Al via, con la prova di italiano, gli esami di terza media che impegneranno complessivamente 560.932 alunni (554.798 interni e 6.134 esterni). I calendari e le prove sono predisposti, per le scuole medie, dai singoli istituti ma l’esame è tornato alla formula pre-covid, con tre scritti (italiano, matematica, lingue straniere) e un colloquio orale. Oggi, stando ad un sondaggio, la prima prova scritta è iniziata per ben 2 “licenziandi” su 3; a questi va aggiunto un altro quinto abbondante (22%) che partirà nel secondo segmento della settimana, vale a dire da giovedì 15 giugno in poi. Solo una minoranza – circa 1 su 6 – dovrà invece attendere la prossima settimana. Finiti gli scritti, si passerà agli orali, che dovranno comunque terminare entro il 30 di giugno. Quattro prove dunque – tre scritti e un orale – che fanno tornare l’esame in versione “pre-pandemia”. E che, per questo, sta agitando i sonni degli studenti: solo 1 su 10 manifesta una certa sicurezza.
Circa la metà mantiene un atteggiamento “neutro”, di cauto ottimismo. Ma quasi 4 su 10 esprimono preoccupazione, sentendosi poco o per niente fiduciosi. A turbarli, in particolare, sono la prova di matematica ed il colloquio orale. Sebbene non sia più un passaggio obbligatorio, tante scuole hanno tuttavia deciso, per l’orale, di far preparare ai propri alunni la storica “tesina”: la dovranno portare più o meno 8 studenti 10 ma quest’anno, spesso, viene considerata l’elemento dell’esame da cui partire a scelta dello studente; poi la commissione potrebbe porre al candidato altre domande. Oggi, nel complesso, i temi sono sembrati fattibili agli studenti di terza media che si sono cimentati con la prova.
C’è chi ha scelto il tema descrittivo su una persona a lui cara, chi un testo argomentativo sul valore dell’amicizia, chi ancora una riflessione sull’importanza della Festa della Repubblica del 2 giugno, chi si è cimentato su web influencer e idoli calcistici prediletti. Nelle zone colpite da alluvione della Romagna sono iniziati gli esami di terza media solo orali e così sarà anche per l’esame di maturità. Una decisione – quella presa dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per quelle aree – che è stata criticata da alcune forze politiche e dai sindacati: oggi la Cisl Romagna chiede al ministro di rivedere la decisione, presa, sostiene, senza alcun confronto con il sindacato. Sul fronte dell’esame di Stato, che prenderà il via il 21 giugno, i sette ‘titoli’ per la prima prova scritta, italiano, sono pronti da alcune settimane e custoditi nel plico telematico che le scuole potranno aprire solo il giorno dell’esame. Anche per la maturità, superata la fase dell’emergenza sanitaria, torna alla normalità: sono due le prove scritte a carattere nazionale, decise cioè dal ministero, e un colloquio. E ci sono commissari interni ed esterni. Lo svolgimento delle prove Invalsi è requisito di ammissione, ma non c’è connessione fra i risultati e gli esiti dell’esame di Stato. L’unica deroga riguarda i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento il cui svolgimento non è requisito di ammissione all’esame. (