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Addio alla Regina, anche i grandi del mondo s’inchinano

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Gli accessi sono ormai off limits, ma la folla interminabile messasi in coda per ore durante quattro giorni e quattro notti come ultimo atto di omaggio alla regina Elisabetta e’ destinata a defluire fino all’alba. La retroguardia piu’ estrema ha imboccato il varco di Southwark Park di corsa, col fiato in gola, per riuscire a cogliere – come nel caso di Sarah Westin, insegnante 44enne, giunta trafelata da Birmingham dopo due ore e mezza di treno in nome di una promessa fatta ai suoi scolari – la chance di entrare alla Westminster Hall prima della chiusura. E per sfilare di fronte al feretro della sovrana di una vita, accomiatatasi dalla storia l’8 settembre a 96 anni, 70 dei quali trascorsi sul trono del Regno Unito. Un Paese che – seppure non senza la cospicua eccezione di chi la monarchia non l’ama – sta sugellando il lungo addio alla figlia di Giorgio VI nel segno del tributo, dell’emozione, del ricordo. E di un silenzio crepuscolare da osservare compatti al rintocco del Big Ben alle otto di sera. L’ora in cui il saluto del popolo a Sua Maesta’ – ringraziato per iscritto da re Carlo in serata con un messaggio pubblico alle “innumerevoli persone che in questi 10 giorni” hanno “profondamente toccato” la Royal Family con il loro “sostegno e conforto” – cede il passo al primo appuntamento collettivo dell’ossequio ufficiale e solenne dei potenti della Terra, circa 500 dignitari provenienti dai ogni latitudine per onorare una donna che nel 1952 indosso’ a 26 anni la corona in un pianeta laddove i vertici degli Stati erano ancora occupati tutti da uomini, come ha ricordato la neo regina consorte Camilla: una donna che nelle parole del commosso elogio londinese del presidente americano Joe Biden ha contribuito a lasciare dietro di se’ “un mondo migliore”.

Dignitari che domani chiuderanno il cerchio delle cerimonie funebri con le grandiose esequie di Stato predisposte nell’abbazia di Westminster, le prime da quelle concesse a Winston Churchill nel 1965 e le piu’ imponenti nella storia contemporanea del globo. Ma che gia’ in serata – nel programma previsto per i leader di piu’ alto rango, come Biden o Sergio Mattarella fra gli altri – sono chiamati a partecipare a un tradizionale ricevimento di benvenuto a Buckingham Palace, offerto da Carlo III, nuovo monarca e primogenito di Elisabetta, con Camilla al fianco. Occasione per scambiare scampoli di memoria, messaggi di condoglianze e sguardi sul futuro. Non senza qualche polemica geopolitica di sfondo. E qualche curiosita’ sulle fibrillazioni interne a casa Windsor: in testa il giallo sull’invito a Harry e Meghan. Un evento nel quale a Carlo, 74 anni e una lunghissima vita pubblica da erede alle spalle, tocca in ogni modo svolgere ora il ruolo di attore principale. Con i vertici politici dell’isola accanto, a iniziare dalla neo premier Tory, Liz Truss, costretta a debuttare sulla scena nel pieno di un passaggio epocale, oltre che di una crisi internazionale e interna sempre piu’ allarmante. Mentre a far rumore resta l’eco delle polemiche sugli inviti fatti o negati. Da quello confermato alla Cina, nella persona del vicepresidente Wang Qishan, malgrado le proteste sul “genocidio degli uiguri nello Xinjiang” denunciato di recente nero su bianco dal Parlamento britannico. A quello sparito dal tavolo al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, imbarazzante alleato del Golfo.

E soprattutto a quello rifiutato fin dall’inizio alla Russia di Vladimir Putin: esclusa al pari dei soli Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Siria e Venezuela. Un’esclusione, questa, che evidentemente brucia a Mosca, dove la portavoce Maria Zakharova non ha esitato ad accusare Downing Street di aver voluto “strumentalizzare una tragedia nazionale, che ha toccato i cuori di milioni di persone nel mondo per regolare qualche conto contro il nostro Paese”. E di agire in modo “profondamente immorale”, addirittura “blasfemo” nei confronti della stessa memoria di Elisabetta II. Toni che stillano irritazione, in un momento nel quale laguerra in Ucraina ha portato le relazioni fra Londra e Mosca a uno stadio da Guerra Fredda, se non peggio. Mentre a moltiplicare l’effetto dello schiaffo al Cremlino e’ il trattamento da capo dello Stato riservato dal Regno alla first lady ucraina Olena Zelenska: sfilata a Westminster Hall dinanzi al catafalco reale subito dopo la sosta con segno delle croce di Biden e della moglie Jill; ricevuta con tutti gli onori a palazzo per il banchetto serale; e incontrata a tu per tu prima di tutti da Kate, neo principessa di Galles e consorte dell’erede al trono. Nella cornice di un lutto riflesso nei rituali abiti neri che nella circostanza non sono parsi indossati solo in onore della morte di una regina.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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