Mancano pochi minuti alla fine della partita, quando un allenatore della categoria Allievi dà del ‘negretto’ a un calciatore sedicenne della squadra avversaria che, indignata, abbandona il campo. Accade durante una gara del campionato provinciale Under 17 di Varese tra gli Allievi del Cas Sacconago, di Busto Arsizio (Varese), e quelli del Gallarate (Varese). Una storia davvero triste nei giorni in cui fa discutere lo sfogo della pallavolista della Nazionale Italiana Paola Egonu, messa in discussione per il colore della pelle. E la squadra di Busto ora attende ora le scuse dell’allenatore avversario e la relazione del direttore di gara. I genitori sugli spalti, l’energia dei giovani calciatori, il tifo che si scalda: l’incontro tra le due squadre giovanili del varesotto si sta svolgendo come tanti altri, tra passaggi, traversoni, tiri e parate. Una gara corretta, fino a quel momento, con i giocatori intenzionati a onorare fino in fondo la sfida nonostante un 3-1 ormai al sicuro a favore della squadra di casa. Ma quella parola – “negretto” – sibilata dalla panchina dall’allenatore del Gallarate cambia tutto e rende l’aria pesante e irrespirabile. Il ragazzo ovviamente si offende e protesta; seguono attimi di tensione al termine dei quali il mister della squadra ospite viene espulso. “Ormai sono dodici anni che gioco, ma non mi era mai capitata una cosa del genere”, dice alla Tgr Lombardia il giovane centrocampista oggetto dell’epiteto razzista. “A quel punto la partita è passata in secondo piano”, racconta Massimo Di Cello, tecnico del Cas, al quotidiano La Prealipina. Ai giocatori del Cas Sacconago quell’espressione non sfugge e, dopo averla segnalata al direttore di gara, decidono di smettere di giocare. Un gesto di solidarietà nei confronti del loro compagno, fatto oggetto di quell’epiteto razzista, che è rientrato negli spogliatoi con tutti i compagni. “La squadra, per solidarizzare col nostro ragazzo, ha deciso di uscire dal campo. Abbiamo voluto dare un segnale perché reputiamo molto brutto ciò che è successo. Speriamo che la Federazione prenda provvedimenti”, aggiunge Di Cello. Tra le due società, secondo quanto trapelato, ci sono già state alcune interlocuzioni. “Se qualcuno ha sbagliato – sostiene il presidente del Gallarate – pagherà, ma questo verrà stabilito solo dal referto dell’arbitro e dai comunicati federali. Per noi conta questo. Il resto lascia il tempo che trova”. Il presidente non entra nel merito dell’epiteto del suo allenatore: “Ribadisco che per noi vale quello che emergerà dai comunicati della Federazione. Se qualcuno ha sbagliato pagherà, chiunque egli sia. Per il resto, ognuno può dire quello che vuole. Noi ci atteniamo alle decisioni ufficiali”. Per il Cas gli aspetti legali non sono importanti: “Ci interessa solo che il loro mister si scusi col nostro giocatore – sottolinea l’allenatore -. Per ora non abbiamo ricevuto scuse da parte di nessuno. Non ci interessa avere eventualmente la vittoria a tavolino, anzi se ci assegnassero i tre punti preferiremmo non accettarli”.