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Cronache

Banda della Uno Bianca: nuove indagini riaprono il caso di due carabinieri uccisi dopo 33 anni

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A 33 anni dalla strage del Pilastro, la vicenda giudiziaria della banda della Uno Bianca, che ha lasciato una scia di sangue in Emilia-Romagna e nelle Marche tra il 1987 e il 1994, si riapre con nuove e sorprendenti rivelazioni. Un esposto di 250 pagine, presentato dai familiari delle vittime, ha portato alla luce una serie di errori, depistaggi e falsi testimoni che hanno caratterizzato le indagini dell’epoca.

La banda, composta per cinque sesti da poliziotti e guidata dai fratelli Fabio e Roberto Savi, ha commesso 103 azioni criminali, lasciando dietro di sé 24 vittime e 102 feriti. Adesso, un nuovo fascicolo presentato dai familiari, assistiti dagli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser, chiede chiarezza sulle zone d’ombra mai completamente risolte. La Procura di Bologna sembra ora vicina a una svolta, ipotizzando il concorso in omicidio, unico reato non prescritto, per eventi che non furono debitamente approfonditi all’epoca.

Il fascicolo, aperto contro ignoti, sta attualmente riemergendo grazie al lavoro di Digos e Ros, che stanno riesaminando i testimoni chiave dell’epoca, molti dei quali si sono rivelati falsi. Ex poliziotti e carabinieri coinvolti in piste errate stanno ora affrontando nuove domande sulla loro partecipazione alle indagini.

Gli interrogativi posti dai familiari sono numerosi. Uno di essi riguarda il breve viaggio in Africa che Roberto Savi avrebbe fatto a Kinshasa nel febbraio del 1990, accompagnato da un collega poliziotto. I familiari si chiedono perché questo viaggio non fu adeguatamente indagato, specialmente considerando che Kinshasa era nota come rifugio per ex agenti dei servizi segreti legati al neofascismo.

Nel tentativo di depistare le indagini sulla strage del Pilastro e sugli omicidi di Castelmaggiore, gli inquirenti stanno esaminando il coinvolgimento di individui all’interno degli organi di sicurezza dello Stato. Gli assassini di Castelmaggiore e la strage del Pilastro sembrano aver avuto il supporto di figure interne ai corpi dello Stato, consentendo alla banda di operare indisturbata per sette anni.

Il caso dell’omicidio dei carabinieri Cataldo Stasi e Umberto Erriu, avvenuto il 20 aprile del 1988, è particolarmente sotto osservazione. Gli avvocati Gamberini e Moser accusano qualcuno “dentro l’Arma” di aver mandato deliberatamente i due giovani militari alla morte. L’esposto mette anche in discussione l’efficacia della magistratura dell’epoca, accusandola di essere “inadeguata e affrettata nel chiudere” il caso.

Il coinvolgimento del brigadiere del nucleo operativo Domenico Macauda, che si autoaccusò di aver posizionato un secondo bossolo nella Uno Bianca abbandonata dai Savi, è stato anch’esso esaminato. Macauda, affermando di voler guidare una svolta nelle indagini, ha in realtà rimosso una prova cruciale che avrebbe potuto incriminare i Savi.

La complessità di questa vicenda continua a emergere, con gli avvocati e i familiari delle vittime che denunciano un “pervicace intento di adombrare di misteri questa vicenda”. La nuova indagine potrebbe finalmente portare alla luce la verità nascosta per decenni dietro gli errori e i depistaggi che hanno caratterizzato la storia della Uno Bianca.

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Cronache

Auto in fiamme a Napoli, si blocca la zona collinare, traffico in tilt

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Un incendio di vaste proporzione ha creato notevoli problemi alla circolazione della zona collinare di Napoli: un’auto in fiamme in via Bernardo Cavallino per motivi da accertare, ha provocato una nuvola di fumo che ha costretto due squadre di Vigili del Fuoco ad intervenire. Non ci sono feriti, ma gli abitanti del quartiere hanno temuto il peggio. La zona è rimasta bloccata da poco dopo le 8 del mattino ed ancora si sta lavorando per mettere la zona in sicurezza. visto che si tratta di un’arteria importante delal zona collinare della città e densamente abitata

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Cronache

Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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