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Ambiente

Auto: ecobonus al via, prenotati incentivi per 20 milioni

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 Sono partite oggi le prenotazioni da parte dei concessionari degli ecobonus per le auto a basse emissioni. Dalle 10 di questa mattina, sono stati richiesti circa 20 milioni delle nuove risorse messe a disposizione della legge di bilancio 2021. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico, la quasi totalita’ – circa 18 milioni – e’ stata prenotata per le auto con emissioni tra 61 e 135 grammi di CO2 al km (comprensive quindi di alimentazione a benzina o diesel di ultima generazione), mentre per le auto elettriche o ibride, tra 0 e 60 g/km, sono stati prenotati poco piu’ di 2 milioni di euro.

I contributi concessi per le fasce di emissioni 0-20 g/km e 21-60 g/km sono stati rifinanziati nella legge di bilancio con 120 milioni di euro per tutto il 2021, portando l’ammontare complessivo per questa categoria a 390 milioni di euro, grazie a 270 milioni gia’ stanziati (a queste risorse potranno peraltro aggiungersi anche i residui degli anni precedenti). Questa la suddivisione degli incentivi: 0-20 g/km: 6.000 euro con rottamazione e 4.000 senza rottamazione; 21-60 g/km: 2.500 euro con rottamazione e 1.500 senza rottamazione. Alle stesse due fasce potranno aggiungersi 2.000 euro con rottamazione e 1.000 senza rottamazione fino al 31 dicembre 2021, ed in tal caso e’ anche previsto uno sconto praticato dal venditore pari ad almeno 2.000 euro o 1.000 euro a seconda che sia presente o meno la rottamazione. Le due fasce di emissioni 61-90 g/km e 91-110 g/km sono state rimodulate in un’unica fascia 61-135 g/km, finanziata con 250 milioni di euro che sono andati a rimpinguare il precedente fondo andato esaurito. La durata dell’incentivo pari a 1.500 euro e’ di sei mesi e sara’ possibile usufruirne solo con rottamazione. Anche in questo caso all’incentivo si aggiunge uno sconto praticato dal venditore pari ad almeno 2.000 euro.

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Ambiente

Rischio clima, Napoli più calda del Cairo e di Riyad

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Gennaio 2025, il più caldo della storia. È il primato certificato dal servizio meteo della Ue, Copernicus, sulla scia di ugualmente tristi record. Il primo mese dell’anno è stato di 1,75 gradi sopra i livelli pre-industriali, diventando il 18esimo degli ultimi 19 in cui la temperatura media superficiale è stata superiore a 1,5 gradi rispetto al periodo 1850-1900. E non mancano altri cattivi presagi: basterà aspettare domenica, quando all’ora di pranzo a Napoli si toccheranno tra i 18 e i 19 gradi.

“Più del Cairo e di Riyad”, commenta Anbi, sulla base delle mappe metereologiche del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf). Gli ultimi 12 mesi, riporta Copernicus, sono stati 0,73 gradi sopra la media 1991-2020 e 1,61 sopra quella pre-industriale. La Terra, insomma, continua a sentire caldo: l’Anbi parla di una “primavera fuori stagione”, con le conseguenze del caso. “Lungo tutta la Penisola continuano a segnalarsi eventi meteo dalle caratteristiche estreme” come quelli in Sicilia e Calabria degli ultimi giorni, denuncia Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione, a cui “il Paese si contrappone con colpevole distrazione, privilegiando interventi in emergenza a quelli in prevenzione”. Alte temperature fanno rima con siccità. Anbi scrive della “parabola discendente dei livelli nei due laghi dei Castelli Romani”, quello di Albano (abbassatosi di 64 centimetri in un anno e mezzo) e di Nemi, così come dei fiumi laziali, sempre più in secca. L’associazione rileva poi che in Toscana il fiume Ombrone ha una portata “che è a circa il 9% della media del periodo”.

Pure laddove la situazione è in miglioramento perché ci sono state più piogge, come in Sicilia, “a causa di criticità strutturali delle opere idrauliche” si è costretti “a sversare in mare una parte consistente di questo ‘oro blu’: attualmente l’acqua invasata in Sicilia ammonta a circa 250 milioni di metri cubi ma di questi solo il 48% è realmente utilizzabile”. E in Sardegna i volumi idrici “aumentano di oltre 156 milioni di metri cubi”, ma in un quadro che vede da un lato bacini colmi (come in Baronia e Ogliastra) e dall’altro scarsità cronica (Basso Sulcis e Alto Cixerri). L’aumento delle temperature ha anche effetti diretti sulla salute umana e degli ecosistemi, è il promemoria della Società italiana di Medicina ambientale (Sima): “modifica la frequenza e la distribuzione di molte malattie infettive”, “crea le condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni” e ha un impatto sulla psiche.

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Ambiente

Terra dei Fuochi: se Italia inadempiente 4.700 domande contro

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La Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte Edu) si è pronunciata nel caso Cannavacciuolo e altri c. Italia, accertando per la prima volta la violazione del diritto alla vita, sancito dall’articolo 2 della Convenzione, a causa dell’inquinamento diffuso e sistemico nella Terra dei Fuochi. Oggi, a Roma, si è tenuta una conferenza stampa in cui i promotori dell’iniziativa, hanno illustrato il significato e l’impatto di questa storica decisione. “La Corte ha rinviato la decisione sui risarcimenti in attesa di verificare l’attuazione delle misure richieste e ha avvertito che, in caso di inadempienza, potrebbe notificare altre 4.700 domande pendenti contro l’Italia”, spiegano i promotori dei ricorsi.

La Corte Edu ha stabilito che l’Italia, “pur essendo a conoscenza dell’inquinamento nella Terra dei Fuochi sin dai primi anni ’90, non ha adottato le misure necessarie per proteggere la popolazione – aggiungono – Ha riconosciuto che lo smaltimento illegale e incontrollato di rifiuti pericolosi, spesso accompagnato da incenerimenti e interramenti, rappresenta un rischio grave, reale e imminente per la salute umana, come dimostrato dalla presenza di diossina, metalli pesanti e altre sostanze cancerogene. Secondo la Corte, le autorità italiane non solo hanno ritardato in modo ingiustificato nell’adottare interventi strutturali, ma hanno anche omesso di informare adeguatamente la popolazione sui rischi legati all’inquinamento e di mettere in atto misure di prevenzione, monitoraggio e contrasto efficaci”.

I promotori spiegano che “data la gravità e l’ampiezza del problema, che coinvolge circa 2.963.000 abitanti, la Corte Edu ha applicato la procedura pilota, riconoscendo l’inquinamento nella Terra dei Fuochi come una crisi ambientale sistemica e strutturale. Ha quindi imposto all’Italia l’adozione, entro due anni, di misure concrete, tra cui la mappatura delle aree contaminate, la valutazione dell’inquinamento su suolo, acqua e aria, lo studio degli impatti sanitari, la decontaminazione dei territori compromessi e il potenziamento del monitoraggio ambientale. Ha inoltre raccomandato il coinvolgimento della società civile attraverso un meccanismo di monitoraggio indipendente e l’istituzione di una piattaforma informativa pubblica”.

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Copernicus, gennaio 2025 il più caldo della storia

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Il gennaio del 2025 è stato il più caldo della storia, con una temperatura media in superficie di 13,23 gradi, 0,79 gradi sopra la media di gennaio del periodo di riferimento 1991-2020. Lo rivela il servizio meteo della Ue, Copernicus. Il gennaio 2025 è stato di 1,75 gradi sopra i livelli pre-industriali ed è il stato il 18esimo mese degli ultimi 19 mesi nel quale la temperatura media superficiale è stata superiore a 1,5 gradi dai livelli pre-industriali. Gli ultimi 12 mesi, dal febbraio del 2024 al gennaio del 2025, sono stati 0,73 gradi sopra la media 1991-2020 e 1,61 gradi sopra la media pre-industriale (1850-1900).

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