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Cronache

Addio a Elio Scribani, firma del giornalismo napoletano

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Napoli piange la scomparsa di Elio Scribani, giornalista di spicco la cui penna ha scritto la storia del Mattino. All’età di 73 anni, Scribani ha perso la sua battaglia contro una lunga malattia, lasciando un vuoto nel mondo del giornalismo e nella comunità cittadina.

La carriera di Scribani è stata caratterizzata dalla sua dedizione alla cronaca nera e giudiziaria. Fin dai suoi primi passi nella professione al settimanale “Voce di Napoli”, diretto da Gianni Ambrosino e guidato da Orazio Mazzoni, si è distinto per la sua passione e impegno.

Il suo talento non è passato inosservato e Scribani ha presto ottenuto l’opportunità di lavorare al Mattino, dove ha ricoperto il ruolo di caposervizio fino al 2009. Durante la sua lunga permanenza nel giornale, ha firmato centinaia di articoli e inchieste, lasciando un’impronta indelebile sulla cronaca locale.

Schivo e riservato, Scribani era conosciuto anche per la sua generosità nel supportare i giovani colleghi che si avvicinavano al mondo del giornalismo e della cronaca. Sempre pronto a dare una mano, ha contribuito a formare nuove generazioni di giornalisti, lasciando un’eredità di passione e professionalità.

Anche dopo essersi ritirato dall’attività giornalistica, Scribani ha continuato a collaborare con diverse inchieste su Canale 21, dimostrando ancora una volta il suo impegno e la sua dedizione per la verità.

La scomparsa di Elio Scribani rappresenta una perdita profonda per il panorama giornalistico cittadino, ma il suo lascito rimarrà vivo attraverso i suoi articoli, le sue inchieste e l’impatto che ha avuto sulla professione. La sua firma rimarrà un simbolo di integrità e passione per tutti coloro che seguiranno le sue orme.

Napoli si unisce nel cordoglio per la perdita di un grande giornalista e uomo di spessore come Elio Scribani. La sua memoria continuerà a vivere attraverso la sua scrittura e l’influenza che ha avuto sulla comunità giornalistica e sulla società nel suo complesso.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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