Collegati con noi

Corona Virus

Campania zona rossa se De Luca non decide cosa fare nelle zone in cui il contagio corre

Pubblicato

del

Sarà un segnale. Sarà un incremento delle restrizioni. Alcune regioni cambieranno di colore.  La regione candidata alla stretta più dura è la Campania. Dallo scenario 2 (zona gialla) la Campania potrebbe diventare zona rossa. Da rischio moderato di contagio a massimo rischio. I dati ultimi che arrivano dalla Campania, quelli aggiornatissimi,  dicono che è difficilissima la situazione. C’è da decidere solo se si vorrà interessare l’intero territorio oppure lavorare sulle provincie, risparmiando quelle meno colpite. Preoccupa la tenuta del sistema sanitario. L’accesso agli ospedali ne ha piegato la resistenza. Situazione durissima a Napoli, con ospedali come il Cardarelli, il Cotugno, gli ospedali civili di Castellammare, Giugliano ed Aversa quasi al collasso. I medici, gli infermieri curano tutti. Le condizioni in cui le cure vengono assicurate non sono le migliori. Gli operatori sanitari sono i primi a rischiare la vita. Sulle condizioni della Campania si sta consumando l’ennesimo scontro del presidente della Regione Vincenzo De Luca contro tutti.

L’ultima feroce lite di De Luca alla riunione con il ministro Boccia e  tutti gli altri presidenti di regione per presentare le nuove risposte studiate (Covid Hotel e ospedali da campo). Qui De Luca ha contestato le misure del governo.
De Luca ha ribadito che la sua richiesta di 1400 sanitari (600 medici e 800 infermieri) è da due mesi lettera morta. Anzi, ha spiegati a Boccia che a fronte della sua richiesta la Protezione civile ha inviato 7 anestesisti. Il ministro Boccia ha risposto a De Luca con molta franchezza. Il ministro con De Luca ha un rapporto franco.  “Chiedi 600 medici e 800 infermieri? Da 15 giorni hai la disponibilità di 2236 volontari campani. Perché non li arruolate? Se poi vuoi adottare misure più rigorose, noi ti sosteniamo”. Come dire: ora basta polemiche, passiamo ai fatti. La situazione è difficile, occorre rispondere alle esigenze della sanità della Campania. De Luca invece continua  a spostare l’attenzione su altre vicende. Ieri De Luca ha promesso che la Regione porterà in Tribunale Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza. Motivo? È critico nei confronti della gestione sanitaria dell’emergenza a Napoli. Ecco perché De Luca querelerebbe Ricciardi. Altra querela è stata chiesta pubblicamente alla persona che ha girato e diffuso il video – divenuto virale sul web – che documentava la morte di un paziente trovato nei servizi igienici dell’ospedale Cardarelli. Ma sfrennesiate contro i giornalisti sciacalli mediatici a parte e querele a destra e a manca, il problema della Campania è la sanità da riorganizzare in modo da poter sfidare e vincere nella guerra al covid.

E qui il cosiddetto “governatore” Vincenzo De Luca è agli sgoccioli nell’uso delle armi di distrazioni di massa. Ora deve decidere, come hanno fatto altre regioni, misure restrittive. Devo assumersi delle responsabilità. Ce ne sono tante su cui sta ragionando. Se non vuole che l’intera Campania diventi “rossa” o “arancione”, deve differenziare zone e zone. Ci sono zone in cui il contagio è diffuso e andrebbero chiuse subito. Altre dove invece la situazione è sotto controllo.  Le  città campane a più alto numero di diffusione di contagi, oltre al caso Napoli, sono Giugliano, Castellammare e Aversa. Qui nelle prossime ore potrebbero essere emanate ordinanze (d’accordo con i sindaci)  per la chiusura di attività commerciali giudicate “non essenziali”, controlli e posti di blocco anti-assembramento in particolare a Napoli dove ci saranno accessi contingentati in Piazza del Plebiscito, lungomare di via Partenope e, nel centro antico, piazza San Domenico Maggiore e largo San Giovanni Maggiore Pignatelli. Oltre ad altre misure che sono allo studio in una riunione fiume, una sorta di gabinetto di guerra sempre aperto.

Advertisement

Corona Virus

Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

Pubblicato

del

Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

Continua a leggere

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

Pubblicato

del

L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto