Collegati con noi

In Evidenza

De Luca non molla: il governatore rilancia e avverte il Pd sul futuro della Campania

Pubblicato

del

Quel «Keep calm» pronunciato da Vincenzo De Luca nella sua consueta diretta social del venerdì suona tutt’altro che rassicurante. Più che un invito alla serenità, ha il sapore minaccioso di un avvertimento, come il celebre «Enrico stai sereno» che precedette la fine del governo Letta. A pochi giorni dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito il limite ai mandati per i presidenti di Regione, il governatore campano è tutt’altro che rassegnato. Chiuso nel suo ufficio a Palazzo Santa Lucia, De Luca non ha preso parte a iniziative pubbliche, ma stamane riunisce i capigruppo della maggioranza. Tutti attendono di capire le sue reali intenzioni. E qualcuno lo fa con un certo timore.

I paletti del governatore: niente giardinetti, niente Fico

Nella diretta social, De Luca ha ribadito tre concetti chiave: primo, non accetterà passivamente il «mercato delle candidature» che si starebbe consumando a Roma; secondo, rivendica il diritto a scegliere chi ha «dimostrato di saper governare» e non «prodotti della politica politicante»; terzo, a chi lo vuole già ai giardinetti, risponde con sarcasmo: «Keep calm. I problemi cominciano ora». Le elezioni regionali in Campania sono ancora lontane — almeno sei-sette mesi — ma il clima si è già fatto rovente.

Il nome di Fico e il sospetto di una strategia a orologeria

Senza mai nominarlo direttamente, De Luca fa intendere che il suo bersaglio è Roberto Fico, ex presidente della Camera e volto di punta del Movimento 5 Stelle, dato come papabile candidato alla successione. Un’ipotesi che il governatore vede come fumo negli occhi. «Alla prima uscita Fico ha detto che il termovalorizzatore di Acerra va spento. E quante gaffe ancora farà da qui all’autunno?», osserva un fedelissimo. Il sospetto è che il Pd stia preparando una transizione senza De Luca. Ma lui non ha alcuna intenzione di fare da spettatore.

L’ipotesi di un patto col centrodestra e il caso Giosy Romano

Tra le indiscrezioni che circolano con sempre maggiore insistenza, c’è anche quella di un possibile appoggio del centrodestra a Giosy Romano, figura di fiducia del governo Meloni a capo della Zes unica, ma da sempre molto vicino allo stesso De Luca. Un’ipotesi che alimenta i sospetti di una manovra per costringere il Pd a trattare, anche in vista delle scelte per il successore alla guida della Regione. «Se Bonaccini va in Europa e Decaro alla Regione Puglia, perché De Luca deve sparire dall’album delle figurine del Pd?», si domandano i suoi sostenitori.

Continuità e programmi: la linea del governatore

Il governatore rilancia il concetto di continuità, sottolineando come sia indispensabile «ragionare sul futuro partendo dai programmi in corso, cioè dall’attuale lavoro del governo regionale e dalle cose che vanno completate». La sua posizione è chiara: vuole partecipare alla definizione della nuova leadership campana, se non da candidato, almeno da regista. E anche sulla sentenza della Consulta condivide le posizioni del presidente veneto Luca Zaia: «Una pura idiozia, in un Paese democratico si chiamano i cittadini a decidere».

Tra Renzi, Taruffi e il Pd: il confronto entra nel vivo

Nel frattempo il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, apre a Fico: «Mai messo veti, farlo è roba da adolescenti». Ma lunedì sarà il Partito Democratico a fare il punto in un vertice con i dirigenti nazionali Igor Taruffi e Davide Baruffi. Il dopo-De Luca è già cominciato. Resta solo da capire se sarà con o senza De Luca.

Advertisement

In Evidenza

Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

Pubblicato

del

Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

Continua a leggere

Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

Pubblicato

del

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

Continua a leggere

Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

Pubblicato

del

Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto