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Bomba d’acqua Palermo, per fortuna niente morti ma tante polemiche 

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Il giorno dopo e’ quello della conta dei danni, dei vigili del fuoco immersi nel fango per tentare di liberare decine di auto ancora sepolte. E dell’immancabile rimpallo delle responsabilita’. Palermo si e’ svegliata con le immagini del disastro di ieri. Due ore di pioggia battente che hanno portato devastazione e rabbia. Non ci sarebbero i morti che fonti dei vigili del fuoco hanno riferito alla stampa sulla base della testimonianza di un camionista, una sorta di miracolo vista la violenza del temporale che nessuno aveva previsto. E mentre la Procura sta valutando l’apertura di una indagine per accertare se il disastro poteva essere evitato, il sindaco della citta’, Leoluca Orlando, che ha smentito l’esistenza di vittime, non ci sta a farsi processare e rilancia chiedendo ai magistrati di andare a fondo. “Chiederemo che si apra un’inchiesta della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti – ha detto ai giornalisti – Il Comune di Palermo non ha nessuna responsabilita’”. “Nel 2014 erano pronti i progetti per gli interventi che riguardavano alcune opere della rete fognaria, ma la Regione non ha disposto il decreto di finanziamento. – ha spiegato – L’allora governo Crocetta, nella persona dell’assessore Contrafatto, addirittura ha contestato il fatto che non erano state realizzati i lavori al ‘collettore sud’ e a ‘Fondo verde’. Nel 2017 tutto era pronto ma un ricorso ha bloccato le opere al collettore, mentre per ‘fondo verde’ siamo fermi dal 2014”.

Il lavoro delle squadre dei vigili del fuoco che stanno prosciugando dall’acqua con due idrovore il sottopasso della circonvallazione di Palermo, all’altezza dell’ex Motel Agip, alla ricerca di eventuali dispersi e’ andato avanti tutta la notte. Un testimone ha raccontato di aver visto un uomo e una donna intrappolati all’interno di un’auto completamente sommersa, ma nessun corpo e’ stato trovato. Decine le macchine travolte o rimaste intrappolate nei sottopassaggi, strade trasformate in fiumi in piena, persone costrette a mettersi in salvo abbandonando le macchine sospinte via dalla pioggia. Le immagini di una Palermo travolta, riprese in moltissimi video amatoriali, hanno fatto il giro di siti e tg. E le polemiche politiche non si sono fatte attendere, con le opposizioni pronte a firmare un documento congiunto con il quale chiedono le dimissioni del sindaco. “Orlando vive ormai da anni in una sorta di mondo parallelo, cercando ripetutamente di nascondere i propri fallimenti”, dicono l’europarlamentare del Carroccio Francesca Donato e il capogruppo al Comune Igor Gelarda. Il primo cittadino rilancia accusando i suoi detrattori, Salvini in testa, di sciacallaggio e mette sotto accusa la Protezione Civile per non aver dato l’allarme. “Ce lo siamo dati da soli – ha sottolineato Orlando – la verita’ e’ che il sistema di protezione civile regionale rispetto a fatti come questo non e’ stato affidabile”.

Accuse a cui replica la struttura regionale. “La bomba d’acqua che ha colpito Palermo e’ un fenomeno imprevedibile”, ha detto il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina che ha parlato di “effetto monsonico con le condizioni meteo ormai fortemente condizionate dai processi di antropizzazione che hanno cambiato il clima e l’ambiente”. “Le precipitazioni piu’ intense e piu’ violente – ha spiegato – si sono verificate in un raggio di due chilometri sotto l’area di Bellolampo. Tutto questo non si poteva prevedere”. In poco piu’ di due ore su quella zona di Palermo si sono scaricati 110 millimetri di pioggia. Ma secondo Cocina, non sarebbe comunque la quantita’ d’acqua caduta la causa principale degli allagamenti. Una delle ipotesi che i tecnici avanzano prende in considerazione un black out delle centraline elettriche che alimentano le pompe di sollevamento. Senza alimentazione elettrica gli impianti si sarebbero bloccati.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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