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Cronache

Casal di Principe, inaugurato il commissariato di Polizia

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Taglio del nastro a Casal di Principe per l’inaugurazione del nuovo commissariato di Polizia, un presidio di legalità in un territorio difficile, per anni roccaforte della camorra.

A scoprire la targa all’esterno della struttura sono stati il ministro dell’interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia Lamberto Giannini. Il commissariato è al centro della cittadina, in un immobile confiscato alla camorra che fino al 207 era un presidio distaccato della squadra mobile di Caserta, un gruppo di bravi investigatori che ha portato avanti grandi operazioni e catture eccellenti. Il Prefetto Giannini ha voluto ricordare il sacrificio di don Peppe Diana, ucciso nella sua chiesa a Casal di Principe he non ‘può essere dimenticato. Una luce che continua e dobbiamo andare avanti, ha detto il capo della Polizia.

 

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Cronache

‘Devi stare a casa a pulire’, marito condannato

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Segregata in casa, chiusa a chiave e impossibilitata ad uscire. Quando il marito era fuori, la giovane di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino, incinta, sarebbe stata sorvegliata dalle cognate. “Non sai fare la donna di casa. Tu sei donna e devi solo stare a casa a pulire e cucinare” diceva il marito venticinquenne alla moglie di 19 anni. I giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, lo hanno condannato a tre anni e sei mesi di reclusione. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di maltrattamenti e sequestro di persona. Difeso dall’avvocato Santo Lucia, l’imputato dovrà risarcire con 15mila euro la ragazza che si è costituita parte civile nel processo, con l’assistenza dell’avvocato Gianluca Sprio.

I fatti sono avvenuti tra febbraio e settembre del 2021, periodo in cui la giovane era in gravidanza. La ragazza sarebbe stata picchiata e offesa ripetutamente: “I tuoi genitori sono zingari, tu sei diventata ‘signora’ solo grazie a me”. Accuse e mortificazioni che il marito giustificava per la scarsa efficienza della moglie nei lavori domestici. Stando a quanto è emerso durante il processo, nel febbraio 2021, dopo avere fatto il test di gravidanza e scoperto di aspettare un bambino, la ragazza sarebbe stata picchiata per costringerla a non raccontare a nessuno che era incinta. E poi, ancor terrorizzata dall’uomo, anche attraverso messaggi whatsapp, che la minacciava di sottrarle la bambina qualora non avesse obbedito ai suoi ordini. La 19enne, a un certo punto, ha trovato il coraggio di denunciare vessazioni, offese, minacce, maltrattamenti e ha raccontato di essere stata segregata in casa

. Sempre a Palma di Montechiaro (per lo scrittore e giornalista Giuseppe Fava il destino di nascere da quelle parti si poteva spezzare “soltanto cercando altrove il modo la maniera di sopravvivere”), martedì scorso un quarantottenne ha aggredito e lanciato acido contro la moglie, rimasta ustionata alla guancia destra e alla spalla. La donna lo aveva denunciato e, da metà novembre, era ospite, assieme alla figlia nata da una precedente relazione, in una casa protetta. Martedì la cinquantenne ha commesso la leggerezza, senza dire niente né alla polizia né agli operatori della struttura, di recarsi nella casa coniugale per prendere dei vestiti, avvisando il marito in anticipo, con il quale ha avuto un nuovo, ennesimo litigio con conseguenze drammatiche.

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Cronache

Cassazione: mani al collo della moglie è tentato femminicidio

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Un marito che prende per il collo la moglie, dopo averla spinta verso il muro, deve rispondere di tentato omicidio e non soltanto di maltrattamenti o lesioni, anche se non ci sono ferite. Lo afferma la Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a dieci anni per un uomo che, pur avendo ammesso di avere usato violenza sulla donna, aveva impugnato la sentenza di secondo grado tentando di dimostrare di non avere mai provato a ucciderla. Per i giudici però a contare sono i “potenziali effetti dell’azione”. E’ quanto scrive questa mattina il Messaggero.

La Corte ha respinto la difesa dell’uomo: “La scarsa entità (o anche l’inesistenza) delle lesioni provocate alla persona offesa – scrivono i giudici – non sono circostanze idonee a escludere di per sé l’intenzione omicida, in quanto possono essere rapportabili anche a fattori indipendenti dalla volontà dell’agente, come un imprevisto movimento della vittima, un errato calcolo della distanza o una mira non precisa, ovvero, come nella specie, all’intervento di un terzo”. Fu infatti il figlio minore della coppia a intervenire interrompendo l’aggressione.

L’aggressione si era consumata in provincia di Brescia. La donna aveva chiesto l’intervento dei carabinieri, accusando il marito di avere tentato di strangolarla. Durante le indagini, le dichiarazioni della vittima erano state confermate dal figlio. L’uomo l’aveva spinta contro il muro e, esercitando una pressione crescente, l’aveva sollevata da terra, provocandone l’offuscamento della vista e una momentanea perdita di conoscenza.

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Falsa pasta Igp Gragnano sequestrata in pastificio consorziato

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Oltre due quintali di falsa pasta di Gragnano IPG sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata (Napoli) in un pastificio aderente al consorzio che tutela il prodotto il quale però ne acquistava grandi quantità, perlopiù a Boscoreale, nel Napoletano, che vendeva dopo il confezionamento e l’etichettatura in sede. Quella accertata dai finanzieri è una grave violazione del disciplinare emanato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il quale prevede invece che l’intero ciclo di produzione e confezionamento debba avvenire all’interno del territorio del Comune di Gragnano. Il rappresentante legale della società è stato segnalato alla Procura della Repubblica per i reati di frode nell’esercizio del commercio e di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.

L’analisi della pasta sequestrata – che ha evidenziato, per esempio, l’assenza della trafilatura al bronzo, ha consentito di scoprire la maxi truffa. Nel pastificio infedele sono stati sequestrati oltre 400 pacchi già sistemati nelle confezioni natalizie pronte per la vendita che avrebbero fruttato guadagni per oltre 1.200 euro. Trovata anche la documentazione che attestava l’ acquisto del prodotto già lavorato da pastifici esterni al territorio gragnanese. Se i controlli di sicurezza alimentare forniranno esiti positivi la falsa pasta di Gragnano IGP sarà devoluta in beneficienza a enti e strutture caritatevoli. Ulteriori accertamenti sono in corso per individuare e sequestrare altra falsa pasta IGP ancora in vendita che, com’è noto, anche attraverso il web, finisce sui mercati esteri. (

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