chiama il portiere rossoblù alla grande parata che trova Kovalenko pronto al tap in vincente: è 1-1 al 32′. A inizio ripresa arrivano i cambi su ambo i fronti, con i tecnici che dimostrano di ragionare anche in chiave campionato. Il Bologna riprende campo e ritmo e sfiora il nuovo vantaggio Cambiaghi e Fabbian. Dominguez, Dallinga e Moro si divorano tre occasionissime per la vittoria tra il ventesimo e il 37′ e il successo è nell’aria. Lo firma Dallinga con un colpo di testa a tre minuti dal triplice fischio, su cross di Lykogiannis. Il Bologna si giocherà un trofeo 51 anni dopo l’ultima vittoria.

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De Laurentiis prepara un mercato da sogno: 200 milioni per ricostruire il Napoli

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Aurelio De Laurentiis accelera i tempi: la seconda fase della ricostruzione azzurra è pronta a partire con un piano ambizioso, concreto e ad alto tasso di investimento. L’obiettivo è chiaro: consegnare ad Antonio Conte una rosa completa all’80% già ai primi giorni del ritiro di Dimaro. Per farlo, il presidente è pronto a mettere sul piatto oltre 200 milioni di euro, tra risorse proprie e proventi da cessioni eccellenti.

Il mercato parte da Osimhen: clausola e addio

La partenza di Victor Osimhen (attualmente in prestito al Galatasaray) è il primo tassello: il Manchester United è in pressing, pronto a versare la clausola estera da 75 milioni, magari con l’inserimento di una contropartita tecnica come Rasmus Hojlund, attaccante danese che in Premier non ha convinto. Ma sullo sfondo c’è anche la Juventus, forte del rapporto tra Giuntoli e il nigeriano, anche se la clausola non vale per i club italiani e i rapporti tra i due club restano gelidi.

Difesa: Dragusin e altri tre nomi

Il reparto arretrato sarà profondamente rinnovato. Dopo aver ipotecato Marianucci dell’Empoli per 9 milioni, il Napoli punta su Radu Dragusin (Tottenham), pronto a tornare in Serie A dopo una stagione anonima in Premier. Restano sotto osservazione anche Beukema del Bologna e Solet dell’Udinese.

Centrocampo: ritorno di Veiga e occhi su Sudakov

A centrocampo torna d’attualità Gabri Veiga, talento spagnolo sfuggito al Napoli due stagioni fa e ora in uscita dall’Al-Ahli. I nomi caldi sono anche Georgiy Sudakov (Shakhtar) e Lewis Ferguson, reduce da un infortunio ma sempre stimato a Castel Volturno. Spunta anche un profilo giovane e interessante: Alvaro Montoro, italo-argentino del Velez con contratto in scadenza.

Attacco: Lang, Lookman e il piano per Lucca

Sulla fascia sinistra offensiva il casting è aperto. Garnacho resta un sogno complicato, ma il Napoli lavora su alternative concrete come Noa Lang (Psv), Paixao (Feyenoord) e Lookman, che potrebbe salutare l’Atalanta. Per il ruolo di vice-Lukaku (o alternativa vera), si stringe su Lorenzo Lucca, attaccante in crescita dell’Udinese.

La promessa del presidente

Il segnale è chiaro: De Laurentiis intende dare a Conte tutto ciò che serve per puntare in alto, senza più alibi o rimpianti. L’obiettivo non è solo il ritorno in Champions League, ma una squadra competitiva su tutti i fronti, costruita su misura per il tecnico pugliese. Il mercato sarà la risposta definitiva alla fame di successi del mister. E anche una sfida lanciata agli altri top club italiani.

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