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Corona Virus

Picco casi fra 10-19 anni e crescita ricoveri under5

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Il virus, nella sua versione piu’ contagiosa, quella di Omicron e della sua “sorella” BA.2, continua a far sentire la sua forza con un aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale ed il tasso piu’ alto ha riguardato la fascia d’eta’ degli adolescenti fra i 10 e i 19 anni. Lo indica il report esteso settimanale dell’Istituto Superiore di Sanita’ che integra il monitoraggio sull’andamento dell’epidemia di Covid. I dati del flusso ISS nel periodo 14/3/2022 – 20/3/2022 evidenziano un aumento dell’incidenza, pari a 784 per 100.000. In aumento anche l’incidenza a 14 giorni in tutte le fasce d’eta’. Ma e’ nella fascia 10-19 anni che si registra il valore piu’ alto a 14 giorni, pari a 2.165 per 100.000. Stabile poi il tasso di ospedalizzazione dei malati di Covid in tutte le fasce d’eta’ ad eccezione, ancora una volta, dei piu’ giovani, quelli nella fascia sotto i 5 anni in cui risulta invece in aumento da 6 per milione a 9 per milione. Intanto la curva della percentuale dei positivi ai test molecolari del virus SarsCoV2 e’ vicina al picco e i dati dei prossimi giorni permetteranno di individuare esattamente il momento, mentre nelle prossime due settimane si prevede un aumento dei ricoveri nei reparti ordinari, degli ingressi giornalieri nelle terapie intensive, cosi’ come del numero dei decessi al giorno, indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). I dati dell’epidemia di Covid-19 aggiornati al 25 marzo indicano che, “a livello nazionale, la curva media della percentuale dei positivi ai test molecolari dovrebbe raggiungere un massimo a cavallo tra la settimana corrente e quella prossima. I dati dei prossimi giorni – osserva l’esperto – permetteranno una localizzazione precisa del massimo”. Resta poi confermata l’alta capacita’ protettiva dei vaccini anti Covid per le forme piu’ gravi di malattie e per la mortalita’. Il tasso di ricoveri in terapia intensiva nel periodo 4/2/2022-6/3/2022 per i non vaccinati e’ stato poi 4 volte piu’ alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa 11 volte piu’ alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Il tasso di mortalita’ nel periodo 28 gennaio 2022-27 febbraio 2022, per i non vaccinati e’ circa 4 volte piu’ alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni, per arrivare a toccare un rischio quattordici volte piu’ alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Altra questione sotto osservazione da parte degli esperti e’ quella delle reinfezioni. Dal 24 agosto 2021 al 23 marzo 2022 ne sono stati segnalati 282.654 casi, pari a 3% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati e’ pari a 3,4%, stabile rispetto alla settimana precedente. Ma cio’ che colpisce e’ che il rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (inizio della diffusione della variante Omicron), segna l’aumento del rischio di reinfezione in chi non ha il vaccino, in chi aveva avuto una prima diagnosi da oltre 210 giorni, in chi ha avuto almeno una dose da oltre 120 giorni, oltre che nelle donne. Nelle ultime 24 ore sono stati 73.357 i nuovi contagi da Covid in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Venerdi’ erano stati 75.616. Le vittime sono invece 118, il giorno prima 146. Sono stati poi 504.185 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, il tasso di positivita’ e’ al 14,5%, in leggero calo rispetto al 15% di ieri e sono 452 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 5 in piu’ di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 45. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.023, ovvero 29 in piu’ rispetto a ieri.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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