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Cultura

Da Picasso a Tim Burton, a Milano una mostra a settimana

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Da Pablo Picasso a Dolce e Gabbana, da Edvard Munch a Mike Bongiorno, fino al regista Tim Burton con il suo straordinario universo creativo. Sono quasi cinquanta le mostre in programma nel 2024 a Milano, a Palazzo Reale e nelle altre sedi del Comune, in pratica una a settimana a conferma di un’offerta varia. Il 2023 del resto è stato un anno da numeri record con oltre 3 milioni di visitatori nelle mostre e nei musei del Comune, mentre nelle sedi espositive delle mostre temporanee sono arrivati 1.475.776 visitatori (oltre il 40% in più rispetto al 2022).

Sono “dati positivi che non sono un punto di arrivo, ma uno sprone per proseguire con la collaborazione tra arte, turismo e mostre”, ha osservato l’assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi. Mentre il sindaco Giuseppe Sala ha parlato di “numeri che ci danno fiducia e ci permettono di rilanciare in modo convinto sul 2024”, ha sottolineato. Il 2024 e il 2025 saranno all’insegna dell’arte moderna e soprattutto contemporanea, protagonista assoluta del programma espositivo, nel segno del rapporto tra l’Italia e la Francia, tra Milano e Parigi, che inizia con il grande ritorno di Pablo Picasso.

Sono ben due le esposizioni a lui dedicate: una a Palazzo Reale da settembre, in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris, che seguirà il filo rosso del suo status di “eterno straniero” in Francia; e l’altra al Mudec, in collaborazione con i principali musei spagnoli e gli eredi di Picasso. In maggio, sempre a Palazzo Reale, l’artista Ercole Pignatelli reinterpreterà invece in chiave performativa Guernica, il capolavoro di Picasso, dipingendo nell’arco di sei giorni una tela della stessa dimensione, in occasione dei settant’anni dalla straordinaria esposizione di Guernica in Sala delle Cariatidi.

Ad inaugurare le mostre del 2024 sarà, il 24 febbraio, ‘Giuseppe De Nittis artista europeo’, la più completa monografica sul pittore che conquistò Parigi, con in esposizione ben 90 opere. Da febbraio sempre a Palazzo Reale è in programma una mostra dedicata a Brassaï, il fotografo ungherese di nascita e francese d’adozione con immagini iconiche dal 1930 al 1958. Grazie alla collaborazione con la Francia dal 19 marzo aprirà sempre nella stessa sede ‘Cézanne e Renoir. dalle collezioni del musée d’Orsay e dell’Orangerie’. E nasce da una collaborazione con il musée d’Orsay e con il Getty Museum di Los Angeles la monografica di Paolo Troubetzkoy in programma nel 2026 alla GAM-Galleria d’arte moderna. Dall’arte alla moda con la mostra ‘Dal cuore alle mani. Dolce e Gabbana’ che animerà Palazzo Reale ad aprile, mentre nel 2025 sarà la volta di Dalì e il suo legame con la moda. In concomitanza con i 70 anni della Rai a settembre spazio, a Palazzo Reale, all’esposizione che ripercorre la vicenda personale e professionale di uno dei suoi principali protagonisti, Mike Bongiorno, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Mostra del centenario anche per Enrico Baj, mentre l’anno di Palazzo Reale si chiuderà con Edvard Munch con opere provenienti dal Munch Museet di Oslo e una dedicata alla fotografia di Ugo Mulas.

Alla Fabbrica del Vapore nel 2024 arriverà il genio di Tim Burton con la mostra “Labirynth”, un viaggio nell’universo creativo del regista di Beetlejuice, Batman, Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas. Anche i musei civici contribuiscono alla proposta espositiva temporanea. Al Museo del Risorgimento, ad esempio, in occasione dei 100 anni dell’anniversario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, la Fondazione Anna Kuliscioff realizzerà in autunno, in collaborazione con le Civiche Raccolte Storiche, una mostra storico-documentaria per indagare a fondo la figura di Matteotti e la sua relazione con la città di Milano. Già in programma, invece, nel 2025 alla Gam-Galleria d’Arte Moderna di Milano la mostra dedicata a Giuseppe Pellizza da Volpedo, che dialogherà con il Quarto Stato, capolavoro protagonista della collezione permanente del Museo.

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Cultura

Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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Cultura

La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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