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 Dal clima ai tumori, fondi Ue a 32 progetti italiani

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L’Europa punta sui giovani ricercatori e assegna 628 milioni di euro 400 scienziati autori di progetti destinati a dare forma al futuro. L’ultima tornata dei fondi del Consiglio Europeo della Ricerca destinati ai ricercatori all’inizio della carriera vede l’Italia quarta su 24 Paesi europei con 32 progetti dopo Germania (87), Francia (50) e Paesi Bassi (44), ma seconda su 44 nazionalità nella classifica che comprende anche i ricercatori italiani che lavorano all’estero, come sta accadendo ormai da anni. In questo caso la Germania è ancora prima con 66 premiati, l’Italia ne ha 57 e seguono a distanza Francia (32) e regno Unito (24). Una novità di quest’anno, sottolineata anche dalla presidente dell’Erc Maria Leptin, è l’aumento considerevole delle donne che si sono aggiudicate i fondi: il 43% contro il 39% del 2022. “Fa parte della nostra missione – ha aggiunto Leptin – dare ai talenti che sono all’inizio della loro carriera l’indipendenza necessaria a perseguire la loro attività di ricerca guidata dalla curiosità e che potrà modellare il nostro futuro”.

Quanto la ricerca europea sia vivace lo dice il grande numero delle proposte presentate all’Erc (2.696) e secondo le previsioni i finanziamenti assegnati potrebbero generare oltre 2.600 borsisti post-dottorato, dottorandi e altro personale presso le istituzioni ospitanti. Le scienze fisiche si sono aggiudicate quasi la metà dei finanziamenti (circa 170) e le scienze umane (con circa 120 progetti) hanno superato le scienze della vita (circa 110) e i temi vanno dall’astrofisica alla medicina, al calcolo quantistico. Come misurare gli effetti dei social media e mitigare l’impatto negativo è il tema del progetto di Michela Carlana, uno dei sette vincitori presentati da altrettanti ricercatori dell’Università Commerciale ‘Luigi Bocconi’ di Milano, al primo posto in Italia per numero di finanziamenti. Gli altri sei vincitori della Bocconi sono Luca Braghieri, Erika Deserranno, Daniele Durante, Nicola Limodio, Debora Nozza e Scott Williamson. I meccanismi dello sviluppo embrionale sono il tema dii uno dei quattro progetti vincitori dell’Università di Padova, diretti da Ivano Ciardelli, Onelia Gagliano, Irene Gallina e Gabriele Stevanato.

In buona posizione, fra i 32 vincitori italiani, è anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con tre progetti diretti da Paola Cattaneo, Stefano Cresci, Anna Guerra, dedicati alla rigenerazione del muscolo cardiaco, alla moderazione dei contenuti sulle piattaforme online e soluzioni per ottimizzare il processo decisionali nelle reti. Sono tre anche i progetti vinti dal Politecnico di Milano, con Giulia Acconcia, Chiara Paganelli e Giuseppe Maria Paterno, su temi che vanno dalla lotta ai tumori attraverso la fluorescenza e la radioterapia all’utilizzo dei batteri come vettori di farmaci. Muscoli artificiali per aiutare le persone con disabilità motoria alle mani e lotta al cambiamento climatico attraverso la riduzione artificiale di CO2 nell’atmosfera sono i temi dei due progetti vincitori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con Leonardo Cappello e Francesco Lamperti.

Si sono infine aggiudicati il finanziamento di un progetto le Università di Bolzano (Giorgio Ernesto Bonacchini), Torino (Giacomo Bonan), Bari (Vito Cacucciolo), Genova (Alessandro Pellis), Pavia (Luca Rinaldi), Firenze (Asa Skuladottir). Un finanziamento anche per l’Università di Napoli l’Orientale (Sara Borrillo), il Gran Sasso Science Institute (Serena Cenatiempo), (Università Vita-Salute San Raffaele (Marco De Giovanni), Istituto nazionale di fisica nucleare e Università di Ferrara (Martina Gerbino), Fondazione Bruno Kessler (Andrea Micheli), Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Giovanni Stabile) e Fondazione istituto Firc di Oncologia Molecolare (Claudio Vernieri).

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Clima, in Italia rischio rincaro per 23% dei cibi preferiti

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Il 23% dei prodotti alimentari preferiti dagli italiani, dal caffè al tonno, dalle banane al cioccolato, potrebbe subire un significativo aumento di prezzo a causa del cambiamento climatico. Lo afferma un nuovo rapporto di Christian Aid, organizzazione religiosa di soccorso e sviluppo di 41 chiese cristiane di Regno Unito e Irlanda spiegando che i Paesi in via di sviluppo da cui provengono molti prodotti della lista della spesa delle famiglie italiane “stanno subendo gli effetti della siccità, del caldo e delle inondazioni”. Sette dei 25 principali partner commerciali dell’Italia per le importazioni, spiega l’associazione, “sono Paesi con un’elevata vulnerabilità climatica e un basso grado di capacità di adattamento e sono Brasile, Vietnam, Ecuador, India, Argentina, Uganda e Colombia”.

La situazione, avverte Christian Aid nel rapporto in cui esamina la minaccia climatica sulle filiere alimentari in Regno Unito, Germania e Italia, “non può che peggiorare se i Paesi ricchi non manterranno la loro promessa di investire 100 miliardi di dollari per il clima e di raddoppiare i finanziamenti per le strategie di adattamento entro il 2050, come promesso alla Cop di Glasgow. Il prezzo del caffè importato dal Brasile, spiega il rapporto, “è aumentato a causa di una combinazione di siccità e gelate, attribuite al cambiamento climatico, che hanno contribuito a far scendere le riserve globali di caffè al livello più basso degli ultimi vent’anni. La produzione di tonno in scatola proveniente dalla Costa d’Avorio sarà seriamente influenzata dai cambiamenti climatici e la pesca intensiva, con ribassi fino al 36% entro il 2050”.

Luca Bergamaschi, co-direttore di Ecco, il Think tank italiano per il clima rileva che “lo stile di vita degli italiani potrebbe essere radicalmente stravolto dagli impatti climatici. Per preservare la cultura tradizionale italiana è necessario intensificare gli sforzi a livello globale per raggiungere le emissioni zero e adattarsi a un nuovo clima”.

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È l’estate più calda di sempre

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La più calda estate di sempre nel mondo, e il 2023 che sarà probabilmente l’anno più bollente mai registrato, mentre un vortice mediterraneo fa almeno 11 vittime tra Grecia, Bulgaria e Turchia, lambendo anche l’Italia: i possibili effetti dei cambiamenti climatici sono purtroppo sempre più di attualità con i dati dell’osservatorio europeo Copernicus e i nuovi fenomeni meteorologici, che fanno anche intervenire il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Il nostro pianeta – ha avvertito – ha appena sopportato una stagione bollente: l’estate più calda mai registrata. Il collasso climatico è iniziato”.

La stagione giugno-luglio-agosto del 2023 è stata secondo Copernicus “di gran lunga la più calda mai registrata a livello globale, con una temperatura media di 16,77 gradi centigradi, 0,66 gradi sopra la media. Il mese di agosto 2023 è stato il più caldo a livello globale e più caldo di tutti gli altri mesi. La temperatura superficiale dell’aria in media globale di 16,82 gradi registrata nell’agosto 2023 è stata di 0.71 gradi più calda della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 per il mese di agosto. Ogni giorno dal 31 luglio al 31 agosto 2023 le temperature superficiali marine medie globali hanno superato il precedente record di marzo 2016. “Con l’agosto più caldo, seguito dai mesi più caldi di luglio e giugno – ha dichiarato Samantha Burgess, Vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus – i record di temperatura globale continuano a infrangersi nel 2023, portando l’estate boreale 2023 ad essere la più calda registrata nei nostri dati che risalgono al 1940. Il 2023 è attualmente al secondo posto tra gli anni più caldi, a soli 0.01ºC dal 2016, quando mancano ancora quattro mesi alla conclusione dell’anno”.

Le temperature continuano a registrare valori elevati anche in Paesi, come la Gran Bretagna, abituati in passato ad altre temperature. Il primato assoluto di quest’anno in una singola località britannica, 32,2 gradi registrati a giugno, potrebbe essere battuto questo mese nelle aree più colpite dall’afa. E’ stata infatti proclamata l’allerta meteo arancione (2/a per impatto dopo quella rossa) nel West Yorkshire, il Devon e la Cornovaglia, nell’ovest dell’Inghilterra, oltre a talune aree costiere gallesi. Ma la cappa del caldo si fa sentire pure a Londra. E mentre la Gran Bretagna fa i conti con l’afa, la Grecia, la Turchia e la Bulgaria sono alle prese con un vortice mediterraneo che ha causato almeno 11 vittime a causa delle inondazioni. Il fenomeno, spiega Giulio Betti, meteorologo del Consorzio Lamma-Cnr, “sarà intenso anche nel nostro Paese, ma non paragonabile alla violenza del ‘Medicane’, il ciclone mediterraneo che quasi due anni fa colpì lo Ionio”. “Il vortice attualmente in azione, bloccato tra due aree di alta pressione – aggiunge – ha scaricato l’energia accumulata passando sul Mar Egeo e sul Mar Nero, dove l’umidità ha fatto da benzina per i temporali.

Solo in Grecia sono stati registrati 800 millimetri di pioggia in 24 ore, battendo il record nazionale delle precipitazioni nel periodo. Il vortice ora va calmandosi, non prima però di aver lambito il Sud-Est dell’Italia”. Le piogge che colpiranno l’Italia, secondo i modelli previsionali, aggiunge Betti, “si verificheranno in mare aperto, dove a causa dei forti venti sarà difficoltosa la navigazione. E sulla costa si registreranno mareggiate”. Gli effetti del vortice in Italia, secondo il meteorologo, non hanno “nulla a che vedere con quelli del ciclone ‘Apollo'”, che tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 2021 provocò in Sicilia danni ingenti e 3 vittime. In quel caso si trattò di un uragano mediterraneo, detto anche Tlc (Tropical like cyclone) o ‘Medicane’, che si manifestò con violente piogge e allagamenti. Da sabato, comunque, le condizioni meteorologiche miglioreranno anche nella parte dell’Italia lambita dal vortice.

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Clima, dall’Europa 1 miliardo di euro per l’Africa

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Un impegno da un miliardo di euro dell’Unione europea per l’Africa, che ha le potenzialità per diventare una “superpotenza delle energie rinnovabili”, ma che è divisa su vari fronti, ha segnato la seconda delle tre giornate del Vertice sul clima in Africa, in corso a Nairobi in vista della Cop28 di Dubai. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato un’iniziativa per attirare gli investimenti privati, basata fra l’altro sui green bond: “Insieme alla Banca europea per gli investimenti e ai nostri stati membri, stiamo per stanziare un miliardo di euro per ridurre il rischio degli investimenti privati nei mercati emergenti”, ha dichiarato al summit, aggiungendo che “sulla transizione verde i finanziamenti pubblici non sono sufficienti. Questo vale per l’Europa, ma anche per i mercati emergenti. Sarà necessario mobilitare il capitale privato su larga scala”.

L’obbiettivo europeo è quello di destinare al continente africano metà del “Global Gateway”, un piano di investimenti da 300 miliardi di euro. Introducendo l’iniziativa Ue “Idrogeno verde” in Kenya – alla cui firma, insieme al presidente keniano William Ruto, ha assistito anche il sottosegretario italiano all’Ambiente, Claudio Barbaro – Von der Leyen ha chiesto ai paesi africani di lavorare in sinergia e presentare alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (la Cop28) del prossimo novembre-dicembre “una proposta per la fissazione di un prezzo globale del carbonio”.

L’Africa può diventare “una superpotenza delle energie rinnovabili”, ha affermato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, intervenendo al summit, in cui ha chiesto ai leader dei Paesi del G20 che si riuniranno in India nel fine settimana di “assumersi le proprie responsabilità” nella lotta al cambiamento climatico. “L’energia rinnovabile potrebbe essere il miracolo africano – ha proseguito Guterres -. Ma dobbiamo fare in modo che accada”, guidando i paesi sviluppati verso una doverosa “giustizia climatica” e una “correzione di rotta” nel sistema finanziario globale, che possa provocare un’azione accelerata per il clima nel contesto dello sviluppo sostenibile. I paesi ricchi “devono mantenere la promessa di fornire 100 miliardi di dollari all’anno ai Paesi in via di sviluppo per il sostegno all’adattamento climatico”, ha insistito il segretario generale delle Nazioni unite.

Il positivo “clima” di annunci, in cui si sono imposti gli Emirati Arabi Uniti con un investimento da 4,5 miliardi di dollari nell’energia pulita, è stato guastato dal fallimento nella stesura di una bozza della “dichiarazione di Nairobi”, che mercoledì deve suggellare il vertice. Diversi i contrasti su questioni sollevate da giganti continentali come Egitto, Sudafrica e Nigeria. I capi di Stato e di governo ci riproveranno domani, a conclusione della tre giorni di dibattiti, discorsi e incontri bilaterali cui hanno partecipato delegazioni italiane dei ministeri degli Affari Esteri e dell’Ambiente con il governo: come ha riferito l’inviato speciale per i cambiamenti climatici, Francesco Corvaro, l’Italia è sempre più impegnata nei partenariati con i paesi africani, con impegni rafforzati soprattutto nel settore agroalimentare.

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