Collegati con noi

Uncategorized

App a prova di privacy, al 100% in mano pubblica

Pubblicato

del

 C’e’ il via libera del Garante della Privacy all’app per il tracciamento dei contatti per il contrasto al Coronavirus. La ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, annuncia in audizione alla Camera il “parere favorevole” sgombrando cosi’ il campo dai dubbi sul rispetto della riservatezza. Fin qui il giudizio sulla norma che e’ stata approvata dal Cdm di mercoledi’ “all’unanimita’” ma che deve ancora ricevere una “valutazione d’impatto”. Un tassello, questo, che non puo’ precedere la messa a punto dalla A alla Z del funzionamento di ‘Immuni’, se questa restera’ la denominazione. Intanto pero’ il tempo stringe. Per ora tra i punti fermi c’e’ la gestione “pubblica al 100%” del sistema, con la rassicurazione che neppure Bending Spoons, societa’ ideatrice dell’app, avra’ accesso ai dati. La digitalizzazione del Paese non si ferma qui. Pisano fa sapere che si lavora per portare la banda ultra larga “in tutte le scuole”. Al momento tutte le forze sono concentrate sul completamento dell’app, visto che il suo potenziale e’ legato alla tempistica, come sottolinea anche la relazione della task force che l’ha selezionata.” E’ evidente che l’uso di tecnologie per il contact tracing ha la maggiore efficacia prima del termine del periodo di lockdown”, si legge nel documento pubblicato dopo le tante richieste arrivate. Il gruppo ‘data driven’ inoltre raccomanda di “effettuare robusti test di sicurezza informatica prima del rilascio definitivo”. Posto che ci sara’ una fase di test, a partire, almeno nelle intenzioni, dal 18 maggio. “La logica della sperimentazione e’ quella che dovremo adottare nelle prossime settimane”, spiega il premier Giuseppe Conte. Anche, dice, “incrementando la tecnologia di contact tracing”. Martedi’ della prossima settimana Pisano sara’ sentita dal Copasir ma gia’ in commissione Affari costituzionali la ministra precisa che i soggetti che si occuperanno della app sono totalmente pubblici: Sogei per la gestione dei dati e Pagopa per il coordinamento tecnologico dei soggetti coinvolti nella realizzazione. Quanto al coinvolgimento delle Regioni, Pisano garantisce la loro “forte” partecipazione, tanto che i “messaggi” che Immuni invia potrebbero cambiare da Regione a Regione. Cio’ non toglierebbe nulla al profilo nazionale del progetto. E a riguardo il Garante della Privacy non manca di auspicare “che tale misura sia idonea anche a superare il proliferare di iniziative analoghe in ambito pubblico”. L’utilita’ dell’app e’ condizionata dal numero di persone che la scaricheranno e il ‘digital divide’ non aiuta. Il governo ci starerebbe lavorando su. “Sta per partire – dice Pisano – un progetto per fare in modo che tutte le scuole abbiano la connettivita’ con la banda ultra larga”.

Advertisement

Uncategorized

Il Papa, i governanti delle nazioni aprano porte di pace

Pubblicato

del

Nella solennità della Pentecoste, più che un nuovo appello di pace, è una preghiera quella che papa Francesco eleva per la fine di tutte le guerre. “Che lo Spirito porti i responsabili delle nazioni e tutti noi ad aprire porte di pace”, invoca alla recita del Regina Caeli. “Doni ai governanti il coraggio di compiere gesti di dialogo, che conducano a porre fine alle guerre”, afferma il Pontefice, con il pensiero sia al Medio Oriente sia agli ultimi sviluppi in Ucraina, soprattutto sul fronte di Kharkiv. “Le tante guerre di oggi: pensiamo all’Ucraina – il mio pensiero va in particolare alla città di Kharkiv, che ha subito un attacco due giorni fa -; pensiamo alla Terra Santa, alla Palestina, a Israele; pensiamo a tanti posti dove ci sono le guerre”, sollecita. Secondo Francesco, “lo Spirito Santo è Colui che crea l’armonia, l’armonia! E la crea a partire da realtà differenti, a volte anche conflittuali”. “Oggi, festa di Pentecoste – esorta quindi -, preghiamo lo Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, perché crei armonia nei cuori, armonia nelle famiglie, armonia nella società, armonia nel mondo intero”.

E “che lo Spirito faccia crescere la comunione e la fraternità tra i cristiani delle diverse Confessioni”, dice ancora. Anche nella messa di Pentecoste in San Pietro, il Papa richiama l’azione dello Spirito per dire che “non ci arrendiamo alla forza del mondo, ma continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta, a parlare di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere”. E ancora: “a parlare di vita a chi sceglie la morte, a parlare di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto”. “Senza lasciarci intimorire dalle difficoltà, né dalle derisioni, né dalle opposizioni – incoraggia – che, oggi come ieri, non mancano mai nella vita apostolica”.

“E nello stesso tempo in cui agiamo con questa forza – aggiunge -, il nostro annuncio vuol essere gentile, per accogliere tutti. Non dimentichiamo questo: tutti, tutti, tutti”. Intanto ieri, mentre il Papa partecipava a Verona all’Arena di Pace, in cui davanti ai 12.500 in piedi e plaudenti abbracciava l’israeliano Maoz Inon e il palestinese Aziz Sarah, ora amici e collaboratori dopo aver perso rispettivamente i genitori per mano di Hamas e il fratello ucciso dall’esercito di Israele, un suo messaggio veniva letto nelle cerimonie per gli 80 anni della Battaglia di Montecassino. “Basta con la guerra! Mai più la follia della guerra, dell’aggressione, dell’odio e del disprezzo per l’altro!”, vi afferma. “Domini la pace! Guardate la scritta incisa sopra l’ingresso dell’Abbazia di Montecassino: Pax! Sia questa l’intenzione principale della vostra preghiera di oggi, alla quale anch’io desidero unirmi. Mentre prego per i caduti, prego con tanto più fervore per la pace”.

Continua a leggere

Esteri

‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

Pubblicato

del

La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

Continua a leggere

Uncategorized

Un video per raccontare la lotta al tumore ovarico

Pubblicato

del

Le donne colpite dal tumore ovarico raccontano, condividono le loro paure, le loro speranza e allo stesso tempo chiedono maggiore attenzione verso questa grave patologia. L’iniziativa è realizzata dalle donne dell’associazione ALTo attraverso un video che da oggi, in occasione della Giornata mondiale contro il tumore ovarico, è disponibile su You Tube.

Il tumore ovarico è il settimo tumore più comune tra le donne a livello mondiale e costituisce l’ottava causa di morte per cancro femminile. Solo in Italia sono circa 6mila le donne che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore ovarico. “Ogni donna che combatte contro il cancro ovarico ha una storia unica da raccontare e attraverso questo video vogliamo dare loro voce – spiega Maria Teresa Cafasso, presidente dell’Associazione ALTo – vogliamo mostrare al mondo intero la loro forza e determinazione e allo stesso tempo sensibilizzare sull’importanza della conoscenza precoce, dell’accesso ai trattamenti e della necessità di approvare nuovi farmaci per la cura delle frequenti recidive che spesso colpiscono le donne affette da questa malattia”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto