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Cartelli sessisti in discoteca fiorentina, proteste

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Su un cartello c’era scritto “O me la dai o me la prendo”, su un altro ‘Check in’ con una freccia indirizzata verso il basso ventre. E’ accaduto durante un evento in programma al Blanco Beach bar di Firenze, le foto della serata sono poi apparse in un post sulla pagina social del locale, scatenando una serie di polemiche e accuse di sessismo. Il post è stato poi eliminato dopo aver ricevuto una serie di commenti negativi. Tra questi quello postato sulla propria pagina Instagram dal collettivo ‘Le panche network’ commentava: “In un sistema in cui violenze, molestie e sopraffazioni sono all’ordine del giorno, il Blanco ci offre l’esempio concreto di quanto una cultura basata sul possesso e sulla deumanizzazione dei corpi siano egemonica. Quanto, cioè, la narrazione dell’abuso sia forte al punto tale da innervarsi anche nell’industria dell’intrattenimento e del divertimento”.

Secondo quanto riportato dall’edizione fiorentina del quotidiano La Repubblica, che ha scritto della vicenda, i cartelli sarebbero stati tra i gadget forniti da una società esterna per le serate ‘Aerofun’ in programma il venerdì sera fino a fine luglio nel locale fiorentino. Varie le frasi scritte sui cartelli colorati, incluse quelle che hanno dato il via alla protesta. I vertici della discoteca, in una nota pubblicata dal quotidiano, si dicono dispiaciuti per quanto accaduto e prendono le distanze: “La direzione – si legge – è fortemente dispiaciuta per essere caduta nella leggerezza di permettere questo tipo di comportamento all’interno del proprio club”.

Si sottolinea poi di essere “consapevoli di quanto le discoteche abbiano un ruolo importante riguardo alla formazione morale e culturale dei giovani ed è per questo che abbiamo prontamente provveduto a rimuovere le foto che ritraevano quei gadget” . Nella nota si spiega anche che l’espressione ‘O me la dai o me la prendo’, sarebbe ripresa “da una battuta che ha fatto il giro dei social, pronunciata da Lello di Bari circa due anni fa in un video che su Youtube ha fatto 1,6 milioni di visualizzazioni e che ha attirato l’attenzione del web con reinterpetazioni e addirittura dei remix”.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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