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Corona Virus

Coronavirus, 12 morti e 400 contagiati: i focolai di infezione isolati e tenuti sotto controllo

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Sono 400 i contagiati per il Coronavirus in Italia. Il dato aggiornato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. “Cominciamo con una buona notizia: i due cinesi a Roma sono guariti” ha detto  Borrelli. Che poi è passato alla elencazione di numeri. “Abbiamo 400 contagiati”.  I 400 contagiati sono conteggiati sulla base dei dati delle Regioni:

  • 258 sono in Lombardia,
  • 71 in Veneto,
  • 47 in Emilia Romagna,
  • 11 in Liguria,
  • 3 in Piemonte, Lazio e Sicilia,
  • 2 in Toscana,
  • 1 Bolzano.

“Non abbiamo informazioni ufficiali sui bambini contagiati: non so da dove escano queste informazioni. Quando le avremo ve le daremo” spiega  il commissario straordinario Borrelli. “Stanno verificando gli esperti dell’Iss, c’è un’attività in corso e aspettiamo che ci diano una conferma o meno quanto prima” sostiene Borrelli rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse un nuovo focolaio del coronavirus nel bergamasco, zona da cui provengono i tre risultati positivi in Sicilia. Quanto ai casi della Liguria, il Commissario ha sottolineato che “sono tutti quanti concentrati” si tratta di persone che “fanno parte di una comitiva, non credo che sia un nuovo focolaio”.

I tamponi verranno eseguiti non solo ai soggetti con sintomi del coronavirus “ma anche a chi ha avuto contatti con persone positive” ha sostenuto il Commissario Borrelli sottolineando che “c’è il massimo livello di attenzione”. “Quella dei tamponi è una misura già operativa – ha ribadito Borrelli – che non riguarda solo le persone che hanno i sintomi ma anche chi ha avuto stretto contatto con le persone positive: c’e’ il massimo livello di attenzione e concentrazione per isolare il virus”. “Da piu’ di venti giorni abbiamo i dati dei volontari e dei controlli che effettuano in porti e aeroporti: domani avremo oltre 3milioni di verifiche”. Lo afferma il commissario straordinario Angelo Borrelli nel corso di una conferenza stampa alla Protezione Civile.

Sono dodici le morti legate al coronavirus in Italia. Tutte le vittime sono tutte anziane e/o con patologie pregresse, in linea con gli studi epidemiologici finora effettuati. Ecco chi sono. Quando precisiamo che sono persone anziane o anche affette da importanti patologie, sembra che si manchi di rispetto a queste persone e di questo ce ne scusiamo. Ma non è così: è solo un modo per sottolineare che questo coranavirus si può combattere che se è vero che ci sono 12 morti è vero anche che ci sono centinaia di persone guarite.

  • * 21 febbraio – Adriano Trevisan, 78 anni di Vo’ Euganeo (Padova) è il primo morto in Italia . Era ricoverato da una decina di giorni all’ospedale di Schiavonia (Padova) con una diagnosi di polmonite. Poiché non era mai stato in Cina, solo pochi giorni prima del decesso gli era stato effettuato il test sul coronavirus , risultato positivo. Trevisan frequentava un bar del suo paese assieme a un amico a sua volta trovato positivo.
  • * 22 febbraio – Una donna di 75 anni residente a Casalpusterlengo, uno dei comuni della «zona rossa» del Lodigiano, muore il 22 febbraio. Fatale per la donna sarebbe stata una visita al pronto soccorso di Codogno nelle stesse ora in cui si trovava lì il cosiddetto «paziente 1», il trentottenne di Codogno da cui si ritiene sia partito l’intero contagio. Alla donna di Casalpusterlengo il tampone sul virus è stato eseguito post mortem.
  • * 23 febbraio – Angela Denti, 68 anni, di Trescore Cremasco (Cremona) muore all’ospedale di Crema. Aveva un quadro clinico molto compromesso: era ricoverata nel reparto di oncologia con una diagnosi di tumore e poco prima del decesso aveva avuto un attacco cardiaco. In seguito a una crisi respiratoria, era stata trovata positiva anche al coronavirus.
  • * 24 febbraio – Un uomo di 84 anni di Villa di Serio è morto a Bergamo, all’ospedale Papa Giovanni: era stato trasferito lì dall’ospedale di Alzano Lombardo con un quadro clinico già compromesso e positivo al coronavirus.
  • * 24 febbraio – Un uomo di 88 anni residente a Codogno è la quinta vittima del coronavirus in Italia. Il paese del Lodigiano ed è uno dei dieci centri inseriti nel «focolaio» dal decreto del ministero della salute e della Regione Lombardia.
  • * 24 febbraio – Un uomo di 80 anni, residente a Castiglione d’Adda (uno dei paesi della «zona rossa» lombarda) è morto all’ospedale Sacco di Milano. Giovedì era stato ricoverato per un infarto all’ospedale di Lodi. Inizialmente era stato ricoverato in rianimazione ma una vola risultato positivo al test, era stato trasferito a Milano.
  • * 24 febbraio – Un uomo di 62 anni residente a Castiglione d’Adda, è morto all’ospedale di Como. Anche Castiglione è uno dei comuni compresi nel focolaio del Lodigiano. Anche in questo caso si tratta di un paziente che soffriva già di altre di patologie cardiache e doveva sottoporsi a dialisi.
  • * 25 febbraio – Altri tre pazienti contagiati sono morti martedì, tutti in Lombardia. Sono un uomo di 84 anni, Aldo Cabrini, di Nembro (Bergamo), un altro di 91 anni di San Fiorano (comune della «zona rossa») e una donna di 83 di Codogno.
  • * 25 febbraio – Una donna di 76 anni, a cui era stato diagnosticato il coronavirus è morta nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Treviso. «Aveva altre gravi patologie» ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
  • * 26 febbraio – Un uomo di 70 anni è morto al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Parma. Si tratta di un paziente proveniente dall’ospedale di Piacenza ma che risiede in uno dei comuni della «zona rossa» lodigiana. Anche questo soffriva di altre gravi malattie.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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