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Arrivi ucraini in Italia verso quota 50mila, contributo a profughi

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Si avviano a toccare quota 50mila gli ucraini giunti in Italia sui 3 milioni che hanno lasciato il Paese in guerra. Ed il Governo si prepara a stanziare nuovi fondi per l’accoglienza dopo i 10 milioni di euro iniziali, con un decreto venerdi’ all’esame del Consiglio dei ministri. Previsti anche contributi per i profughi, ha annunciato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Il modello potrebbe essere quello del ‘contributo di autonoma sistemazione’ assegnato agli sfollati dei terremoti. E c’e’ l’idea di assegnare un incentivo economico anche alle famiglie che ospitano. Il punto e’ stato fatto in mattinata a Palazzo Chigi in una riunione con il sottosegretario Roberto Garofoli, i ministri Luciana Lamorgese, Andrea Orlando e Daniele Franco e lo stesso Curcio. Il Viminale, intanto, punta ad allargare ulteriormente l’offerta di alloggi con un bando di 3.530 posti nella rete Sai (Sistema di accoglienza ed integrazione). La comunita’ ucraina in Italia (240mila persone) e’ la piu’ numerosa d’Europa e dunque occorre essere pronti se gli arrivi non caleranno. In mattina era anche emersa l’ipotesi di nominare il capo della Protezione civile commissario straordinario, rientrata poi alla luce della considerazione che la delibera dello scorso 28 febbraio che ha dichiarato lo stato di emergenza “in relazione all’esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale” affida gia’ a Curcio il potere di emanare ordinanze in deroga a ogni disposizione vigente “per l’organizzazione ed attuazione degli interventi urgenti di soccorso e assistenza”. Va comunque messa a punto una governance efficace dell’accoglienza che vede diversi soggetti coinvolti, dalle Regioni (cui e’ stato assegnato un anticipo di 500mila euro l’una per le spese finora sostenute) alle prefetture, dai Comuni al Terzo settore. Sara’ il decreto di imminente approvazione a delineare competenze e responsabilita’. Mentre e’ atteso a breve il dpcm che concede ai profughi un permesso di soggiorno per la protezione temporanea della durata di un anno e che consente l’accesso all’assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e allo studio. A proposito di quest’ultimo ambito, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha detto che sono gia’ 1.909 gli alunni che si sono inseriti nelle scuole italiane. E c’e’ anche la prima bimba dell’ondata di profughi nata in Italia. E’ la piccola Nina, venuta alla luce nell’ospedale Martina Franca (Taranto). La mamma era arrivata in Puglia nei giorni scorsi, accolta da una famiglia a Cisternino (Brindisi) insieme agli altri due figli, mentre il padre e’ rimasto a combattere nel proprio Paese. Si nasce, si va a scuola, si torna a vivere in un altro Paese. Non si sa per quanto, dipendera’ dall’andamento della guerra. In tanti puntano a rientrare in Patria, ma intanto va programmata e gestita la permanenza in Italia di un imponente numero di persone: per ora 47mila, la meta’ donne ed il 40% minori. Le persone accolte nei sistemi di accoglienza strutturati, ha spiegato Curcio, “sono soltanto circa 2.000-2.500. Gli altri si organizzano per proprio conto con un rapporto diretto con parenti, amici, conoscenti”. C’e’ stato infatti un grande moto di generosita’ in Italia che va comunque regolamentato e messo a sistema, con il concorso delle associazioni del terzo settore. Ed un’attenzione particolare e’ rivolta ai minori non accompagnati, con il prefetto Francesca Ferrandino a coordinare gli interventi L’ipotesi del ‘contributo di autonoma sistemazione’ (nel 2016 furono assegnati fondi fino a 900 euro al mese per nucleo familiare) si accompagna a quella di premiare le famiglie ospitanti. Ma, ha messo in guardia il capo della Protezione civile, “dobbiamo evitare di mettere in piedi meccanismi che nascono positivamente ma che, se usati in modo spregiudicato, possono causare qualche problema”.

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Ue: nuovo colloquio telefonico von der Leyen-Meloni

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la premier Giorgia Meloni hanno avuto un colloquio telefonico ieri in serata. Lo riferisce una portavoce dell’esecutivo Ue. La conversazione si è concentrata su “tutte le questioni di interesse comune attuale”, compreso il sostegno all’Ucraina e il dossier dei dazi nel quadro della trattativa tra l’Ue e l’amministrazione Trump.

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Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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