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Cronache

Due subacquei spezzini dispersi in una grotta di un lago a Santo Domingo

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Mistero sulla scomparsa di due sommozzatori spezzini in una grotta del Dudu’ Lagoon a Santo Domingo. Dei due si sono perse le tracce sabato scorso e da allora sono in corso le ricerche da parte di un gruppo di esperti speleo-sommozzatori del luogo. I due appassionati di subacquea sono Carlo Basso (nella foto), di 43 anni, e Carlo Barbieri, di 56 anni, entrambi con radici a Levanto (La Spezia). Secondo le prime, frammentarie informazioni i due si sono immersi nel lago El Dudu, nella provincia di Maria Trinidad Sanchez nella Repubblica Domincana, un’area protetta con un ambiente subacqueo ricco di grotte e cunicoli che collegano due specchi d’acqua e arrivano fino a 100 metri di profondita’. Basso e Barbieri, amici da anni, stanno trascorrendo un periodo di vacanza insieme. Basso, nato a Venezia e residente a Lavagna (Genova), ha lavorato come istruttore subacqueo a Levanto, dove vivono due figli. Barbieri, originario di Levanto, vive a Santo Domingo e ha tre figli. Secondo quanto si legge sulla pagina Fb di Dudu’ Lagoon le ricerche dei due sommozzatori spezzini sono affidate da ieri a due esperti subacquei ‘di grotta’ della Dominican Republic Speleological society (Drs) i quali avrebbero sottolineato che la grotta nella quale si sarebbero introdotti Carlo Basso e Carlo Barbieri e’ estremamente pericolosa e al suo ingresso vi sarebbe un cartello che avverte del pericolo: la grotta ha tra l’altro una estensione di 800 metri a una profondita’ di 27 metri. Sempre secondo quanto si legge nel post, i due subacquei italiani non avrebbero avuto la certificazione di immersione in grotta e avrebbero comunque ignorato il cartello all’ingresso della grotta, piuttosto esplicito: oltre a avvertire della pericolosita’ della zona si specifica anche “il dovuto allenamento che deve possedere chi passa i limiti di sicurezza”. La foto del cartello e’ stata inserita a corredo del post: accanto alla icona classica della Morte con mantello, cappuccio e falce in mano, sul cartello e’ scritto ‘Prevent your death – go no farther’, ‘previeni la tua morte, non andare oltre’. Phillip Lehman e Angel Compre’s, i due speleo-sommozzatori della Drs che stanno cercando i due sommozzatori italiani per la mancanza di visibilita’ provocata dalla rimozione del sedimento del lago e all’ambiente particolarmente stretto dove dovrebbero trovarsi i due avrebbero dovuto dovuto rimandare le ricerche a domani. “Grazie a tutti per la vostra solidarieta’ e preghiere per le famiglie di questi due subacquei – dice l’ultimo post della pagina social di Logoon Dudu – Rimaniamo in comunicazione”.

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Conclave, la maggioranza silenziosa pronta a incidere: i nomi in gioco e le strategie dei cardinali

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Settantina di voti tra Asia, Africa e Oceania: non bastano per eleggere un Papa, ma sono decisivi per condizionare la scelta finale.  Alla vigilia del Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco, c’è una maggioranza silenziosa che non si è ancora espressa nei media né nei gruppi di pressione organizzati: è quella formata dai cardinali di Asia, Africa e Oceania, che insieme rappresentano circa settanta voti. Non abbastanza per raggiungere il quorum (oggi fissato a 89 voti, il più alto della storia), ma abbastanza per incidere in modo determinante sull’esito finale.

I favoriti: Parolin ancora in testa

Nonostante le critiche interne al mondo bergogliano, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, resta tra i favoriti. I voti della diplomazia ecclesiale potrebbero convergere su di lui fin dalla prima votazione. Con lui, i cardinali Zenari, Filoni, Mamberti e Koovakad.

Il Papa “pastore” e i profili missionari

Tra i profili più apprezzati per la loro vicinanza alla gente ci sono due nomi forti:

  • Cristobal Lopez Romero, salesiano spagnolo e arcivescovo di Rabat;

  • Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, stimato per equilibrio e sobrietà.

Il riformista e l’uomo-ponte

Chi cerca un nuovo Francesco e non un suo clone punta invece su:

  • Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, profilo intellettuale e sensibile, ma penalizzato dal poco italiano;

  • Robert Francis Prevost, statunitense di formazione agostiniana e missionario in Perù, considerato un “ponte” tra tre mondi culturali.

Gli outsider pronti a sorprendere

Potrebbe tornare in corsa Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, forte di una fiducia consolidata nel mondo cattolico africano. Il cardinale Luis Antonio Tagle, filippino, rimane un nome carico di simpatia, specialmente in Asia.

Le new entry e i kingmaker

Tra le new entry da non sottovalutare:

  • Péter Erdő, ungherese, esperto di diritto canonico e volto del Congresso Eucaristico 2021;

  • Ángel Fernandez Artime, salesiano spagnolo e pro-prefetto del Dicastero dei Religiosi, molto stimato e considerato vicino a Papa Francesco.

Infine, un possibile “kingmaker”: il cardinale Fridolin Ambongo di Kinshasa. Figura di peso, capace di orientare il voto africano in caso di stallo.

Il Conclave si apre con molti scenari aperti. E la maggioranza silenziosa potrebbe diventare decisiva.

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Investito e ucciso a Roma, caccia a pirata strada

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E’ stato travolto da un furgone che, dopo l’impatto, l’ha lasciato sull’asfalto proseguendo la corsa. E’ morto così Luca Tucciarelli, pensionato 83enne, investito stamattina intorno alle 7 alla periferia di Roma. L’incidente è avvenuto nel quartiere in cui abitava, San Basilio. L’anziano era appena uscito di casa e si trovava nell’area del mercato rionale quando il veicolo, probabilmente un furgone o un autocarro, l’ha travolto. Qualcuno ha sentito un forte boato e poco dopo ha visto l’83enne a terra, immobile. Sono stati chiamati subito i soccorsi, ma purtroppo non si è potuto fare nulla per salvarlo. L’incidente è avvenuto intorno alle 7 in via Arquata del Tronto, all’incrocio con via Recanati. Sul posto pattuglie del IV Gruppo Tiburtino della polizia locale che hanno avviato indagini per risalire al conducente del mezzo.

I vigili stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i video delle telecamere di videosorveglianza ad ampio raggio. Dalle immagini potrebbero arrivare elementi importanti per risalire al modello e alla targa del veicolo visto da alcune persone andare via mentre Luca era sull’asfalto. In particolare, le telecamere potrebbero aver in quadrato il tragitto percorso in direzione del mercato o quello successivo al momento dell’investimento. Sconvolti i residenti di San Basilio, quartiere alla periferia di Roma, dove già in passato si sono verificati gravi incidenti.

“Abbiamo sentito un forte boato, poi abbiamo visto quell’uomo a terra” ha riferito qualcuno. E continua la scia di sangue sulle strade della Capitale dove, solo nei primi giorni di maggio, sono tre le persone travolte e uccise. Una escalation che ha portato l’associazione Movimento Diritti dei Pedoni a chiedere un incontro “formale” con l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè e con il comandante della polizia locale Mario De Sclavis. “Siamo sdegnati dalla timidezza con cui le istituzioni affrontano questa emergenza – ha sottolineato nei giorni scorsi la presidente dell’associazione, Francesca Chiodi -. Non neghiamo che siano in corso alcuni interventi (dai black point agli attraversamenti rialzati) ma la portata del problema è molto più grande e richiede un cambio di passo radicale e immediato”.

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Operaio muore a 24 anni precipitando da un ponteggio

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Il lavoro continua a uccidere; a tutte le età, in settori diversi. A pochi giorni dalla Giornata che lo celebra, altri due morti in Lombardia – un muratore di 24 anni e uno spedizioniere di 60 – si aggiungono al lungo elenco che, con le tre vittime registrate lunedì in Veneto, Lazio eCampania, portano il conto dei primi tre mesi dell’anno a 210 morti di lavoro, più di due al giorno. “Siamo di fronte a una strage, non un’emergenza” sono le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini La prima vittima è Endrit Ademi – 24 anni, italiano, nato in Kosovo e residente a Rovato, nel bresciano – stava rifacendo una facciata al terzo piano di un edificio in via Bassini, nel quartiere Lambrate a Milano per la ditta per cui lavorava, bresciana anche lei. É scivolato e sembra che il parapetto del ponteggio che doveva servire a contenerlo non abbia retto.

Il ragazzo è precipitato per oltre 12 metri, morendo sul colpo. Era un lavoratore scrupoloso e infaticabile, raccontano i colleghi sotto choc mentre il personale dell’Ats raccoglie le testimonianze durante l’intervento degli agenti della Polizia locale e dei vigili del fuoco che hanno isolato la zona per metterla in sicurezza. Il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti, è addolorato: “un ragazzo non può morire a 24 anni, e certo non per guadagnarsi la giornata”. Un pensiero che rappresenta il sentimento del paese dove il 24enne viveva. “È una tremenda tragedia che colpisce, in maniera crudele, tutta la nostra comunità”, aggiunge. La Procura di Milano, con il pm Maria Cristina Ria, ha disposto l’autopsia e aperto un’inchiesta sulla morte del ragazzo, che era regolarmente assunto, per verificare le condizioni di sicurezza del cantiere.

Così come la stessa Procura aprirà un’inchiesta anche per la morte di Roberto Vitale, 60 anni, deceduto durante la notte perché travolto dalla motrice di un camion nel piazzale del deposito della Dhl a Carpiano, sempre nel Milanese. Alla guida del mezzo un suo collega di 62 anni che non si è accorto di lui. L’uomo, dopo aver scaricato della merce per conto di un’azienda bresciana di trasporti, si era incamminato nel piazzale della Dhl. Il buio, la stanchezza sua e del collega, forse, l’hanno ucciso. Vitale lavorava come autista ed era assunto con contratto a tempo pieno dal 2018. Lo rende noto la BS Autotrasporti S.p.A. esprimendo “profondo cordoglio per il tragico evento che ha colpito il proprio dipendente”.

“Nel corso degli anni – spiegano dall’azienda – ha dimostrato grande professionalità e dedizione al proprio lavoro, conquistando la stima e l’affetto di colleghi e collaboratori. Tutta l’azienda si stringe con commozione attorno alla famiglia, agli amici e ai colleghi, partecipando sentitamente al loro dolore”. Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si tratta dunque di “una vera e propria strage. La logica è sempre quella: si continua a morire perché la salute e la sicurezza sono considerate un costo e, anziché investire, si continua a far morire le persone”. “Conta il profitto, al centro c’è il profitto, non la persona e la persona diventa una macchina – conclude Landini – è sempre la solita logica. Vincenzo Greco della segreteria Cgil di Milano pensa che non basti più continuare a parlare genericamente di sicurezza.

“Servono ispettori del lavoro, e a Milano ce ne sono solo 20, formazione, regole e responsabilità chiare – ha spiegato -. C’è bisogno di un impegno concreto da parte di aziende e istituzioni. Serve, soprattutto, una cultura del lavoro e della prevenzione che rimetta al centro la vita, la sicurezza e la salute delle persone”. “Stop alla politica degli annunci – è la sua richiesta – non è più accettabile che si risponda a ogni tragedia con parole vuote e misure di facciata. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta dello Stato e del sistema produttivo”.

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