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Cronache

Accusa di molestie sessuali ad uno dei due Capitani Reggenti dello Stato di San Marino

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Uno dei due Capitani reggenti, i due capi di Stato della Repubblica di San Marino, che rimangono in carica per sei mesi, e’ accusato da un’impiegata di Palazzo Pubblico di molestie sessuali. La vicenda che risale ai primi giorni di marzo, viene ampiamente riportata dal quotidiano sammarinese L’Informazione, secondo il quale uno dei due due Capitani Reggenti, Giacomo Simoncini (centro sinistra) poco meno che trentenne si sarebbe abbassato i pantaloni davanti ad un’impiegata. Simoncini e’ in carica insieme con il Reggente, Francesco Mussoni (Democrazia cristiana) fino all’1 aprile quando scadra’ il semestre di reggenza con l’elezione di due nuovi capi di Stato. Secondo quanto ricostruito la donna era stata convocata nell’ufficio di Simoncini, dove avrebbe trovato il Reggente intento ad armeggiare con la cerniera rotta dei pantaloni insistendo affinche’ la dipendente se ne occupasse, per poi denudarsi completamente. La dipendente si sarebbe prima rivolta ad un addetto alla Reggenza e la vicenda e’ stata quindi riferita al Governo. La donna si e’ poi rivolta ad un legale che avrebbe informato in via ufficiosa la magistratura annunciando la presentazione di una denuncia all’indomani del primo aprile, proprio per evitare imbarazzi alla piu’ alta carica istituzionali della Repubblica di San Marino. Ma prima ancora del Tribunale di Stato, ad occuparsi della vicenda secondo il sistema del Titano dovrebbe essere il Sindacato della Reggenza una sorta di tribunale del popolo istituito nel 1499 e che prevede che tre giorni prima della fine del mandato i cittadini possano esporre rilievi e denunce nei confronti dei Capi di Stato. “La violenza di genere e le molestie sessuali non sono goliardate, come spesso si vuole far credere – scrive in una nota l’Unione donne sammarinesi – sono abusi di potere che determinano conseguenze traumatiche anche pesanti sulla vittima, sono azioni aberranti che testimoniano la completa mancanza di rispetto per il corpo e la persona della donna, e che, come tali, devono essere punite con la massima severita’, una volta accertate. San Marino – conclude l’Uds – e’ tra i paesi che hanno sottoscritto la Convenzione di Istanbul, che stabilisce gli standard minimi per i governi in Europa nella prevenzione, protezione e condanna della violenza contro le donne e della violenza domestica. E’ ora che il Paese e le sue istituzioni dimostrino di prendere sul serio la gravita’ della violenza di genere, perche’ noi siamo stanche di subirla”.

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Cronache

Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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