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Anguissa, cuore e muscoli del Napoli: Conte lo considera intoccabile e il club prepara il rinnovo fino al 2029

André-Frank Zambo Anguissa è sempre più centrale nel Napoli di Antonio Conte. Leader silenzioso e fedelissimo del tecnico, il camerunese prepara il rinnovo fino al 2029 con un ingaggio da top player.

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La scorsa estate André-Frank Zambo Anguissa ci ha pensato seriamente: andare via, cambiare aria, chiudere un ciclo che sembrava compiuto. Le offerte non mancavano — e neanche i milioni — ma nessuna era Napoli.
In questa città, il camerunese è diventato semplicemente Zambo, uno dei simboli della squadra che ha riportato due scudetti in tre anni e che oggi, sotto la guida di Antonio Conte, vuole continuare a vincere.

Oggi Anguissa è più leader che mai: prestazioni, presenza costante, gol pesanti e una mentalità che incarna perfettamente lo spirito del tecnico salentino.

Fedelissimo di Conte e simbolo di affidabilità

Lo scorso anno era stato il quarto giocatore più utilizzato dopo Rrahmani, il capitano e il portiere. Quest’anno è già il secondo “fedelissimo” di Conte, con 643 minuti giocati tra Serie A e Champions League, alle spalle solo di McTominay.

Ha già segnato due gol decisivi — contro Cagliari e Genoa — e ha migliorato sensibilmente la propria efficacia offensiva: è secondo nel Napoli per tiri in porta (0,8 di media a partita) e per dribbling riusciti (0,7 di media, con il 40% di successo). Numeri che fotografano un’evoluzione netta, merito anche del lavoro tattico di Conte.

«Qui ho trovato fiducia e serenità», ha raccontato il giocatore a Radio CRC. «L’età è solo un numero. Mi sento nel momento migliore della mia carriera».

E il tecnico, che lo considera uno dei suoi “Fantastici 4” della mediana, non rinuncia mai a lui, sia nel 4-3-3 classico che nel nuovo 4-4-2.

Il rinnovo in arrivo fino al 2029

Dopo aver esercitato l’opzione di rinnovo automatico fino al 2027, il Napoli ha avviato i contatti per prolungare il contratto di Anguissa fino al 2028 o al 2029, con un adeguamento dell’ingaggio.
Attualmente il centrocampista guadagna circa 2,5 milioni di euro, ma il nuovo accordo dovrebbe portarlo a 4 milioni tra parte fissa e bonus.

Il rinnovo segue la linea dei prolungamenti già chiusi con Politano e Rrahmani, e rientra nella strategia del club di blindare i suoi leader tecnici e morali.

Non mancano però le sirene di mercato: club arabi, turchi e inglesi hanno già bussato alla porta del suo entourage, ma il Napoli punta a chiudere in tempi rapidi.

Obiettivo Coppa d’Africa e futuro azzurro

Tra poco più di un mese, Zambo volerà in Coppa d’Africa con il Camerun. Tutti a Napoli — o quasi — gli augurano di andare lontano, ma anche di tornare con un contratto nuovo e la mente libera.

Rinnovare ora significherebbe blindare un perno fondamentale per il presente e il futuro della squadra. Perché in un Napoli che cambia, tra nuovi assetti e nuove ambizioni, Anguissa resta la certezza più solida: equilibrio, forza e cuore.

Un leader vero, silenzioso e indispensabile.

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Sinner-Djokovic, vittoria netta: sarà ancora finale con Alcaraz a Riad

Jannik Sinner batte Novak Djokovic e raggiunge Carlos Alcaraz nella finale del 6 Kings Slam di Riad. Una sfida che rinnova la rivalità più emozionante del tennis mondiale.

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Come nel 2024, e come in tante altre occasioni recenti, la finale del torneo-esibizione “6 Kings Slam” di Riad metterà di nuovo uno di fronte all’altro Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, i due volti del tennis del futuro (e ormai anche del presente).

Sinner travolge Djokovic

L’altoatesino, numero 2 del mondo, ha battuto Novak Djokovic in due set secchi (6-4, 6-2), dominando la semifinale con sicurezza e lucidità. Una prestazione di altissimo livello, soprattutto nei turni di servizio e nei colpi di risposta, che conferma il grande stato di forma del tennista italiano.

Alcaraz supera Fritz e vola in finale

In precedenza, Carlos Alcaraz, numero 1 del ranking ATP, aveva sconfitto lo statunitense Taylor Fritz con lo stesso punteggio: 6-4, 6-2. Anche per lo spagnolo, una prova di forza netta sul cemento arabo.

Una rivalità che infiamma il tennis

Domani, dunque, un nuovo capitolo della sfida tra Sinner e Alcaraz, due giocatori destinati a segnare un’epoca. A Riad non ci sono punti ATP in palio, ma solo un ricchissimo montepremi: milioni di dollari per un’esibizione che ha il sapore di una finale Slam.

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Alcaraz batte Fritz e vola in finale al Six Kings Slam

Carlos Alcaraz è il primo finalista del Six Kings Slam in Arabia Saudita. Il numero uno del mondo batte Fritz 6-4, 6-2 e attende in finale il vincitore tra Sinner e Djokovic.

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Carlos Alcaraz è il primo finalista del Six Kings Slam, il torneo-esibizione in corso in Arabia Saudita che riunisce alcuni dei migliori tennisti del mondo. Lo spagnolo, attuale numero 1 del ranking ATP, ha superato con autorità Taylor Fritz (n.4) in due set, con il punteggio di 6-4, 6-2, in appena un’ora e dieci minuti di gioco.

Il giovane fuoriclasse murciano ha dominato il match sin dalle prime battute, imponendo ritmo e aggressività e non lasciando spazio di rimonta all’americano, mai realmente in grado di impensierirlo.

In finale contro il vincitore di Sinner-Djokovic

Alcaraz attende ora di conoscere il suo avversario nella finalissima, che uscirà dal duello tra Jannik Sinner e Novak Djokovic, protagonisti del secondo match della serata.
Una possibile sfida tra Alcaraz e Sinner, rivali e amici dentro e fuori dal campo, accenderebbe ulteriormente l’interesse del pubblico per questa esibizione di lusso, che rappresenta una sorta di antipasto della stagione 2026.

Il Six Kings Slam, ospitato in Arabia Saudita, si conferma così un evento capace di unire spettacolo, tecnica e rivalità sportive, portando il grande tennis mondiale nel cuore del Golfo.

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Stadio al Caramanico, la Zes sospende il procedimento: slitta la Conferenza dei servizi decisoria

La Zes sospende il procedimento sullo stadio al Caramanico proposto da De Laurentiis. Slitta la Conferenza dei servizi decisoria: la mediazione tra Zes, Comune e patron del Napoli resta aperta.

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Il procedimento per il nuovo stadio al Caramanico è ufficialmente sospeso. Lo ha reso noto la Zes Campania, che ha comunicato lo slittamento della Conferenza dei servizi decisoria prevista per il 18 ottobre, rinviata a data da destinarsi.

«Procedimento sospeso» è la formula sintetica, ma dietro questa decisione c’è una complessa rete di motivazioni tecniche e politiche che ruotano intorno al progetto da oltre 300 milioni di euro voluto dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.

Le cause dello stop

La sospensione risale a settembre, quando De Laurentiis ha chiesto di presentare le proprie controdeduzioni alle criticità sollevate dal Comune di Napoli e dalla Città Metropolitana, guidate dal sindaco Gaetano Manfredi.
Il patron azzurro ha risposto punto per punto, rigettando le obiezioni ma dichiarandosi disponibile a recepire le modifichein sede di progetto esecutivo.

Nonostante questo, il procedimento si è arenato. Dietro la pausa potrebbe esserci, secondo alcune fonti, la volontà del presidente della Zes Giosi Romano di favorire un dialogo tra le parti, evitando rotture definitive e cercando un compromesso “in bonis” tra De Laurentiis e Manfredi.

Un’altra motivazione riguarda la riorganizzazione del Dipartimento per il Sud, che include anche la Zes: una fase di transizione che potrebbe giustificare un temporaneo rallentamento.

Le posizioni in campo

Il sindaco Manfredi ha più volte sottolineato criticità tecniche e giuridiche del progetto. Tra queste, la titolarità dei suoli — che per il Comune appartengono all’ente pubblico — e la necessità di bonificare l’area del Macello, ricompresa nel Sin di Napoli Est.
Inoltre, l’area del Palazzetto dello Sport al Centro Direzionale, previsto dal progetto AreNapoli, ricade nella stessa zona individuata per lo stadio. AreNapoli, però, ha già ottenuto la concessione edilizia.

De Laurentiis, nelle sue controdeduzioni, è stato netto:

«La dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell’opera determina l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio».
In altre parole, se il progetto sarà approvato, il Comune dovrà cedere i suoli.

Sul Palazzetto, il patron è altrettanto chiaro:

«Il nuovo stadio genererebbe benefici socio-economici e un incremento del Pil d’area superiore rispetto al progetto alternativo».

Il possibile precedente del Meazza

Dal Comune trapela prudenza. La linea di Manfredi resta quella di non chiudere la porta, ma di procedere solo «per ciò che è concretamente possibile».
Il sindaco, tuttavia, guarda anche all’esperienza di Milano, dove Inter e Milan hanno acquistato dal Comune lo stadio Giuseppe Meazza per investire 1,2 miliardi di euro nella riqualificazione.

«Se ci fosse un grande progetto di investimento e la volontà di investire sul Maradona da parte dei privati, noi saremmo a disposizione», ha spiegato Manfredi.
Un’apertura che potrebbe riaccendere anche il dossier Stadio Maradona, come alternativa o complemento al sogno del Caramanico.

La Zes e i numeri di una struttura in evoluzione

Intanto, la Zes Campania rivendica risultati importanti: 800 pratiche autorizzate, di cui 687 in 16 mesi, con investimenti per 3,7 miliardi di euro e 12.758 nuovi posti di lavoro stimati.
La riorganizzazione in corso, però, richiede tempo e nuove linee operative. E nel frattempo, il sogno di De Laurentiis per il nuovo stadio resta sospeso, in attesa di una decisione che potrebbe cambiare il futuro urbanistico e sportivo di Napoli.

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