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Cronache

Ponte Genova, lavori vanno nonostante caso Covid-19

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La volontà politica è proseguire con i lavori per il viadotto di Genova, il sindaco Marco Bucci e il presidente della Regione Giovanni Toti hanno ribadito che il cantiere non deve chiudere nonostante il primo caso di Covid-19 riscontrato su un operaio. Anche il consorzio dei costruttori, PerGenova, e’ pronto a mettere in atto tutte le misure necessarie. Ma la situazione e’ critica e i lavori rischiano di dover rallentare per forza di cose. L’operaio positivo al Coronavirus, che non ha piu’ febbre ed e’ ora isolato in cura in una camera d’albergo, e’ dipendente della Fagioli, una delle aziende con il maggior numero di addetti fra quelle in azione sul viadotto. Venti altri colleghi sono stati individuati come cerchia piu’ stretta del caso. La Asl – fanno sapere dalla struttura commissariale – decidera’ quanti dovranno essere sottoposti a quarantena. Secondo i sindacati le persone che rischiano la quarantena potrebbe essere fino a 50 unita’, e dopo i 100 lavoratori della Cossi, azienda valtellinese che aveva interrotto la propria attivita’ una decina di giorni fa, il cantiere dovra’ fare a meno di altre maestranze.

“Che ci sia un rallentamento e’ evidente ma la sicurezza delle persone e’ la priorita’”, ha affermato il sindaco e commissario Bucci. Nelle ultime ore gran parte delle lavorazioni e’ stata sospesa a causa del forte vento che soffia sulla vallata e nei prossimi giorni non e’ previsto il varo di campate. Oggi si sono susseguite le riunioni fra struttura commissariale, project manager, consorzio dei costruttori e sindacati. PerGenova, in accordo con la Asl, ha dato avvio a una sanificazione, ancora piu’ approfondita rispetto a quella effettuata nei giorni scorsi, negli spazi comuni, docce, mense, spogliatoi e mezzi di lavoro. E’ stato deciso, inoltre, di istituire un comitato per la salute e la sicurezza dei lavoratori con la presenza dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori della sicurezza che potranno entrare nel cantiere per tutte le verifiche e dialogheranno quotidianamente con la Asl: “Ci muoveremo subito – spiega il segretario generale della Filca Cisl Liguria Andrea Tafaria – sicurezza e salute sono prioritarie e monitoreremo ogni giorno la situazione affinche’ i lavori siano tutelati contro i rischi del contagio”. Sempre dai sindacati e’ arrivato l’invito a non correre a ogni costo: “Nessuno vorrebbe fermare il cantiere, il commissario ha pieni poteri per farlo andare avanti ma un rallentamento sara’ comunque imposto dai protocolli e noi esigiamo che vengano rispettati”, sottolinea Federico Pezzoli, segretario Fillea Cgil Genova. Il presidente della Regione Giovanni Toti ha avuto rassicurazioni anche su altri cantieri: “La ministra De Micheli ha assicurato che le grandi opere dove operano i commissari e gli interventi di protezione civile contro il rischio idrogeologico possono proseguire”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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