Collegati con noi

In Evidenza

Amadeus spiega tutte le novità del nuovo regolamento del 74 edizione del Festival di Sanremo

Pubblicato

del

Per la quinta volta nelle vesti di direttore artistico e conduttore, Amadeus ha annunciato oggi al Tg1 la pubblicazione del Regolamento della 74 edizione del Festival di Sanremo (online dalle ore 12.00 del 10 luglio sul sito www.Sanremo.rai.it) in onda, in diretta su Rai 1, dal 6 al 10 febbraio 2024. A cambiare, spiega in collegamento dalla vacanza in montagna, sarà l’ordine di esibizione degli artisti durante le prime serate, la serata “cover”, la giuria e il numero degli artisti in gara. Nella prima serata si esibiranno i 26 cantanti in gara, mentre 13 saranno presenti nella seconda e altrettanti nella terza. Gli artisti non previsti in gara il mercoledì e il giovedì parteciperanno ugualmente allo spettacolo televisivo per introdurre le esibizioni degli altri. L’abbinamento tra gli Artisti “presentatori” e gli Artisti “interpreti” avverrà con un sorteggio pubblico, che avrà luogo durante le conferenze stampa giornaliere nelle giornate del 7 e dell’8 febbraio 2024.

Nella quarta serata verrà eliminato il limite di riferimento temporale per le cosiddette “cover”: i cantanti in gara, affiancati da un artista Ospite, interpreteranno una canzone edita – da loro individuata in accordo con il Direttore Artistico e con Rai – tratta dal repertorio italiano ed internazionale e pubblicata sino al 31 dicembre 2023. Le cover potranno comprendere brani da loro stessi precedentemente pubblicati. Gli Artisti che parteciperanno già alla gara del Festival, in coppia tra loro (o in team più ampio) come “sodalizio artistico” formato per l’occasione, potranno non avvalersi della presenza dell’Ospite.

Le interpretazioni-esecuzioni della quarta serata saranno parte integrante della gara. Si confermano tre le giurie che determineranno le classifiche della competizione, esprimendo il loro voto secondo l’attuale Regolamento, ma al Televoto e alla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web si aggiunge una Giuria delle Radio. Scompare dunque la Giuria Demoscopica che sarà sostituita da una Giuria delle Radio, formata da emittenti radiofoniche, nazionali e locali, individuate secondo criteri di rappresentanza dell’intero territorio italiano. Per quanto riguarda il numero dei campioni in gara, Sanremo 2024 prevederà 26 cantanti (compresi i 3 finalisti di Sanremo Giovani). Durante la Prima Serata le 26 canzoni in gara verranno votate dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni in classifica. Nel corso della seconda e della terza serata le 13 canzoni in gara saranno invece votate dal pubblico attraverso il Televoto e dalla Giuria delle Radio. I due sistemi di votazione in Serata avranno un peso percentuale così ripartito: Televoto 50%; Giuria delle Radio 50%. Anche in queste serate verrà comunicata la classifica delle prime 5 posizioni. Nel corso della Quarta serata, la serata-evento dedicata alle Cover, i 26 Artisti in gara saranno votati da tutte e 3 le Giurie: dal pubblico con il Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e dalla Giuria delle Radio.

I tre sistemi di votazione avranno un peso percentuale sul risultato complessivo della votazione così ripartito: Televoto 34%: Giuria della Sala Stampa, Tv e Web 33%, Giuria delle Radio 33%. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni e l’Artista primo classificato sarà decretato “vincitore della serata”. Nella finalissima, la Quinta Serata, verranno reinterpretate nuovamente tutte le 26 canzoni in gara, votate dal pubblico attraverso il Televoto. Sarà comunicata al pubblico la classifica generale delle 26 canzoni/Artisti determinatasi al termine della precedente quarta serata e al termine della quinta serata verrà elaborata una nuova classifica generale delle 26 canzoni/Artisti.

Il pubblico, tuttavia, conoscerà solo le prime 5 canzoni/Artisti della nuova classifica generale. Dopo la riproposizione dei brani interpretati dai primi 5 classificati le votazioni precedenti verranno azzerate e si procederà a una nuova votazione da parte delle tre giurie (Televoto, Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e Giuria delle Radio) che avranno un peso percentuale sul risultato complessivo così ripartito: Televoto 34%: Giuria della Sala Stampa, Tv e Web 33%; Giuria delle Radio 33%. La canzone/Artista con la percentuale di voto complessiva più elevata ottenuta in quest’ultima votazione verrà proclamata vincitrice di Sanremo 2024. Quello che invece non cambia – conclude Amadeus – è la filosofia del Festival: “Sanremo si Ama”.

Advertisement

Esteri

Georgia, si schianta aereo militare turco: Ankara conferma la morte dei 20 soldati a bordo

Tragedia nei cieli della Georgia: Ankara conferma la morte dei 20 militari turchi a bordo del cargo C-130 precipitato. Indagini congiunte tra Turchia e Georgia sulle cause dell’incidente.

Pubblicato

del

Ankara ha confermato la morte dei venti soldati turchi che si trovavano a bordo dell’aereo cargo militare C-130precipitato ieri nell’est della Georgia.

Il Ministero della Difesa turco ha diffuso i nomi e le fotografie delle vittime, definendoli “eroici compagni d’armi diventati martiri l’11 novembre 2025”. Il comunicato, riportato dalla televisione statale TRT, non contiene riferimenti alle cause dell’incidente, sulle quali è stata aperta un’indagine congiunta tra Turchia e Georgia.


Le indagini sul disastro aereo

Secondo quanto riferito da Ankara, una squadra di esperti turchi ha iniziato i rilievi sui resti dell’aereo alle 6:30 ora locale (le 4:30 in Italia), in coordinamento con le autorità georgiane.

Le operazioni di recupero sono ancora in corso nell’area montuosa dove il velivolo si è schiantato, una zona di difficile accesso a causa delle condizioni meteorologiche avverse.


Il cordoglio della Turchia

Il governo turco ha proclamato lutto nazionale per le vittime, che saranno ricordate con cerimonie militari a Ankara e nelle rispettive città d’origine.
«Onoreremo per sempre la memoria dei nostri soldati caduti in servizio», ha dichiarato il Ministero della Difesa.

Le autorità georgiane hanno espresso cordoglio per l’incidente, offrendo piena collaborazione alle autorità turche per chiarire le cause della tragedia, che ha scosso profondamente entrambi i Paesi.

Continua a leggere

Economia

Stretta sugli statali morosi: dal 1° gennaio pignoramenti in busta paga per chi deve oltre 5mila euro al Fisco

Dal 1° gennaio scatta la stretta sui dipendenti pubblici con debiti fiscali superiori a 5mila euro: prevista una trattenuta fino al 14% dello stipendio. Protestano i sindacati.

Pubblicato

del

Dal 1° gennaio 2026 scatterà la stretta sui lavoratori pubblici che hanno debiti fiscali superiori a 5mila euro. Le amministrazioni dello Stato dovranno infatti verificare la posizione dei propri dipendenti con stipendi compresi tra 2.500 e 5mila euro, per individuare eventuali morosità nei confronti dell’Erario.

Finora i controlli venivano effettuati solo per pagamenti superiori a 5mila euro. Con la nuova norma – introdotta dall’articolo 144 del decreto legislativo n. 33 del 24 marzo 2025 – la platea si amplia e i tempi di intervento dell’Agenzia della riscossione si accorciano.


Trattenute fino al 14% dello stipendio

Per chi risulterà inadempiente, scatterà una trattenuta in busta paga pari a un settimo della retribuzione (circa il 14% del salario mensile) fino all’estinzione del debito. In pratica, un dipendente con 3.000 euro di stipendio vedrà trattenuti circa 210 euro al mese, mentre chi guadagna 4.000 euro ne perderà 280.

Per gli importi fino a 2.500 euro, il prelievo sarà pari a un decimo dello stipendio.


La protesta dei sindacati

Durissima la reazione della Uil Pa, che ha definito la misura “un attacco agli statali”. Secondo il sindacato, circa 180mila lavoratori pubblici rischiano di vedersi pignorare parte del salario.

“Lo Stato – denuncia la Uil Pa – si appresta a prelevare dai salari dei propri dipendenti che hanno debiti fiscali superiori a 5mila euro, mentre il resto dell’enorme montagna di crediti resta intoccato”.

La Uil cita i dati del Ministero dell’Economia: 22,8 milioni di contribuenti indebitati per un totale di 1.274 miliardi di euro non riscossi. Eppure la stretta, sostengono i sindacati, colpisce solo i lavoratori pubblici.


Obiettivo: recuperare 36 milioni di euro

Il governo punta a recuperare 36 milioni di euro nel 2026 grazie a queste nuove misure. L’intento dichiarato è rendere più efficace l’attività di riscossione, con procedure più rapide di pignoramento diretto delle somme dovute a titolo di stipendio o di indennità di servizio.

Non cambiano invece le regole per i fornitori della pubblica amministrazione, per i quali i controlli continueranno a scattare solo oltre i 5mila euro.


Come evitare la tagliola: sanare o aderire alla rottamazione

I dipendenti pubblici con cartelle non pagate hanno due vie per evitare il prelievo: regolarizzare i debiti o aderire alla “rottamazione quinquies” prevista dalla legge di Bilancio 2026.

Chi presenta domanda di adesione alla nuova definizione agevolata delle cartelle avrà la sospensione immediata delle procedure esecutive – compresi fermi, ipoteche e pignoramenti – e potrà sanare il debito in forma agevolata.

Le richieste dovranno essere inviate entro il 30 aprile 2026.

Continua a leggere

Economia

Manovra, verso un compromesso sulla tassa per gli affitti brevi: possibile aliquota al 23%

Nella manovra economica si va verso un compromesso sulla tassa per gli affitti brevi: aliquota al 23% invece del 26%. Meloni e Giorgetti frenano le richieste dei partiti: “Le modifiche si fanno a saldi invariati”.

Pubblicato

del

Un compromesso al 23% per la tassa sugli affitti brevi. È questa la mediazione su cui si muove il governo dopo il braccio di ferro interno alla maggioranza. L’aliquota potrebbe quindi fermarsi a metà strada tra l’attuale 21% e il 26%previsto inizialmente dalla manovra.

Sul tavolo anche nuove richieste politiche, come più fondi all’editoria, dopo le proteste delle associazioni di categoria, e il rafforzamento delle misure per le forze dell’ordine. Ma Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti restano inflessibili: “I soldi sono questi, le modifiche si possono fare ma a saldi invariati”.


Vertice a Palazzo Chigi: Meloni frena le richieste dei partiti

Nella mattinata di ieri, Palazzo Chigi ha ospitato un nuovo vertice di maggioranza con Meloni, Giorgetti, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e, in collegamento dalla Puglia, Matteo Salvini. La premier ha ascoltato le richieste dei leader:

  • Salvini ha rilanciato sulla rottamazione delle cartelle esattoriali e sulla sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile;

  • Tajani ha chiesto più fondi per editoria e polizia;

  • Lupi ha insistito su sgravi per studenti e partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali.

Meloni e Giorgetti, però, hanno ribadito il principio della sostenibilità: “Le risorse sono limitate: per aggiungere qualcosa bisogna rinunciare a qualcos’altro”.


Affitti brevi, l’ipotesi del 23%

Sul nodo centrale della tassa sugli affitti brevi, Tajani e Salvini spingono per mantenere l’aliquota al 21%, mentre Lupi propone incentivi per gli affitti lunghi. Giorgetti, pur definendo “legittime” le richieste, punta su una soluzione intermedia al 23%, ricordando che la misura serve a contrastare la riduzione degli alloggi disponibili e a sostenere l’equilibrio del mercato immobiliare.


Gli altri nodi: dividendi, crediti fiscali e “pace fiscale”

Il ministro dell’Economia ha aperto anche alla possibilità di allentare la stretta sui dividendi e sulla compensazione dei crediti fiscali, ma ha chiuso alla proposta della Lega di ampliare ulteriormente la “pace fiscale” includendo anche i contribuenti destinatari di avvisi di accertamento.
Gli spazi sono limitati – ha spiegato Giorgetti –: la misura costa già quasi 10 miliardi in più anni”.


I prossimi passaggi

Nel frattempo, i ministeri hanno presentato circa 80 emendamenti e i parlamentari della maggioranza quasi 400, che dovranno essere ridotti entro il 18 novembre. In vista un nuovo summit di governo per trovare un equilibrio tra richieste politiche e vincoli di bilancio.

Un’ipotesi discussa durante il vertice, secondo fonti governative, riguarda anche una imposta sostitutiva al 12,5% per la rivalutazione dell’oro, pensata per far emergere il metallo non dichiarato e reperire risorse aggiuntive.

Ma per ora la linea della premier resta ferma: nessuno scostamento, nessun nuovo debito.
La manovra da 18,7 miliardi deve restare in equilibrio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto