In casa dem potrebbe realizzarsi una scambio tra la ministra dei Trasporti Paola De Micheli e Graziano Delrio, che in quel ruolo s’è già speso in un Governo Renzi. La prima diventerebbe capogruppo alla Camera, il secondo tornerebbe al ministero dei Trasporti.

Altra staffetta potrebbe essere Roberta Pinotti alla Difesa e Lorenzo Guerini agli Interni. Dunque via Luciana Lamorgese.
Tra gli inamovibili c’è Luigi Di Maio. Alessandro Di Battista potrebbe essere allettato con un ministero per ammorbidire i suoi toni rivoluzionari. È in bilico la ministra della scuola Lucia Azzolina, invisa al Pd e anche ai renziani: i banchi a rotelle sono ormai uno dei leit motiv preferiti del leader di Iv per attaccare il governo. Potrebbe tornare al Governo Maria Elena Boschi, che con Ettore Rosato dovrebbe rappresentare la quota di nuovi ingressi Iv in un ipotetico nuovo esecutivo. Tutto però dipende dalle reali trattative di queste ore.

A rischiare più di tutti le loro posizioni, sono due uomini forti del Movimento 5 stelle: Riccardo Fraccaro, che potrebbe dover cedere il suo posto da sottosegretario a Palazzo Chigi al vicesegretario dem Andrea Orlando, e Alfonso Bonafede. Come abbiamo più volte piegato con qualsiasi nuova maggioranza, il ministro Bonafede è diventato il simbolo dello sfascio della giustizia e del giustizialismo. Al suo posto si fanno i nomi degli ex presidenti della Consulta Marta Cartabia o Sabino Cassese, per dare un profilo più garantista al nuovo governo. Difficile che rientri la ministra dell’ Innovazione Paola Pisano, scelta in quota Casaleggio e quindi sempre più debole vista la situazione interna dei 5 stelle.
Infine, sull’onda di una nuova maggioranza e di un’intesa rafforzata, semmai ci fosse, potrebbe accadere di tutto. Anche che Roberto Fico lasci la presidenza della Camera per correre come sindaco di Napoli. Montecitorio andrebbe in quel caso a Dario Franceschini, finora ministro dei Beni culturali e capodelegazione pd nel Conte due.