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Cina in affanno, Pil non decolla e cala la popolazione

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 La Cina va in affanno nel 2023 tra il Pil che non decolla e la popolazione che cala pericolosamente per il secondo anno consecutivo, una vera emergenza per il Partito comunista. L’anno si è chiuso con numerosi grattacapi per il presidente Xi Jinping, segnali di un 2024 più complesso: la crescita è stata del 5,2%, in linea con l’inconsueta anticipazione fatta martedì a Davos dal premier Li Qiang, ma oltre il “circa 5%” di obiettivo governativo. Se si esclude il periodo della pandemia del Covid-19, il Pil dello scorso anno è il più basso dal 1990. Con la deflazione radicatasi nell’ultimo trimestre e i consumi ancora stagnanti, gli economisti temono che la Cina possa cadere in un circolo vizioso in cui il calo dei prezzi e la debolezza della domanda finiscano per rafforzarsi a vicenda, come nel Giappone degli anni ’90.

Il rischio di ‘nipponizzazione’ dell’economia è stato amplificato dalla riluttanza ideologica di Xi di fare leva sul denaro pubblico per rilanciare le fasi del post-pandemia, a dispetto di quanto è avvenuto in Occidente, azzerando l’aspettativa di stimoli più corposi e la fiducia di famiglie e imprese. Pesano, poi, la grave crisi immobiliare, le tensioni geopolitiche con gli Usa e gli sforzi di alcune nazioni occidentali per ridurre la dipendenza dalla Cina o per diversificare le proprie supply-chain. L’export (-4,6% nel 2023) è in contrazione per la domanda più debole dei principali partner commerciali tra Usa, Ue e Sud-Est asiatico, così come l’import (-5,5%) su deboli consumi.

A sorpresa, l’Ufficio nazionale di statistica ha ripreso a pubblicare il dato sulla disoccupazione giovanile sospesa a luglio dopo che era schizzata al record del 21,3%: a dicembre è stata del 14,9%, ma nel nuovo calcolo al netto della popolazione studentesca. Tuttavia, è la bomba demografica che agita i sonni alla Zhongnanhai, la città rossa della leadership comunista a due passi da Piazza Tienanmen. Alla fine del 2023 la popolazione della Repubblica popolare è scesa di 2,08 milioni di persone, a 1,409 miliardi, con una flessione più marcata rispetto alle 850.000 del 2022, anno del primo calo dal ‘Grande balzo in avanti’ degli degli anni ’60 voluto da Mao Zedong, causa della ‘Grande Carestia’. Secondo l’Onu, lo scorso aprile l’India ha strappato al Dragone lo scettro di nazione più popolosa al mondo.

Per risolvere il problema e rilanciare le nascite, il Pcc ha offerto incentivi, tra alloggi, benefici fiscali e contanti. Ha invocato il patriottismo, invitando le donne ad essere “buone mogli e madri”. Lo stesso Xi si è espresso a favore dei valori “della famiglia tradizionale” al XIII Congresso nazionale delle donne di fine ottobre. Gli sforzi continuano a non sortire gli effetti desiderati. Il tasso di natalità nel 2023 è stato di 6,39 ogni 1.000 persone, aggiornando il minimo storico del 2022 di 6,77; quello di mortalità, nel frattempo, è salito a 7,87 per 1.000 persone (da 7,37), dopo la revoca delle restrizioni anti-Covid alla fine del 2022. Considerando i dati ufficiali sui decessi nel 2023, sono circa 1,1 milioni quelli in eccesso secondo un calcolo sulla media degli anni precedenti, imputabili con ogni probabilità al nuovo coronavirus. La crisi demografica, arrivata prima di quanto quasi tutti si aspettassero, sta già mettendo a dura prova i sistemi sanitari e pensionistici deboli e sottofinanziati. Un incubo per la leadership di Xi.

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Re Carlo migliora e riprende gli impegni pubblici

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Re Carlo III sta meglio e si prepara a riprendere la prossima settimana le attività pubbliche di rappresentanza della monarchia britannica che aveva dovuto suo malgrado interrompere per sottoporsi alle terapie per un non precisato cancro, annunciato ufficialmente lo scorso 5 febbraio. Si tratta di un ritorno per ora limitato, “per ridurre al minimo i rischi per la ripresa” del sovrano, come ha precisato in un comunicato Buckingham Palace, ma arriva dopo che i medici di corte si sono detti “molto incoraggiati” dai progressi delle cure, destinate ad andare avanti. Le notizie rassicuranti per il Regno Unito sono state accompagnate da una nuova foto ufficiale raffigurante Carlo, 75 anni, con la regina Camilla, diffusa proprio per segnare questo importante momento, in cui la coppia a braccetto appare unita e sorridente.

L’agenda del sovrano è così già tornata, anche se con tutte le cautele del caso, a prevedere i cosiddetti ‘public engagements’, gli appuntamenti ufficiali in cui il sovrano appare in pubblico e incontra i sudditi; e per mostrare solidarietà e vicinanza a quanti si stanno curando per un tumore è stato scelto come primo impegno la visita a un centro oncologico, dove Carlo incontrerà medici e pazienti. Il Palazzo ha annunciato inoltre che il re e la regina riceveranno a giugno l’imperatore giapponese e l’imperatrice consorte: un evento eccezionale, considerando che si tratta della prima visita nel Regno di un capo di Stato nipponico dal 1998. Secondo la Bbc, Carlo, che mal sopportava il limite imposto alla sua attività come aveva rivelato la stessa Camilla, si sente “fortemente incoraggiato” dalla prospettiva di un graduale ritorno alla normalità.

Se da un lato non mancano quindi i segnali di cauto ottimismo per la salute del sovrano, dall’altro “è troppo presto per dire” quanto tempo durerà ancora il suo trattamento, come ha precisato Buckingham Palace. L’annuncio sulla salute di Carlo è stato comunque accolto con gioia dal premier Rishi Sunak, che ha scritto sul suo profilo di X: “Splendida notizia per concludere la settimana”.

E arriva dopo una serie di altri segnali positivi nelle ultime settimane in cui il re aveva iniziato a farsi vedere in pubblico, come in occasione della messa di Pasqua a Windsor, a differenza della principessa Kate, alle prese anche lei con un tumore e sottoposta a chemioterapia, come ha annunciato lei stessa lo scorso mese in un video toccante. Il sovrano era stato d’altra parte già autorizzato a partecipare ad impegni ufficiali all’interno di Palazzo con più persone, dopo che in precedenza questi erano limitati a pochi presenti, come il primo ministro Sunak nei consueti incontri settimanali, oltre a ricevere un sostanziale via libera ad una visita ufficiale di due settimane in Australia a ottobre con la regina Camilla.

In tutt’altro senso va invece la rivelazione sensazionalistica del giornale online americano Daily Beast, secondo cui in base a fonti non precisate sarebbero stati aggiornati i piani per la Operation Menai Bridge, il nome in codice per organizzare il funerale di Carlo, ipotizzando un peggioramento del sovrano. Palazzo non ha risposto a queste voci, preferendo annunciare direttamente il ritorno di Carlo all’attività pubblica.

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Putin firma, Gazprom gestirà le filiali della Ariston

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Con una decisione inattesa, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.

Lo scorso anno Putin aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all’ agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l’intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell’Agenzia. Nel caso di Ariston e Bosch, invece, la gestione viene trasferita, sempre “temporaneamente”, ad un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo. Sulla vicenda è intervenuto in serata il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Dopo l’inattesa decisione Governo Russo sulla gestione di Ariston Thermo Group – ha scritto su X – ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano e’ al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali”

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Frammento di missile iraniano trovato nel deserto israeliano

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Un grosso frammento di un missile iraniano, lanciato verso Israele, è stato scoperto casualmente da un gruppo di turisti in una zona desertica nel sud di Israele. Lo riferisce la Tass, citando un rapporto dell’Idf. Il missile scoperto era del tipo “superficie-superficie” e sarebbe stato intercettato dalla difesa aerea israeliana durante l’attacco iraniano.

A scoprirlo alcuni giorni fa un gruppo di escursionisti durante un viaggio nei pressi della città di Arad, nel deserto della Giudea, 25 km a ovest del Mar Morto. Per recuperare il frammento è stato coinvolto un elicottero da trasporto militare dell’aeronautica israeliana. Ora sarà esaminato da specialisti del servizio antincendio e di salvataggio. I militari hanno ricordato che le persone non dovrebbero mai avvicinarsi o toccare i frammenti dei missili, perché possono comunque rappresentare una minaccia per la vita, e hanno esortato le persone a chiamare immediatamente la polizia se tali frammenti vengono scoperti.

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