Collegati con noi

Politica

Elezioni Comunali, Albertini si ritira a Milano: il centrodestra cerca candidati

Pubblicato

del

Gabriele Albertini si ritira per “ragioni personali” e cosi’ non solo a Roma, ma anche a Milano il centrodestra e’ ancora alla ricerca di un candidato per le prossime elezioni comunali, mentre la coalizione di centrosinistra cerca di stringere accordi per avere certezze sui nomi da sostenere ai ballottaggi. Aveva lasciato “un piccolo spiraglio” ancora aperto ma Albertini oggi lo ha definitivamente chiuso, rinunciando quindi a correre contro il sindaco uscente Giuseppe Sala. “Purtroppo devo comunicare che per un insieme di ragioni personali non posso accettare questa generosa opportunita’ offertami” ha spiegato l’ex sindaco di Milano, ribadendo pero’ “la disponibilita’ nel corso della futura campagna ad accompagnare il candidato sindaco, sia nei contenuti, sia nella definizione e nella partecipazione ad una lista civica”. Albertini potrebbe anche fare il vicesindaco in una giunta guidata da un “giovane che rappresenti le categorie produttive in vista della imminente ripresa. Un sondaggio nei giorni scorsi aveva dato Albertini come favorito in un eventuale ballottaggio contro Sala, forse per questo l’ex primo cittadino dopo aver gia’ rifiutato la candidatura con una lettera il 6 maggio scorso, si era preso un po’ di tempo per ripensarci. A volere con forza una ricandidatura di Albertini era stato il leader della Lega, Matteo Salvini, che l’aveva indicato come prima scelta per correre contro Sala. Adesso la coalizione, formata anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia, potrebbe pensare all’ex ministro e leader di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi, sul quale e’ tornato a puntare forte Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, che lo ha definito “un eccellente candidato sindaco”. Non fa nomi ne’ cognomi invece Matteo Salvini che assicura che “troveremo un uomo o una donna all’altezza sia a Milano che a Roma il prima possibile”, rimandando a un vertice con gli alleati in settimana per decidere”. Anche la situazione nella Capitale rimane infatti bloccata: i partiti della coalizione spingono su Guido Bertolaso e sperano su un suo ripensamento anche se l’ex numero uno della Protezione civile sembra fermo sul no. “Se non accettasse dovremo andare a un personaggio politico: penserei a Maurizio Gasparri. Ma intanto pensiamo a convincere Bertolaso”, ha detto Antonio Tajani. La corsa al Campidoglio e’ invece piu’ delineata per il centrosinistra: la strada e’ quella delle primarie a cui partecipa per il Pd l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che oggi ha iniziato la sua campagna elettorale e che avra’ tra i suoi avversari anche Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali. Ma un appello all’unita’ tra Pd, forze del centrosinistra e Movimento 5 stelle, arriva dal segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza: “sulle amministrative io penso che dovunque c’e’ ancora un margine per lavorare insieme da subito, noi quel margine dobbiamo andare a vederlo – ha detto nel corso dell’assemblea nazionale del partito rivolgendosi a Enrico Letta e Giuseppe Conte -. E bisogna essere chiari: dobbiamo assumere un impegno a scatola vuota, dicendo che dove non riusciremo a fare un accordo al primo turno lavoreremo assieme per sostenere il candidato di chi di questa famiglia e’ arrivato al secondo turno”.

Advertisement

Politica

Atto di clemenza per onorare Papa Francesco: la politica torna a discutere di indulto e liberazione anticipata

Casini, Boschi, Serracchiani e altri parlamentari rilanciano l’appello di Papa Francesco: proposto l’indulto per l’ultimo anno di pena. Forza Italia apre, centrodestra diviso.

Pubblicato

del

Nel clima sospeso di queste giornate post-festive, scosse dalla solennità dei funerali di Papa Francesco, la politica italiana rispolvera un tema delicato e mai risolto: l’atto di clemenza verso i detenuti, nel nome del Pontefice scomparso. È stato Pier Ferdinando Casini, con un intervento sul Corriere della Sera, a riaprire il dibattito, rilanciando l’appello di Papa Francesco per una giustizia più umana, espresso simbolicamente all’apertura dell’Anno giubilare nel carcere di Rebibbia.

A farsi portavoce di questa istanza anche il movimento radicale Nessuno Tocchi Caino, che ha proposto la liberazione anticipata per i detenuti con un solo anno di pena residua. Una proposta già sottoscritta da parlamentari di diversi schieramenti: Maria Elena Boschi (Italia Viva), Debora Serracchiani (Pd), Luana Zanella (Avs), Maurizio Lupi (Noi Moderati), fino ad arrivare a Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato.

“Un minimo di coerenza vorrebbe che la politica, commossa ai funerali del Pontefice, dia un segnale concreto, non solo retorico”, ha dichiarato Zanettin. A fargli eco, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: “Serve una misura straordinaria, non un perdono indiscriminato”.

Tuttavia, non mancano i contrasti: Fratelli d’Italia e Lega restano silenziosi o critici, ricordando le frizioni già esplose nel centrodestra quando, lo scorso anno, Forza Italia sembrava aprire alla proposta di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata. Apertura poi rientrata dopo le tensioni con gli alleati.

Intanto, al ministero della Giustizia, guidato da Carlo Nordio, il viceministro Francesco Paolo Sisto conferma che è allo studio un provvedimento sull’uso eccessivo della custodia cautelare, ma frena su condoni e amnistie: “È giusto dire che si esce dal carcere solo perché non c’è posto? No. Lo sfratto non è incline alla funzione rieducativa della pena”.

Il confronto resta acceso, ma l’eredità spirituale e sociale di Papa Francesco torna a farsi sentire anche nelle aule parlamentari, spingendo una parte della politica a immaginare un gesto di clemenza come segno di civiltà e memoria.

Continua a leggere

Politica

Giorgia Meloni guarda al 2027: “Realizzare tutto il programma, poi tornerò dagli elettori”

A metà legislatura Giorgia Meloni punta al 2027: “Portare a termine il programma del centrodestra”. Confronto con i sindacati l’8 maggio, riforme e lavoro in primo piano.

Pubblicato

del

A metà legislatura, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fissa già l’orizzonte del prossimo voto: il 2027, quando intende ripresentarsi agli italiani potendo dire “ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”. In un’intervista concessa ad AdnKronos, la leader di Fratelli d’Italia chiarisce di voler portare a termine l’intero programma del centrodestra, affrontando sfide ancora aperte come la natalità, il costo dell’energia e la sicurezza sul lavoro.

GUIDO CROSETTO MINISTRO DIFESA, LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI (Foto Imagoeconomica)

Il nodo lavoro e le critiche delle opposizioni

L’intervista arriva dopo un Primo Maggio segnato dalle dure contestazioni dell’opposizione. Elly Schlein accusa Meloni di “mentire a viso aperto sui numeri del lavoro”, mentre Giuseppe Conte parla di “presa in giro ai danni dei lavoratori” e Matteo Renzi sottolinea il record negativo di emigrazione dall’Italia: “191mila persone hanno lasciato il Paese nel 2023”. Meloni rivendica però i risultati raggiunti e lancia l’obiettivo di essere ricordata come la premier che ha aumentato l’occupazione e ridotto il precariato, annunciando il confronto con le parti sociali previsto per l’8 maggio e una dotazione di 1,25 miliardi per nuove misure in materia di lavoro e sicurezza.

Riforme e legge elettorale, la partita del premierato

L’orizzonte resta la primavera 2027, ma le voci di elezioni anticipate al 2026 continuano a circolare. Nel centrodestra, intanto, si intensificano le riflessioni sulla legge elettorale, strettamente connesse alla riforma del premierato, “madre di tutte le riforme” secondo Meloni. Non è un mistero che la presidente preferirebbe una forma di governo presidenziale, ma per ora ribadisce l’impegno sul testo in discussione alla Camera da dieci mesi.

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO ECONOMIA, LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI

“Sessismo contro di me nel silenzio generale”

Nell’intervista, Meloni confessa di essere rimasta “colpita” da “attacchi sessisti vergognosi” subiti in questi anni, lamentando l’indifferenza di chi si riempie la bocca con i diritti delle donne. La replica di Maria Elena Boschi (Italia Viva) non si fa attendere: “FdI ha usato sessismo contro di me per anni. Giorgia, basta chiacchiere e vittimismo. Governa se sei capace”.

Rapporti internazionali: da Trump a Macron

Meloni conferma la sua “relazione speciale” con Donald Trump, riconosciuta anche dalla Casa Bianca, e racconta del consiglio dato al presidente serbo Aleksandar Vucic prima del suo incontro a Mar-a-Lago con l’ex presidente Usa. “Meglio parlare con lui lì che a Washington”, avrebbe detto lei. Il legame con gli Stati Uniti resta saldo: “Difenderemo i nostri interessi con lealtà, ma senza subalternità”, spiega Meloni.

Sul fronte europeo, rivendica un rapporto pragmatico con Ursula von der Leyen, fondato su “stima e franchezza”, e auspica una rimodulazione del Green Deal. Conta di trovare una sponda nel possibile prossimo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e descrive i rapporti con Macron come “di collaborazione e sana competizione” tra due leader di famiglie politiche diverse, ma con interessi comuni.

Continua a leggere

Politica

Ministro Giuli: scudetto al Napoli? Rallegra il cuore di un romano e un romanista come me

Pubblicato

del

“Napoli non è in odore di scudetto, ma è in profumo di scudetto. Io sono romano e romanista, ma innamorato di Napoli. Sappiamo bene che in passato ci sono stati terribili episodi che hanno riguardato le tifoserie della Roma e del Napoli. Oggi sentire Napoli in profumo di scudetto è una cosa che rallegra il cuore di un romano e di un romanista”. Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sulla corsa scudetto, a margine della sua visita al cantiere dell’Albergo dei poveri a Napoli.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto