“Abbiamo fatto un lavoro enorme, anche dal punto di vista finanziario: pensate che il Governo ha dato 400 milioni di euro per tutti i Comuni italiani, la sola Regione Campania investe 604 milioni”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, presenta così il piano socio-economico messo in campo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “Sono fondi del bilancio regionale – precisa – fondi sviluppo e coesione, fondi europei non ancora impegnati, fondi che riguardano il Patto per la Campania, cioe’ fondi nostri. Abbiamo fatto una riprogrammazione di tutto, gli interventi previsti sulle infrastrutture li abbiamo spostati sugli aiuti alle famiglie, alle persone, alle imprese e ai professionisti. Abbiamo di fronte un’emergenza che ci obbliga a dare in primo luogo respiro alle persone e alle imprese”. Questo “sforzo enorme”, avverte De Luca, “non servira’ a niente se non usciremo dall’epidemia”. Ribadisce quindi l’appello a essere responsabili, perche’ “i due fine settimana che abbiamo davanti sono decisivi per avviarci al superamento della crisi. Se in queste due settimane ci rilassiamo o adottiamo comportamenti di massa irresponsabili – chiarisce – torniamo daccapo”.
Il presidente della Campaniachiede quindi ai cittadini “10-15 giorni di sacrificio”, poi “da dopo Pasqua, o da fine aprile, possiamo cominciare realisticamente a pensare a una seconda fase nella vita del nostro Paese”. Al di la’ dei singoli interventi, spiega De Luca, “abbiamo cercato di sburocratizzare al massimo le procedure”, per “far arrivare subito le risorse ai soggetti beneficiari”, evitando “misure ripetitive rispetto a quelle nazionali o dei Comuni”. Sul fronte delle politiche sociali il piano prevede un investimento di 272 milioni. Ci sara’ un bonus di 600 euro per persone con disabilita’ non gravissime o famiglie con figli autistici, per uno stanziamento complessivo di 30 milioni. Ai Piani sociali di zona saranno trasferiti 39 milioni per le persone con gravi disabilita’, alla rete complessiva dei servizi sociali territoriali vanno 57 milioni. Per due mesi, inoltre, si porteranno a 1.000 euro tutte le pensioni che sono sotto questa soglia.
“E’ una misura che vogliamo presentare anche al Governo – riflette De Luca – perche’ un Paese che consente che ci siano pensioni anche di 490 euro non e’ civile”. Ci saranno anche contributi ai Comuni piu’ interessati dalla presenza di migranti per migliorare l’alloggio (1,4 mln), garantire servizi di trasporto (350 mila euro) e assistenza sanitaria (1 mln). Tra le misure di sostegno alle aziende c’e’ un contributo una tantum di 2.000 euro, da aggiungere ai fondi nazionali, alle microimprese artigiane, commerciali o industriali con meno di 10 dipendenti e fino a 2 milioni di fatturato, oltre a un credito a tasso zero per investimenti fino a 20mila euro. Ai professionisti e autonomi con fatturato sotto i 35mila euro, che hanno registrato una riduzione dell’attivita’ lavorativa, sono destinati 80 milioni, attraverso un contributo di 1.000 euro una tantum, in aggiunta ai 600 euro del Governo. Previsto anche un bonus da 1.500 a 2.000 euro per le aziende agricole, del settore pesca, dell’ortofrutta e della zootecnia, con provvedimenti specifici per sostenere la filiera bufalina (20 mln) e il settore florovivaistico (10 mln). Ci sono 30 milioni per il comparto turistico, a sostegno dei lavoratori stagionali, circa 25 mila persone, che riceveranno 300 euro per quattro mensilita’, anche in questo caso in aggiunta agli interventi nazionali. La Regione destina infine 45 milioni per le politiche abitative, con contributi sull’affitto e per i mutui sulla prima casa, oltre a sostegno al fitto dei locali commerciali.
La strage dell’amianto continua, 7 mila vittime lo scorso anno in Italia, 60 mila in 10 anni. E il nostro paese, superando Germania e Francia, ha il triste record europeo per decessi da mesotelioma, il male invisibile. Più di 200 mila mila sono i decessi per malattie correlate nel mondo, dati rilevati con preoccupazione dall’Onu che secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto possono essere sottostimati perché non considerano gli Stati ‘canaglia’ che omettono di segnalare e registrare i casi di malattia e morte per amianto, e dei decessi per esposizione ambientali. Domani si celebra la giornata per ricordare le vittime di questa sostanza ed Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, riferisce: “Sono stati 7 mila i morti solo nel nostro paese nell’ultimo anno, e il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi.
Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni”. Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, materiale utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Poiché intercorrono di solito alcuni decenni tra l’esposizione e l’eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila. Tutti i casi di mesotelioma vengono segnalati al Registro nazionale mesoteliomi. L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992. “Ma l’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia – aggiunge Bonanni -. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell’amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime”.
L’indice di mortalità è di circa il 93% dei casi. Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi professionali, operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio. Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati. Secondo le statistiche dell’Oms sono circa 125 milioni i lavoratori in tutto il mondo ancora esposti alla sostanza cancerogena, e più di 107mila che muoiono ogni anno a causa dell’amianto. Per quanto riguarda l’Italia nel 2024, sono presenti “40 milioni di tonnellate di amianto all’interno di un milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali, e 42 di interesse nazionale.
La situazione è ancora più drammatica – aggiunge l’Osservatorio – in quanto il pericoloso cancerogeno è presente anche negli edifici di 2.500 scuole (stima 2023), all’interno delle quali sono esposti più di 352.000 alunni e 50.000 soggetti del personale docente e non docente. Ancora, 1.500 biblioteche ed edifici culturali compresi almeno 500 ospedali (stima per difetto perché la mappatura Ona è ancora in corso), hanno componenti in amianto nelle strutture e negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici”.
“Auto e moto che sfrecciano a tutta velocità, impennate, drift e acrobazie folli si ripetono nelle notti di Afragola, in particolare nella zona dell’Ipercoop”. E’ quanto hanno segnalato diversi residenti al deputato Francesco Emilio Borrelli. “I cittadini sono esasperati e terrorizzati. Non possiamo aspettare che si verifichi una tragedia per intervenire. Raduni illegali, corse clandestine, manovre pericolosissime con auto, moto e scooter sono ormai un’abitudine inaccettabile nelle notti afragolesi – sottolineano in una nota il deputato Francesco Emilio Borrelli, e i consiglieri comunali di Afragola e Casoria, per Europa Verde, Antonio Iazzetta e Salvatore Iavarone – Chiederemo alle autorità competenti di rafforzare immediatamente i controlli nella zona, predisponendo presidi fissi e monitoraggi mirati nelle ore notturne. Servono identificazioni, multe e sequestri dei mezzi. Non si può tollerare che il diritto alla sicurezza dei cittadini venga messo a rischio dall’incoscienza di chi pensa di poter trasformare le nostre strade in piste di velocità”.
“La verità e le eventuali responsabilità le definirà la magistratura nella quale ho massima fiducia. Se qualcuno ha sbagliato pagherà. Ma le eventuali responsabilità vanno ricercate scientificamente e dimostrate giuridicamente. Chi si occupava della funivia lo faceva con dedizione ed amore, sino a prova contraria. Vi sono stati errori, omissioni, superficialità? Vengano fuori, sia fatta giustizia”. Lo scrive Umberto De Gregorio, presidente Eav, la società di gestione della Funivia del Faito ritornando sulla caduta della cabina verificatasi lo scorso 17 aprile con la morte di quattro persone e il ferimento di un’altra. Nelle parole di De Gregorio nessun cenno diretto a quanto accaduto durante i funerali di ieri del macchinista Eav, Carmine Parlato. La moglie, Elvira, ha preso la parola dall’altare sottolineando che quanto accaduto “non è stata una fatalità” chiedendo che “chi ha messo a repentaglio al vita di esseri umani, ne risponda”.
Il presidente Eav sottolinea che “giustizia è cosa diversa dal giustizialismo , secondo cui ‘qualcuno comunque deve pagare’. Per quanto mi riguarda il mio compito è assicurare le risorse finanziarie per garantire la sicurezza: sotto questo aspetto ho la coscienza pulita in merito all’incidente sulla funivia: mai lesinato sulle risorse. La coscienza è a posto, il cuore è a pezzi”. Poche ore prima, De Gregorio aveva lanciato la proposta di un premio alla memoria di Carmine Parlato aggiungendo che l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata che vede indagate 4 persone tra dirigenti e dipendenti Eav con le ipotesi di omicidio colposo plurimo e disastro colposo “si preannuncia complessa vista anche la zona impervia in cui la cabina della funivia improvvisamente è precipata”.
Oggi a Castellammare è arrivata per il riconoscimento delle salme che si trovano in obitorio la sorella del 65enne Derek Winn e cognata di Elaine Margaret, 58 annni, coppia britannica morta nel crollo della cabina. Momenti di commozione per la donna che si è recata nella stazione da dove partiva la Funivia, deponendo dei fiori, poi ha incontrato il sindaco Luigi Vicinanza. Con i due inglesi e con Parlato è morta la 25enne israelo palestinese Janan Suliman mentre il fratello Thabet, di 23 anni, con il quale stava viaggiando in Italia, unico sopravvissuto della tragedia, ancora ricoverato nella terapia intensiva nell’ospedale del Mare di Napoli, sta migliorando: in ripresa i parametri della respirazione del ragazzo, dopo la sospensione della sedazione.