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Cronache

Varenne torna in pista ad Agnano: un omaggio commosso per i 30 anni e per ricordare Enzo Giordano

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Sarà una passerella più malinconica del previsto, ma anche un tributo denso di emozione quella che Varenne, il più grande trottatore di tutti i tempi, farà domenica prossima all’ippodromo di Agnano, in occasione del Gran Premio che porta il suo nome. L’evento, nato per celebrare i 30 anni del “Capitano”, si trasformerà in un omaggio al suo storico proprietario, Enzo Giordano, scomparso nei giorni scorsi a Napoli all’età di 71 anni.

A confermare la volontà di onorare comunque l’impegno è Giampaolo Minnucci, l’uomo che ha guidato Varenne verso la leggenda: “Sarà un modo per ricordare l’amico Enzo – spiega all’ANSA – e sono felice che Varenne sarà in pista come lui aveva chiesto. Per Giordano, quel cavallo era un patrimonio degli italiani, non una proprietà privata”.

Un cavallo leggendario, un’amicizia indissolubile

Varenne, nella sua carriera, ha conquistato 62 vittorie su 72 gare disputate, tra cui due Prix d’Amérique, due Elitloppet, tre Gran Premi della Lotteria, e ha incassato oltre sei milioni di euro. Ritirato dall’attività agonistica, ha proseguito la sua carriera come riproduttore, generando oltre duemila puledri. Oggi, a 30 anni, è ancora in forma e sarà la grande attrazione della giornata di corse ad Agnano.

Minnucci ricorda anche l’origine di quella storia straordinaria: “Chiamai Enzo per proporgli l’acquisto di Varenne, che costava parecchio. Accettò subito, anche perché gli piaceva il nome: durante il viaggio di nozze aveva soggiornato in Rue de Varenne a Parigi”.

Quell’intuizione fu l’inizio di un’amicizia lunga 30 anni, alimentata da successi sportivi e profonda complicità. “Giordano era un uomo straordinario – continua Minnucci – elegante, modesto, sincero e sempre pronto ad aiutare gli altri. Anche in un ambiente difficile come quello dell’ippica, è rimasto sempre una persona corretta e limpida”.

L’Italia intera a omaggio di un binomio storico

Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto ricordare Giordano: “Aveva visto giusto. Un cavallo così bello e fiero non poteva che diventare un campione. Varenne ha rappresentato l’orgoglio di una Nazione intera, anche di chi non aveva mai messo piede in un ippodromo”.

Domenica sarà un giorno di festa, ma anche di ricordi e commozione. L’omaggio a Enzo Giordano, attraverso il trotto elegante di Varenne, resterà inciso nella memoria dell’ippica italiana.

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La piccola orsa trovata in Molise ha completato lo svezzamento

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L’orsetta Nina, trovata a maggio da sola nei pressi di Pizzone (Isernia) è stata trasferita in un ambiente più simile alle condizioni naturali in cui dovrà vivere una volta libera. Lo ha reso noto il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con un post sui canali social. “Nina era stata trovata nei pressi di Pizzone (Isernia) all’inizio di maggio – si legge nel post – allevata con l’obiettivo di essere reintrodotta in natura non appena le condizioni lo permetteranno. Sabato scorso, i tecnici del Parco, biologi e veterinari, hanno provveduto a trasferire Nina in una nuova struttura.

L’orsetta ha completato con successo lo svezzamento, seguendo il protocollo sviluppato con il supporto di esperti internazionali, sia europei sia nordamericani. Ora può vivere in un ambiente più adatto alle sue esigenze attuali, molto più simile a ciò che incontrerà una volta tornata libera. Si tratta di un ampio recinto immerso nella natura, dove potrà continuare a crescere e prendere peso”. Nel post si ricorda anche che il nome dato all’orsetta “è stato selezionato dopo il concorso lanciato in occasione della seconda edizione della giornata dedicata all’orsa Amarena. Abbiamo deciso di accogliere la proposta degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Gesuè” di San Felice a Cancello (Caserta), che hanno suggerito proprio il nome Nina”.

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Omicidio Giulia Tramontano, legali di Impagnatiello: nessun agguato, fu un errore dettato dal narcisismo

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Non un agguato pianificato, ma un delitto “maldestro”, frutto di “errori” e di una personalità narcisistica incapace di sopportare il crollo della propria immagine. È questa la linea della difesa di Alessandro Impagnatiello, l’ex barista dell’Armani Café condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, assassinata a Senago il 27 maggio 2023.

Mercoledì si apre il processo d’appello davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano. L’avvocata Giulia Geradini, che difende l’imputato, chiederà di riformare la sentenza di primo grado, sostenendo che l’omicidio non fu premeditato ma la conseguenza tragica di una relazione doppia che Impagnatiello “avrebbe voluto interrompere”, ma che non è riuscito a gestire, sopraffatto dalla necessità di preservare un’immagine pubblica costruita con cura.

Le richieste della difesa: escludere le aggravanti

La difesa punta a escludere le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, non riconosciute dal gip Angela Laura Minerva già nella convalida del fermo, e chiederà il riconoscimento delle attenuanti generiche. Se accolte, queste richieste potrebbero ridurre la condanna a 30 anni.

Secondo l’avvocata, non ci sarebbe “alcuna prova” di un omicidio studiato nei dettagli: la dinamica sarebbe invece “grossolana e maldestra”, come dimostrerebbe il modo in cui Impagnatiello ha cercato di disfarsi del cadavere — bruciandolo con alcol e benzina — e di simulare la scomparsa della 29enne per quattro giorni, spostandone il corpo tra il box, la cantina e l’auto prima di abbandonarlo in un’intercapedine.

L’accusa: 37 coltellate e un corpo dato alle fiamme

La ricostruzione fatta dalla Corte in primo grado parla di 37 coltellate inferte tra le 19.05 e le 19.30 del 27 maggio. Un gesto di violenza estrema, seguito dal tentativo di cancellare ogni traccia, mentre il corpo della giovane, scopertasi poco prima tradita da una collega del compagno, veniva occultato per giorni.

A sostenere l’accusa in aula sarà la sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri, che si opporrà alla richiesta della difesa e chiederà la conferma dell’ergastolo.

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Attentati a commissariato e caserma CC per vendetta, un arresto

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Arrestato il presunto autore degli attentati incendiari avvenuti a febbraio scorso nelle sedi della compagnia carabinieri di Castel Gandolfo e del commissariato di polizia di Albano Laziale, vicino Roma. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, del ROS, e gli agenti della Digos di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Velletri su richiesta della Procura, nei confronti di un 34enne di origine egiziana, regolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia. E’ accusato di strage politica, ovvero commessa allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato. Il movente sarebbe legato a un rancore profondo e persistente nei confronti delle forze dell’ordine locali, maturato nell’ambito di vicende personali.

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