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Calcio malato, De Siervo: “momento delicato Lega,ma basta colpi bassi”

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“La Lega di A vive un momento delicato, con un presidente che si e’ legittimamente dimesso e adesso va avanti con un presidente ad acta. In questo contesto e’ venuto fuori un audio rubato col cellulare all’interno di una riunione e tra l’altro solo con i 15″ finali, fuori da ogni contesto”. L’A.D. della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, ospite di 90′ minuto in onda su Rai Due, torna sull’episodio dell’audio ‘rubato’ sostenedo che si tratta di un’operazione orchestrata per screditarlo ma che intanto ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura Figc. “In ogni evento globale, Uefa o Fifa che sia – aggiunge il dirigente – esiste una norma che stabilisce che non possono essere mandati in onda video o sonori che richiamano atti volgari. Invece, in quella riunione, dove si registrano i destini del calcio italiano c’e’ stato qualcuno che ha cercato, con un tentativo goffo, di fuorviarne contenuti e decisioni”, ha detto De Siervo che sul diritto di cronaca ha spiegato che e’ una “battaglia sbagliata non nella sostanza ma nella forma: in realta’, in qualunque evento mondiale, che sia la finale delle World Series o la prima della Scala, ci sono delle regole da seguire, perche’ un contro sono il racconto e la cronaca, un altro e’ il diritto di produzione di un evento che spetta al broadcaster. E chi lo produce deve curarne la linea editoriale, che prescinde dal racconto della cronaca sportiva”. Sulla governance della Lega di A che ha visto le dimissioni di Gaetano Micciche’ e l’arrivo del commissario, De Siervo ha ricordato che “abbiamo una tempistica scandita dalla Federazione che ha previsto che entro il prossimo marzo la Lega avra’ una governance certa. Siamo davanti a periodo delicato dove si negoziano diritti per i prossimi tre anni. Se mi aspetto altri colpi bassi? Speriamo di no, continuo a essere positivo e resto ottimista”, ha concluso De Siervo precisando che la “cessazione del contratto” con lo studio dello storico avvocato della Serie A, Ruggero Stincardini, che era, in veste di segretario verbalizzante, uno dei presenti al Consiglio di Lega del 23 settembre in cui e’ stato registrata di nascosto la frase incriminata (“Cori razzisti? Spegniamo i microfoni cosi’ non si sentono”), “non e’ da collegare” all’audio ‘rubato’, il rapporto era “gia’ usurato da tempo”.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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