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Cronache

Camorra: associazione antiracket, plauso agli inquirenti

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“Il blitz dei carabinieri a Giugliano, che ha portato agli arresti di 25 persone, dimostra ancora una volta quanto drammaticamente diffusa sia la pressione camorristica e quanto questa possa incidere sullo sviluppo del nostro territorio, ma dimostra ancor di piu’ la straordinaria capacita’ degli apparati inquirenti di non mollare mai e portare avanti un instancabile lavoro volto all’affermazione della legalita’”. E’ quanto sottolinea Salvatore Cantone, presidente dell’associazione antiracket “Domenico Noviello” di Pomigliano d’Arco (Napoli), commentando il blitz avvenuto ieri a Giugliano che ha portato agli arresti di 25 persone ritenute appartenenti al clan Mallardo, accusate, tra l’altro, di associazione per delinquere di stampo camorristico. Cantone, che in passato, da imprenditore, ha denunciato i propri estorsori, ha voluto ringraziare le forze dell’ordine per “lo straordinario impegno in difesa della liberta’ degli operatori economici onesti al fine di liberare le vittime del racket e dell’usura dall’incubo e dalla paura”. “Il fatto che questi arresti siano stati effettuati in un territorio “difficile” – ha proseguito – rende ancor piu’ meritevole di apprezzamento l’azione dei Carabinieri poiche’, forse piu’ della violenza esibita che genera immediata riprovazione e provoca repressione, l’estorsione e l’usura intaccano il tessuto sano della societa’, mirando a creare una pericolosa area grigia di assuefazione e silenzio”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Cronache

Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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