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Cronache

Afragola, rapina e stupro ai danni di una coppia: fermati due minorenni di Casoria

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Una notte di terrore per una giovane coppia che si era appartata in una zona periferica di Afragola, in via Ugo La Malfa, lo scorso 5 gennaio. Due rapinatori, in sella a uno scooter rubato, hanno assaltato i ragazzi, sottraendo loro pochi euro e un cellulare vecchio. Ma non si sono fermati.

Uno dei due malviventi è entrato nell’auto e ha stuprato la ragazza, mentre l’altro, armato di pistola, teneva il fidanzato immobilizzato puntandogli l’arma alla tempia. Secondo quanto emerso dalle indagini, lo stupro sarebbe stato un’azione estemporanea, forse finalizzata a dimostrare il proprio “prestigio” criminale. Durante la violenza, la giovane ha accusato un malore, ma i due aggressori hanno continuato senza pietà.

Nelle registrazioni audio, si sentono le suppliche disperate del fidanzato, costretto a rimanere immobile, minacciato di morte: “Se non ci stai, ammazzo il tuo ragazzo. Il primo colpo è per lui”. Per intimidire ulteriormente, l’autore dello stupro ha mostrato una pistola giocattolo, con un colpo già esploso nel tamburo.

Dopo l’incubo vissuto, i due ragazzi hanno trovato la forza di denunciare immediatamente l’accaduto, dando il via a un’indagine rapida e serrata.

INDAGINI E CATTURA DEI RESPONSABILI

Le indagini, coordinate dal pm per i minori Emilia Galante Sorrentino, sotto la direzione della procuratrice Patrizia Imperato, si sono concentrate inizialmente sulla tracciabilità del cellulare rubato. Gli agenti del commissariato di Afragola hanno individuato il ricettatore e da lì sono risaliti ai due autori del crimine.

Nella serata di venerdì scorso, i due giovani, C.O. di 18 anni e C.P. di 17 anni, entrambi di Casoria, sono stati convocati in Procura. Dopo un primo tentativo di negare ogni accusa, sono crollati e hanno confessato.

IL PROFILO DEGLI AGGRESSORI: UNA GENERAZIONE VIOLENTA

L’inchiesta riporta alla luce la grave emergenza giovanile che investe alcune aree della periferia napoletana. I due ragazzi, seppur incensurati, avevano già mostrato segnali di devianza: uno di loro era stato denunciato in passato per rissa e resistenza a pubblico ufficiale.

Entrambi hanno frequentato la scuola fino al secondo anno delle superiori e uno dei due aveva svolto lavori saltuari in edilizia. Tuttavia, il loro percorso di vita ha preso una deriva criminale che li ha portati a commettere una delle peggiori forme di violenza.

IL CORAGGIO DELLA VITTIMA E L’IMPORTANZA DELLA DENUNCIA

A rendere possibile la cattura dei colpevoli è stato il coraggio della ragazza, che ha trovato la forza di denunciare subitol’aggressione. Il suo gesto ha permesso alle forze dell’ordine di identificare e fermare i responsabili in poco più di un mese.

Lunedì mattina, i due giovani dovranno affrontare l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale per i minori. L’indagine proseguirà per accertare eventuali legami con ambienti criminali e chiarire ogni dettaglio della vicenda.

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La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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Traghettopoli, tra i beneficiari dei biglietti omaggio Tirrenia anche Beppe Grillo e il figlio

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Il comico non è indagato, ma il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta genovese. Tra i beneficiari dei biglietti gratuiti concessi dalla compagnia di navigazione Tirrenia, emergono anche Beppe Grillo, suo figlio Ciro e i coetanei coinvolti con lui nella vicenda giudiziaria per il presunto stupro di una studentessa italo-norvegese nella villa sarda del fondatore del Movimento 5 Stelle. Il loro nome compare nelle carte di “Traghettopoli”, la maxi inchiesta della Procura di Genova coordinata dal pm Walter Cotugno, che indaga su un presunto sistema di favori e biglietti omaggio nel mondo dei trasporti marittimi.

Nessun indagato, ma l’ombra del privilegio

Grillo e gli altri non sono indagati, ma la loro presenza nella lista dei beneficiari rappresenta un elemento significativo dal punto di vista politico e simbolico. A far rumore è il coinvolgimento di chi, come Grillo, si è sempre presentato come il paladino della legalità e della lotta ai privilegi della casta. Il momento è delicato per l’ex comico, già ai margini del suo stesso movimento dopo la rivoluzione voluta da Giuseppe Conte, che ha preso le redini del partito.

34mila biglietti omaggio in sei anni

Secondo gli investigatori, in sei anni le compagnie del gruppo Onorato avrebbero distribuito quasi 34mila biglietti gratuiti. Un dato che, secondo la Procura, dimostrerebbe l’esistenza di un “meccanismo corruttivo impressionante”, con coinvolgimenti in diversi settori delle forze dell’ordine, delle capitanerie di porto, di almeno due magistrati e funzionari pubblici. I beneficiari ricevevano i biglietti in cambio di presunti trattamenti di favore.

Achille Onorato si avvale della facoltà di non rispondere

Nell’inchiesta è indagato anche Achille Onorato, figlio dell’armatore Vincenzo Onorato. Il giovane imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, senza che sia stata richiesta alcuna misura cautelare nei suoi confronti. Il suo nome compare accanto a quelli di dirigenti e referenti del gruppo Onorato che avrebbero avuto ruoli centrali nella gestione del sistema dei biglietti.

Il precedente: il caso archiviato a Milano

Nei mesi scorsi il tribunale di Milano ha archiviato un’altra indagine che vedeva coinvolti Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per presunto traffico di influenze illecite. L’accusa sosteneva che Grillo, tra il 2018 e il 2019, avesse girato a tre parlamentari del Movimento richieste di aiuto da parte di Onorato, in cambio di contratti pubblicitari per promuovere la compagnia Moby sul suo blog. La Procura ha infine stabilito che non c’erano elementi sufficienti per procedere.

 

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Trovata morta la 23enne scomparsa a Bologna

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E’ stata trovata morta in serata la ragazza di 23 anni di cui era stata denunciata ieri la scomparsa a Bologna. La polizia aveva avviato indagini e ricerche. Non si esclude che si tratti di un gesto volontario, ma saranno fatti accertamenti.

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