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Dopo aver offerto un’isola a largo di Dubai, il narcotrafficante napoletano Imperiale mira a sconto pena

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Dopo l’offerta alle autorità italiane, nel novembre scorso, di un’isola artificiale al largo di Dubai, il narcotrafficante Raffaele Imperiale chiede uno sconto di pena. A formulare l’istanza è stato oggi uno dei suoi legali, l’avvocato Maurizio Frizzi il quale, con il collega Giovanni Ricco del foro di Genova, compone il suo collegio difensivo. Nel corso della discussione che si è tenuta oggi a Napoli, davanti al gup Maria Luisa Miranda, l’avvocato di Imperiale ha incentrato la sua arringa sulle ragioni per le quali l’aggravante della transnazionalità contestata a Imperiale dovrebbe essere esclusa.

L’avvocato ha anche sostenuto che esiste una continuazione tra l’attuale procedimento giudiziario e le due sentenze passate in giudicato con le quali Imperiale è stata condannato in quanto fornitore “stabile e sistematico del clan Amato-Pagano”. Il riconoscimento della continuazione comporterebbe un vantaggio per Imperiale: una pena molto più lieve dei 14 anni e 10 mesi chiesti dal pm Maurizio De Marco. Si tratta dello stesso ragionamento che lo portò a ottenere, dopo due gradi di Cassazione, a una condanna tutto sommato modesta, 5 anni e 10 mesi di reclusione, a fronte dei 18 anni in primo grado. Infine, anche in considerazione dell’offerta formulata alle autorità italiane, di donare un’isola artificiale al largo di Dubai, il legale chiede di riconoscergli uno sconto di pena più consistente, due terzi invece che la metà. Lo scorso 4 dicembre il pm Maurizio De Marco ha chiesto 14 anni e 10 mesi di reclusione per Imperiale. Durante l’udienza è stata anche sollevata un’eccezione di incostituzionalità sulla legittimità delle intercettazioni decriptate inserite nel compendio indiziario.

L’isola in questione, quella riconducibile a Imperiale, si chiama Taiwan ed è stata offerta nel corso di una precedente udienza: fa parte dell’arcipelago artificiale creato dal nulla al largo di Dubai e il suo valore attuale non è stato ancora stimato sebbene si ritenga che acquistarla oggi costerebbe diverse decine di milioni di dollari. Diversi anni fa Imperiale, inoltre, fece ritrovare in una villa del Napoletano anche due preziosissime tele di Vincent Van Gogh poi restituite al museo di Amsterdam dedicato al famosissimo pittore olandese. Oggi, nel corso del processo che vede imputate venti persone, tutte ritenute componenti un’associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti, è stata anche sollevata un’eccezione di incostituzionalità che ha fatto registrare una replica del pm Maurizio De Marco. L’eccezione riguarda la legittimità delle chat decriptate che fanno parte del quadro indiziario disegnato dalla Procura di Napoli e a proporla è stato il collegio difensivo dell’indagato Mario Simeoli. In relazione a questo aspetto il giudice Maria Luisa Miranda ha annunciato che si pronuncerà in occasione della prossima udienza, programma per il 12 febbraio. Sull’utilizzabilità delle conversazioni criptate si sta anche attendendo il pronunciamento della Corte di Cassazione, che è annunciato per il 29 febbraio.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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