Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede respinge le accuse di giustizialismo. Vorrebbe  sfidare il Parlamento a schierarsi al suo fianco per sfruttare al meglio i 2 miliardi e 700 milioni di finanziamenti europei necessari ad accelerare processi e procedure. Lui dice che è impegnato a rendere più moderno il Paese. Lui sostiene che la Giustizia deve rendere appetibile il Paese anche per gli investitori italiani ed esteri.
La relazione di Bonafede sullo stato della giustizia in Italia è stata riscritta. Da relazione politica è già diventata una burocratica e asettica elencazione di numeri e interventi – fatti e da fare – buona per gli uffici e per gli archivi, inviata ai presidenti di Camera e Senato senza commenti né considerazioni politiche. Non è la relazione scritta da Bonafede, qualcuno gliel’ha riscritta ripulendola dalla politica. Perchè?  Da via Arenula fan sapere che “il ministro di un governo dimissionario può solo limitarsi agli affari correnti e quindi non può spingersi sul terreno dell’attività di indirizzo”. Ovviamente sono sciocchezze perchè quella relazione era già pronta, è stata solo ripulita.  Sembra evidente che per Bonafede sia la fine della corsa alla Giustizia. Perchè da quel che si capisce anche se a Palazzo Chigi dovesse rimanere Giuseppe Conte, il “signor nessuno”  indicato dai Cinque Stelle proprio su indicazione di Bonafede, sarà difficile che questi resti ancora alla Giustizia.
Bonafede è per molti neo-senatori del gruppo dei Responsabili e per Iv la  pietra dello scandalo.