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Alcaraz batte Fritz e vola in finale al Six Kings Slam

Carlos Alcaraz è il primo finalista del Six Kings Slam in Arabia Saudita. Il numero uno del mondo batte Fritz 6-4, 6-2 e attende in finale il vincitore tra Sinner e Djokovic.

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Carlos Alcaraz è il primo finalista del Six Kings Slam, il torneo-esibizione in corso in Arabia Saudita che riunisce alcuni dei migliori tennisti del mondo. Lo spagnolo, attuale numero 1 del ranking ATP, ha superato con autorità Taylor Fritz (n.4) in due set, con il punteggio di 6-4, 6-2, in appena un’ora e dieci minuti di gioco.

Il giovane fuoriclasse murciano ha dominato il match sin dalle prime battute, imponendo ritmo e aggressività e non lasciando spazio di rimonta all’americano, mai realmente in grado di impensierirlo.

In finale contro il vincitore di Sinner-Djokovic

Alcaraz attende ora di conoscere il suo avversario nella finalissima, che uscirà dal duello tra Jannik Sinner e Novak Djokovic, protagonisti del secondo match della serata.
Una possibile sfida tra Alcaraz e Sinner, rivali e amici dentro e fuori dal campo, accenderebbe ulteriormente l’interesse del pubblico per questa esibizione di lusso, che rappresenta una sorta di antipasto della stagione 2026.

Il Six Kings Slam, ospitato in Arabia Saudita, si conferma così un evento capace di unire spettacolo, tecnica e rivalità sportive, portando il grande tennis mondiale nel cuore del Golfo.

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Sinner-Djokovic, vittoria netta: sarà ancora finale con Alcaraz a Riad

Jannik Sinner batte Novak Djokovic e raggiunge Carlos Alcaraz nella finale del 6 Kings Slam di Riad. Una sfida che rinnova la rivalità più emozionante del tennis mondiale.

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Come nel 2024, e come in tante altre occasioni recenti, la finale del torneo-esibizione “6 Kings Slam” di Riad metterà di nuovo uno di fronte all’altro Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, i due volti del tennis del futuro (e ormai anche del presente).

Sinner travolge Djokovic

L’altoatesino, numero 2 del mondo, ha battuto Novak Djokovic in due set secchi (6-4, 6-2), dominando la semifinale con sicurezza e lucidità. Una prestazione di altissimo livello, soprattutto nei turni di servizio e nei colpi di risposta, che conferma il grande stato di forma del tennista italiano.

Alcaraz supera Fritz e vola in finale

In precedenza, Carlos Alcaraz, numero 1 del ranking ATP, aveva sconfitto lo statunitense Taylor Fritz con lo stesso punteggio: 6-4, 6-2. Anche per lo spagnolo, una prova di forza netta sul cemento arabo.

Una rivalità che infiamma il tennis

Domani, dunque, un nuovo capitolo della sfida tra Sinner e Alcaraz, due giocatori destinati a segnare un’epoca. A Riad non ci sono punti ATP in palio, ma solo un ricchissimo montepremi: milioni di dollari per un’esibizione che ha il sapore di una finale Slam.

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Stadio al Caramanico, la Zes sospende il procedimento: slitta la Conferenza dei servizi decisoria

La Zes sospende il procedimento sullo stadio al Caramanico proposto da De Laurentiis. Slitta la Conferenza dei servizi decisoria: la mediazione tra Zes, Comune e patron del Napoli resta aperta.

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Il procedimento per il nuovo stadio al Caramanico è ufficialmente sospeso. Lo ha reso noto la Zes Campania, che ha comunicato lo slittamento della Conferenza dei servizi decisoria prevista per il 18 ottobre, rinviata a data da destinarsi.

«Procedimento sospeso» è la formula sintetica, ma dietro questa decisione c’è una complessa rete di motivazioni tecniche e politiche che ruotano intorno al progetto da oltre 300 milioni di euro voluto dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.

Le cause dello stop

La sospensione risale a settembre, quando De Laurentiis ha chiesto di presentare le proprie controdeduzioni alle criticità sollevate dal Comune di Napoli e dalla Città Metropolitana, guidate dal sindaco Gaetano Manfredi.
Il patron azzurro ha risposto punto per punto, rigettando le obiezioni ma dichiarandosi disponibile a recepire le modifichein sede di progetto esecutivo.

Nonostante questo, il procedimento si è arenato. Dietro la pausa potrebbe esserci, secondo alcune fonti, la volontà del presidente della Zes Giosi Romano di favorire un dialogo tra le parti, evitando rotture definitive e cercando un compromesso “in bonis” tra De Laurentiis e Manfredi.

Un’altra motivazione riguarda la riorganizzazione del Dipartimento per il Sud, che include anche la Zes: una fase di transizione che potrebbe giustificare un temporaneo rallentamento.

Le posizioni in campo

Il sindaco Manfredi ha più volte sottolineato criticità tecniche e giuridiche del progetto. Tra queste, la titolarità dei suoli — che per il Comune appartengono all’ente pubblico — e la necessità di bonificare l’area del Macello, ricompresa nel Sin di Napoli Est.
Inoltre, l’area del Palazzetto dello Sport al Centro Direzionale, previsto dal progetto AreNapoli, ricade nella stessa zona individuata per lo stadio. AreNapoli, però, ha già ottenuto la concessione edilizia.

De Laurentiis, nelle sue controdeduzioni, è stato netto:

«La dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell’opera determina l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio».
In altre parole, se il progetto sarà approvato, il Comune dovrà cedere i suoli.

Sul Palazzetto, il patron è altrettanto chiaro:

«Il nuovo stadio genererebbe benefici socio-economici e un incremento del Pil d’area superiore rispetto al progetto alternativo».

Il possibile precedente del Meazza

Dal Comune trapela prudenza. La linea di Manfredi resta quella di non chiudere la porta, ma di procedere solo «per ciò che è concretamente possibile».
Il sindaco, tuttavia, guarda anche all’esperienza di Milano, dove Inter e Milan hanno acquistato dal Comune lo stadio Giuseppe Meazza per investire 1,2 miliardi di euro nella riqualificazione.

«Se ci fosse un grande progetto di investimento e la volontà di investire sul Maradona da parte dei privati, noi saremmo a disposizione», ha spiegato Manfredi.
Un’apertura che potrebbe riaccendere anche il dossier Stadio Maradona, come alternativa o complemento al sogno del Caramanico.

La Zes e i numeri di una struttura in evoluzione

Intanto, la Zes Campania rivendica risultati importanti: 800 pratiche autorizzate, di cui 687 in 16 mesi, con investimenti per 3,7 miliardi di euro e 12.758 nuovi posti di lavoro stimati.
La riorganizzazione in corso, però, richiede tempo e nuove linee operative. E nel frattempo, il sogno di De Laurentiis per il nuovo stadio resta sospeso, in attesa di una decisione che potrebbe cambiare il futuro urbanistico e sportivo di Napoli.

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America’s Cup, svolta storica: nasce la partnership unica tra i team. Napoli prima città a ospitare due edizioni consecutive

Con il nuovo Protocollo dell’America’s Cup nasce l’America’s Cup Partnership, un consorzio unico tra Defender e Challenger. Napoli sarà la prima città a ospitare due edizioni consecutive, nel 2026 e nel 2027.

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Dopo 174 anni, l’America’s Cup cambia volto. A New York è stato approvato il nuovo Protocollo che ridisegna la governance e la gestione della regata più antica e prestigiosa del mondo.
Per la prima volta nella storia, i team partecipanti — incluso il Defender Team New Zealand e i sei Challenger — si sono uniti in un unico soggetto giuridico e commerciale: l’America’s Cup Partnership (Acp).

«Il cuore del Protocollo è un Accordo di Partenariato, strutturato affinché tutti i team lavorino collettivamente per il futuro beneficio e la gestione dell’America’s Cup», si legge nella nota ufficiale.

L’obiettivo è dare continuità all’evento e massimizzare i profitti commerciali, trasformando la Coppa da una competizione episodica a un sistema stabile e sostenibile.

Napoli al centro del nuovo format

Il nuovo corso prevede che la manifestazione resti nella stessa sede per almeno quattro anni, invece dei tradizionali due. E Napoli sarà la prima città a beneficiare di questa rivoluzione, ospitando due edizioni consecutive: nel 2026 e nel 2027.

Il mese prossimo nel capoluogo campano sarà presentata ufficialmente l’America’s Cup Partnership, con la partecipazione dei team aderenti. Intanto, prosegue la pianificazione sul campo: il sito di Bagnoli diventerà la base operativa della Coppa, con il villaggio regate, hangar e officine per le imbarcazioni ad alte prestazioni, le “Formula Uno del mare”.

«A Napoli — si legge nel comunicato — si sta sviluppando il programma generale dell’evento, inclusa la selezione delle sedi per le regate preliminari previste nel 2026 e nel 2027».

Sono previste almeno tre pre-regate per ciascun anno, un impegno logistico e sportivo senza precedenti per la città e per l’organizzazione.

Un format rinnovato e più spettacolare

Il nuovo format di regata prevede una fase a gironi della Louis Vuitton Cup, con match race e regate di flotta che coinvolgeranno tutti i team.
Dai risultati emergeranno i quattro migliori Challenger, che si affronteranno in semifinali e finali a eliminazione direttaper conquistare il diritto di sfidare Team New Zealand.

Un cambiamento che promette più gare, più spettacolo e maggiore visibilità internazionale per la competizione e per la città ospitante.

La roadmap e il tetto ai budget

Gli organizzatori hanno fissato la chiusura delle iscrizioni per i team al 31 ottobre 2025. Solo le squadre registrate entro tale data potranno entrare nella governance dell’Acp.

Sul piano economico, il Protocollo introduce un tetto massimo di 75 milioni di euro per team, per rendere la competizione più equilibrata e accessibile, mantenendo al tempo stesso l’eccellenza tecnologica che contraddistingue la Coppa.

«L’America’s Cup è l’apice della vela, con innovazione e tecnologia nel suo Dna — ha dichiarato Grant Dalton, CEO di Team New Zealand — ma è stata a lungo gestita evento per evento, senza una visione di lungo termine. Ora nasce una struttura che potrà valorizzare tutto il potenziale commerciale e sportivo dell’evento».

Un futuro stabile e globale per la Coppa

L’America’s Cup Partnership fungerà da consorzio centralizzato per gestire e commercializzare ogni aspetto della manifestazione: dalla pianificazione logistica alla promozione, dai diritti televisivi agli sponsor internazionali.

Per Napoli, questa nuova formula rappresenta un’occasione storica. Non solo per ospitare il più grande evento velico del pianeta, ma anche per diventare il cuore del nuovo corso della Coppa America: più lunga, più stabile e più globale.

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