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Dai social media offensiva contro fake sulla salute

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Da Facebook a Instagram: l’offensiva contro le fake news e per un’informazione affidabile nel campo della salute passa anche per i social network. L’ultima iniziativa in ordine di tempo riguarda proprio Facebook, che mette da qualche giorno in guardia coloro che accedono a gruppi cosiddetti no-vax o free-vax, in cui si esprimono posizioni critiche sulle vaccinazioni, spiegando che sul tema dei vaccini e della salute c’e’ bisogno di informazioni verificate e aggiornate, rimandando anche con un link al sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’. “Questo gruppo parla di vaccini – si legge infatti nell’avviso di Facebook, che compare quando si cercano gruppi no-vax -. Quando si tratta di salute, tutti desideriamo informazioni affidabili e aggiornate. Prima di iscriverti a questo gruppo, scopri perche’ l’Organizzazione mondiale della Sanita’ consiglia i vaccini per ostacolare molte malattie”. Non si tratta di una censura di questi gruppi, comunque accessibili, piuttosto l’obiettivo e’ invitare alla riflessione. A favore dell’iniziativa il virologo Roberto Burioni, in prima linea a favore delle vaccinazioni. “Un plauso a Facebook Italia, che senza operare alcuna censura, ricorda a chi vuole iscriversi a un gruppo antivaccinista che la salute e’ una cosa importante e che e’ bene informarsi da fonti affidabili”, scrive infatti sul proprio profilo Burioni. Sulla stessa scia, quella di dichiarare guerra alla disinformazione (come gia’ qualche mese fa il social network aveva annunciato di voler fare, rendendo meno visibili le bufale sui vaccini), Facebook ha vietato negli Usa diversi gruppi che promuovono la ‘Cansema salve nero’, un trattamento del cancro della pelle pericoloso e non provato. Un unguento, una pasta a base di radice di sanguinaria canadensis (pianta da fiore erbacea perenne) e cloruro di zinco che e’ cosi’ caustica da corrodere la pelle. La comunita’ medica mette fortemente in guardia contro il suo utilizzo, negli Usa l’Fda, l’ente regolatorio per gli alimenti e i medicinali, non ne consente la vendita, ma un piccolo gruppo di persone ritiene che possa curare il tumore della pelle ‘eliminando’ solo le cellule cancerose. La segnalazione e’ arrivata da un report del portale BuzzFeed News e anche YouTube ha rimosso dei video su questo unguento, mentre Amazon un libro. Con Facebook anche Instagram, poi, non resta a guardare quando si tratta di salute. I due social network proibiranno infatti anche agli influencer di pubblicizzare prodotti del tabacco e sigarette elettroniche oltre che armi. Il giro di vite, riporta la Cnn, dovrebbe prendere il via nelle prossime settimane, mentre altri prodotti come alcol e integratori alimentari avranno comunque delle restrizioni parziali.

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Manovra, bufera sulla tassa al 26% per gli affitti brevi: critiche da maggioranza e associazioni di categoria

Pioggia di critiche sull’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26%. Protestano proprietari e associazioni, mentre la maggioranza valuta modifiche e mediazioni.

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Non piace ai proprietari, non piace alle associazioni di categoria e divide la stessa maggioranza. La proposta del governo di portare dal 21% al 26% la cedolare secca sugli affitti brevi (foto Imagoeconomica) ha inaugurato in Senato il ciclo di audizioni sulla legge di Bilancio con una raffica di critiche e richieste di modifica.

Il vicepresidente nazionale della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), Maurizio Pezzetta, ha parlato chiaro: “Siamo molto preoccupati per l’innalzamento della cedolare secca, non serve a nessuno”. Secondo Pezzetta, il vero problema del mercato immobiliare non sono gli affitti turistici, che rappresentano meno del 2% del totale delle abitazioni italiane, ma “la fiscalità elevata, la rigidità dei contratti e il rischio di morosità”.


Lupi (Noi Moderati): “Ridurre la tassa sui contratti lunghi”

La misura non convince nemmeno parte della maggioranza. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha annunciato un emendamento alternativo per ridurre la tassazione sugli affitti a lungo termine, portandola al 15%.
“Non serve scoraggiare gli affitti brevi – ha spiegato – ma incentivare quelli a lungo termine, per aiutare gli italiani che nelle grandi città faticano a trovare casa a prezzi sostenibili”.

Anche Forza Italia e Lega si sono dette pronte a rivedere la norma, che secondo le stime dovrebbe garantire coperture per 130 milioni di euro a partire dal 2027.


Giorgetti: “Nessuna misura punitiva, ma serve una scelta di priorità”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha smorzato i toni, chiarendo che l’aumento non è “una questione di vita o di morte”:
Non c’è alcuna intenzione punitiva verso i proprietari. Ma bisogna capire se vogliamo premiare le locazioni residenziali o quelle turistiche rivolte agli stranieri”.

Una mediazione è comunque già allo studio: l’ipotesi sul tavolo prevede di fermare l’aumento al 23% anziché al 26%, cercando un compromesso che soddisfi Parlamento e mercato.


Commercialisti: “Serve equilibrio fiscale e più chiarezza”

Un giudizio più equilibrato arriva dal Consiglio nazionale dei commercialisti, che considera “positivo” l’impianto generale della manovra, apprezzando in particolare il taglio della seconda aliquota Irpef al 33% e il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti.

Il tesoriere delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto, ha però chiesto di modificare l’articolo 18, che subordina il pagamento dei compensi ai professionisti alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva, e di rivedere i limiti alla compensazione dei crediti d’imposta: “Bloccare la possibilità di usare i crediti per coprire contributi Inail e Inps rischia di mettere in difficoltà molte imprese”.


Verso una mediazione

Il confronto politico e tecnico è appena iniziato, ma la tensione è alta.
La maggioranza è divisa, le associazioni dei proprietari premono per il ritiro della norma e il ministero dell’Economiacerca una soluzione di equilibrio che non penalizzi né i piccoli locatori né il gettito pubblico.

La discussione proseguirà nelle prossime ore in Senato, dove la legge di Bilancio si annuncia come uno dei passaggi più delicati della legislatura.

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Piano casa, stretta sugli sfratti: tempi più rapidi e stop all’avviso di rilascio per gli inquilini morosi

Il governo prepara una stretta sugli sfratti: tempi ridotti, stop all’avviso di rilascio e nuove regole per gli inquilini morosi. La Lega punta anche agli sgomberi veloci per seconde e terze case.

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Il governo accelera sul piano casa e prepara una stretta sulle procedure di sfratto (foto Imagoeconomica), con l’obiettivo di ridurre tempi e costi. Dopo i paletti introdotti dal decreto Sicurezza per le occupazioni abusive delle prime case, l’esecutivo punta ora ad agire anche su morosità e finte locazioni.

Il provvedimento, attualmente in fase di definizione, potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nelle prossime settimane, sotto forma di disegno di legge governativo. La base di partenza è il testo proposto dalla deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri, che prevede l’istituzione di un’autorità dedicata a semplificare e accelerare le procedure di rilascio degli immobili.


Stop all’avviso di rilascio e tempi certi per l’esecuzione

Tra le principali novità, l’eliminazione della notifica di preavviso di rilascio: l’affittuario moroso non sarà più avvisato sulla data esatta dell’esecuzione, che scatterà automaticamente dall’undicesimo giorno dopo l’intimazione del precetto.

In caso di mancato sgombero entro 30 giorni, il proprietario potrà procedere direttamente allo smaltimento dei beni mobili lasciati nell’immobile. I contratti di locazione, comodato e affitto di azienda diventeranno titoli esecutivi al pari delle sentenze, permettendo così l’avvio immediato delle procedure.

Per gli inquilini morosi che vogliano regolarizzare la propria posizione, sarà possibile sanare i debiti solo due volte in quattro anni, con maggiorazioni sugli importi dovuti e sulle spese legali.


La Lega spinge per estendere gli sgomberi rapidi

La Lega lavora intanto a un nuovo “pacchetto sicurezza” che potrebbe confluire nello stesso provvedimento. L’obiettivo è estendere gli sgomberi rapidi anche alle seconde e terze case, oggi escluse dalla normativa sugli immobili occupati abusivamente.

Il decreto Sicurezza ha già introdotto la possibilità di intervento immediato delle forze dell’ordine nel caso di occupazione della prima casa del proprietario, ma il Carroccio vuole ampliare la tutela anche alle abitazioni al mare o in montagna.


Reazioni politiche e critiche dell’opposizione

Dal fronte politico arrivano posizioni differenti. Forza Italia, per voce del vicesegretario Stefano Benigni, apre alla riforma: “Più rapidi sono gli sfratti, prima i proprietari potranno tornare in possesso dei loro immobili. È un passo verso la normalità del mercato”.

Le opposizioni invece criticano la linea del governo. Matteo Renzi (Italia Viva) si chiede che fine abbia fatto il “piano casa da 15 miliardi” annunciato mesi fa, mentre il Pd definisce la riforma “un’arma di distrazione di massa”. Il Movimento 5 Stelle parla invece di “stretta repressiva” che rischia di colpire le fasce più deboli.


La discussione è appena iniziata, ma la direzione appare chiara: il governo vuole rendere più rapide e incisive le procedure di sfratto, puntando a un equilibrio tra tutela della proprietà e sostegno a chi vive in difficoltà economiche.

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Manovra in Senato, banche e imprese chiedono modifiche: “Serve più equilibrio per crescita e competitività”

La Manovra arriva in Senato tra le pressioni di banche e imprese. L’Abi stima un gettito aggiuntivo di 9,6 miliardi in quattro anni, Confindustria chiede incentivi più lunghi, e Fimaa critica l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi.

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Titolo SEO: Manovra in Senato, banche e imprese chiedono modifiche: “Serve più equilibrio per crescita e competitività”

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Suggerimento per immagine: Aula del Senato durante la discussione sulla legge di bilancio, con faldoni e documenti sui banchi dei parlamentari.


La Manovra arriva in Senato tra le richieste di modifiche di banche, imprese e associazioni

La Manovra economica approda in Senato e con essa si apre il confronto tra governo, opposizioni e categorie produttive. A esprimere posizioni critiche — ma in toni diversi — sono banche, industriali, associazioni d’impresa e rappresentanti del settore trasporti, tutti concordi nel chiedere correzioni e incentivi più mirati per sostenere crescita e competitività.

Il provvedimento è ora all’esame della commissione Bilancio, dove si susseguono le audizioni di rappresentanti del mondo economico. Intanto, da Bergamo, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha aperto a modifiche mirate: “C’è margine per migliorare la Manovra, soprattutto rendendo triennali le misure su iper e super ammortamento”.


Abi: “Un impatto da 9,6 miliardi, ma le banche restano al fianco del Paese”

Il fronte più esposto è quello bancario. L’Abi, guidata dal direttore generale Marco Elio Rottigni, ha stimato un get­tito aggiuntivo complessivo di 9,6 miliardi di euro in quattro anni, ma anche mancati ricavi pari a circa 800 milionidovuti alla minore liquidità che avrebbe potuto essere impiegata in titoli di Stato fino al 2030.

Rottigni ha sottolineato come il nuovo impianto fiscale — che include aumento dell’aliquota Irap, differimento della deducibilità fiscale e sblocco delle riserve — gravi sull’intero comparto, “anche sulle piccole banche”. L’Abi avrebbe preferito “una formula come lo scorso anno, con anticipo di liquidità senza impatti patrimoniali”, ma ha ribadito che gli istituti “appoggiano ancora una volta la situazione generale del Paese” e restano “disponibili al dialogo”.


Imprese e trasporti: “Misure da rivedere per non bloccare l’operatività”

Tra le associazioni di categoria, Conftrasporto ha definito “particolarmente critica” la norma che vieta la compensazione dei crediti d’imposta ai fini dei versamenti contributivi e previdenziali: “Le imprese di autotrasporto utilizzano i rimborsi delle accise per compensare Inps e Inail — ha spiegato — e il divieto rischia di paralizzare il settore”.

Confetra ha invece chiesto di stabilizzare l’Ires premiale per le imprese virtuose, mentre Asstra ha espresso preoccupazione per il definanziamento del contratto del Tpl.
Da parte loro, Confapi e Alleanza Coop chiedono un pacchetto di misure ad hoc per aiutare le aziende che soffrono i nuovi dazi internazionali.


Affitti brevi e cedolare secca: Fimaa contesta l’aumento al 26%

Uno dei temi più discussi riguarda l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, dal 21% al 26%.
Una misura inutile che non risolve nulla”, ha dichiarato Maurizio Pezzetta, vicepresidente nazionale di Fimaa, spiegando che “gli affitti turistici rappresentano meno del 2% delle abitazioni italiane”.

Il vero nodo, per Fimaa, resta quello delle case sfitte, dovuto a “fiscalità elevata, contratti rigidi e rischi di morosità”.


Verso nuove audizioni e un confronto politico acceso

Il dibattito sulla Manovra proseguirà nei prossimi giorni con una serie di “audizioni ombra” organizzate dal Partito Democratico.
Mercoledì interverranno i leader di Cisl e Uil, giovedì Confindustria, e martedì 11 novembre la Cgil.

Nel frattempo, dal governo e dalla Lega arrivano nuovi segnali di apertura. Matteo Salvini ha ribadito la richiesta di un contributo “più sostanzioso da parte delle banche”, ma ha assicurato che l’obiettivo resta “migliorare la Manovra senza compromettere l’equilibrio generale dei conti pubblici”.

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