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Spettacoli

Arriva l’engagement report, Netflix ora dà i numeri

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Dopo anni di segretezza e una prima apertura nel 2021 con la pubblicazione delle top ten, Netflix arriva a quella che il co-CEO di Netflix Ted Sarandos definisce in una conferenza stampa in remoto “una pietra miliare per la nostra industria” e annuncia che da oggi verranno divulgati i numeri dei titoli con più ore di visione globale. “Negli ultimi 16 anni di streaming una costante è stata la richiesta di avere più informazioni sui numeri delle visioni – spiega Sarandos -. Ed oggi sono entusiasta nell’annunciare il nostro primo Engagement report. Un’immersione complessiva in quello che le persone guardano su Netflix nel mondo”.

Il ‘What We Watched: A Netflix Engagement Report’, non va inteso come una classifica, visto anche che mescola film e serie tv, ma come un resoconto completo (che sarà pubblicato due volte l’anno) su ciò che le persone hanno scelto su Netflix in un periodo di sei mesi. Il primo rapporto, sul periodo da gennaio a giugno 2023 “riguarda più di 18.000 titoli che rappresentano il 99% di tutte le visualizzazioni su Netflix e quasi 100 miliardi di ore di visione” ha spiegato la Vice Presidente di Strategia ed Analisi, Lauren Smith. Oltre il 60% dei titoli Netflix usciti tra gennaio e giugno 2023 sono apparsi nelle Top 10 settimanali di Netflix. report per Lauren Smith, riflette la varietà dei gusti del pubblico di Netflix e testimonia anche “la popolarità dei titoli non in lingua inglese che costituiscono il 30% delle nostre visioni nella prima metà dell’anno”.

La decisione di Netflix “di divulgare i dati relativi alle ore di visione globali di oltre 18mila titoli in catalogo registrati nel primo semestre 2023 ha una portata storica e apre la strada alla consapevolezza e alla trasparenza” commenta in una nota iil Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni. In testa all’elenco del rapporto, c’è la prima stagione della serie spy thriller The night agent (protagonista Gabriel Basso) con 812 milioni e 100 mila ore di visione globali nei primi sei mesi dell’anno. Al secondo posto la stagione 2 della serie dramedy familiare Ginny & Georgia con 665 milioni e 100 mila ore di visione (torna anche al nono posto con la prima stagione); è terza la revenge series sudcoreana The Glory. Completano la lista dei primi dieci titoli la prima stagione di Mercoledì; Queen Charlotte: A Bridgerton Story; You: Stagione 4; La Reina del Sur: Stagione 3; Outer Banks: Stagione 3, FUBAR: Stagione . Il primo film che appare nel rapporto è il thriller The Mother di Niki Caro con Jennifer Lopez (al 14/o posto).

La prima serie italiana presente è La legge di Lidia Poet: Stagione 1 con Matilda De Angelis (127/o posto), citata anche dalla Vice Presidente Netflix di Strategia ed Analisi, Lauren Smith tra i titoli non in lingua inglese più popolari nell’ultimo anno. Il film italiano con più ore di visione è Il Mio Nome è Vendetta di Cosimo Gomez con Alessandro Gassmann (579 /o posto). Tra le altre serie italiane c’è poi Mare fuori (che comunque non è indicata tra i titoli disponibili globalmente) con la prima stagione (599/o posto) e la seconda (600/o posto), mentre tra i film, c’è fra gli altri, Era ora di Edoardo Leo (605/o posto). Nell’elenco complessivo Il 55% delle visioni vengono da titoli originali Netflix e il 45% da titoli in licenza, con casi recenti come l’enorme successo globale riscosso sulla piattaforma da Suits (serie in onda originariamente su USA Network dal 2011 al 2019), che aveva tra gli interpreti anche Meghan Markle.

“Con lo streaming che diventa sempre più mainstream è giusto continuare sulla strada della trasparenza” ha sottolineato Ted Sarandos rispondendo ai giornalisti. Questi dati, “che noi condividiamo ancora più in dettaglio con i nostri autori” sono quelli “su cui lavoriamo da sempre”, farli conoscere anche al pubblico non influenzerà le scelte di programmazione di Netflix, aggiunge il coCeo. Rispetto alla possibilità che adesso anche altre piattaforme possano decidere, di rendere noti i propri numeri, “sta a loro – commenta Sarandos – ma sono in una fase diversa rispetto a noi”.

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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Spettacoli

Sara Tommasi, “dalla Bocconi al porno, guadagnavo 10mila euro a sera “ho perso tutto e sono rinata”

La confessione dell’ex showgirl: “Il dolore mi ha formata. Ma oggi ho una vita sana e felice”.

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In un’intervista al Corriere della Sera, Sara Tommasi (foto Imagoeconomica) si racconta con tenerezza e consapevolezza, rievocando il passato tra luci e ombre, e descrivendo il presente con un sorriso nuovo, accanto al marito e agente Antonio Orso, sposato nel 2021 in piena pandemia.

Ora sto bene”, dice. Non prende più farmaci da quando si è sposata, vive tra Terni e Sharm el-Sheikh, ha una vita regolare, dorme bene, fa palestra, lavora con equilibrio. E soprattutto si sente amata.

Il passato doloroso e la malattia

La Tommasi racconta con sincerità gli anni più difficili, segnati da un disturbo bipolare che lei stessa con coraggio ha ammesso pubblicamente: “Il problema è quando non si accetta la malattia. Si fanno errori da cui non si può più tornare indietro”. Fa riferimento anche ai film porno, al processo per violenza sessuale poi conclusosi con l’assoluzione degli imputati, e al dolore per non aver ascoltato la madre, che le chiedeva di curarsi. “Ce l’ho con me stessa”, confessa.

Gli affetti, le radici, il nuovo inizio

Ricorda con amore la madre Cinzia, scomparsa tre anni fa per il Parkinson, e la sua infanzia a Terni tra le merende in pasticceria dai nonni e i sogni da bambina. Confessa di essersi persa con le droghe, cercando conforto fuori dai farmaci prescritti: “Mi ha fatto uscire di testa”. Ma oggi, grazie ad Antonio, è rinata: “Quando mi parla, io mi sento bene”.

Carriera e ricordi felici

Rivive con emozione i momenti d’oro della carriera: Paperissima, l’Isola dei Famosi, Chiambretti Night, il calendario per Max. Parla con affetto di Gerry Scotti, Fabrizio Frizzi, Simona Ventura, e rivela che una delle esperienze più belle è stata proprio l’Isola, nel 2006.

A sorpresa, aggiunge: “Mi piacerebbe condurre un programma solare. E c’è l’idea di un docufilm sulla mia vita, per parlare di bipolarismo”.

Il futuro tra sogni e consapevolezza

Non esclude l’adozione: “Ho avuto un’operazione all’utero, la gravidanza sarebbe a rischio. Ma ci stiamo pensando”. Intanto si gode i piccoli gesti, il gelato con il marito, gli incontri con i suoi suoceri. E ammette: “Siamo ancora nella fase adolescenziale del nostro amore”.

Infine, il senso profondo del suo percorso: “Il dolore ti forma. Ma bisogna imparare a valorizzare quello che si ha. Io l’ho capito quando ho perso tutto”.

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