“Il fenomeno dell’immigrazione è legato a quello criminale, se entrano 10, 100, 200mila persone che non lavorano e vengono da territori dove c’è fame, è chiaro che questo è un terreno fertile per la criminalità”. Il sostituto procuratore nazionale antimafia Cesare Sirignano, intervenuto a Roma ad un convegno (“La criminalità mafiosa straniera nel nostro Paese. Quale scenari futuri”) ha parlato dell’aumento esponenziale della criminalità straniera”, del traffico di stupefacenti e della tratta di esseri umani. Ci sono organizzazioni criminali nigeriane operanti in Italia che controllano un numero enorme di giovani donne, molte di queste sono poco più che bambine.”La società civile deve reagire di fronte allo sfruttamento di queste ragazzine africane poco più che dodicenni, fatte approdare in Europa e quindi anche in Italia per alimentare il mercato della prostituzione dopo essere state ingannate con false promesse da reclutatori spregiudicati e violentate da carcerieri in Libia” ha ricordato Sirignano. Per il magistrato napoletano che ha fornito un apporto fondamentale nel ridurre ai minimi termini lo strapotere militare mafioso casalese quand’era pm alla procura distrettuale antimafia di Napoli ed oggi impegnato nella lotta alle mafie straniere alla Dna, si tratta di un “problema di cultura delle libertà personali e di difesa di valori in cui bisogna credere sempre senza distinzione di alcun tipo”.
All’evento, organizzato dall’associazione “7 Colonne” nell’aula Unità d’Italia della Corte di Appello e aperto dai saluti del presidente della Corte di Appello di Roma, hanno preso parte anche l’ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, il presidente dell’Osservatorio It e Sicurezza dell’Eurispes, Roberto De Vita e Fabio Iadeluca, sociologo e criminologo. “In Italia si sta registrando una escalation della criminalità straniera, in particolare albanese e nigeriana, – ha ricordato Sirignano – quest’ultima impegnata in particolare nella tratta di esseri umani, in particolare donne, che alimentano il business della prostituzione e della droga”. Agli studenti che hanno assistito al convegno, Sirignano ha spiegato come nel Nord Italia vengono reinvestiti in attività economiche legali i capitali illeciti delle organizzazioni mafiose. Poi ha focalizzato l’attenzione sull’infiltrazione dei gruppi criminali albanesi che, per esempio, secondo un rapporto della DIA e in base alle informazione in possesso della DNA “in Emilia Romagna è presente in tutte le nove province della regione, insieme con gruppi criminali stranieri come gli slavi, macedoni, romeni e cinesi”.
“La Procura nazionale – ha concluso Sirignano – opera per coordinare importanti indagini su mafie autoctone e straniere, è impegnata in tutte le sue articolazione a svolgere il necessario compito di acquisizione di conoscenze sui numerosi fenomeni criminali per consentire alle procure distrettuali di rafforzare l’azione di contrasto sui territori in cui si sono manifestati. La tratta di esseri umani è uno dei crimini più odiosi con cui bisogna confrontarsi e su cui concentrare le risorse e le competenze del nostro paese per aiutare le persone vulnerabili e individuare e fermare i trafficanti e i criminali”.
Si svolgeranno domani, alle ore 16 nella parrocchia di San Nicola di Castelvenere (Benevento) i funerali di Alessandra, la bambina di 4 anni morta in circostanze ancora da chiarire in un’abitazione di Tufino, in provincia di Napoli, nella notte tra il 14 e 15 dicembre dello scorso anno, dopo una caduta da una scala a chiocciola. Lo rende noto Alessandro Di Santo, sindaco di Castelvenere, dove la bimba risiedeva ufficialmente. Sulle cause, non del tutto chiare, della morte di Alessandra indaga la Procura di Nola.
Due zii della bambina sono stati iscritti nel registro degli indagati. A carico della coppia di coniugi, presso cui la piccola era stata collocata dai servizi sociali, si ipotizzerebbero i reati di maltrattamenti e omicidio colposo. La morte della bambina risale alla sera del 13 dicembre scorso e sarebbe stata provocata dalle ferite conseguenti a quella che si ipotizza sia stata una caduta accidentale dalla scala interna dell’abitazione. Sembra che in un primo momento le condizioni della piccola non fossero state considerate così gravi, ma quando sul posto sono giunti i medici del 118, per la bambina non c’è stato più nulla da fare. Due le telefonate fatte al 118 quella sera: nella prima si faceva riferimento a una broncopolmonite, nell’altra si citava invece la caduta dalle scale. “La nostra comunità – aggiunge il primo cittadino – si unisce commossa ai genitori e ai nonni della piccola Alessandra per la sua tragica scomparsa”.
Doveva essere una mattina di celebrazione e memoria quella di oggi a Lanciano, in occasione del 25 aprile. Invece, si è trasformata in tragedia quando una Lancia Musa ha travolto un gruppo dell’Anpi, che si stava dirigendo verso piazza Plebiscito per partecipare alla manifestazione organizzata dal Comune.
Un uomo di 81 anni muore sul colpo
Nell’incidente ha perso la vita un uomo di 81 anni, mentre altre tre persone sono rimaste ferite. Le loro condizioni non sono gravi, come ha comunicato la Asl Lanciano Vasto Chieti: al pronto soccorso dell’ospedale “Renzetti” sono giunti il conducente dell’auto, un uomo di 79 anni, e due donne. Si attendono gli esiti degli esami radiologici per valutare l’entità dei traumi. In assenza di lesioni significative, verranno trattenuti in Osservazione Breve.
Le indagini della Polizia: dinamica ancora da chiarire
La Polizia è al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Il conducente, fortemente provato, ha dichiarato di non ricordare nulla di quanto successo, se non di essere rientrato in auto dopo aver partecipato al momento celebrativo davanti al monumento agli Eroi Ottobrini. Al termine della cerimonia, i partecipanti si erano diretti a piedi verso il centro, percorrendo via del Torrione, dove l’auto ha improvvisamente sfrecciato tra loro a tutta velocità, travolgendo il gruppo.
Un dramma inaspettato che ha scosso profondamente la comunità di Lanciano proprio nel giorno della Festa della Liberazione.
È morto Nicola Rivelli (foto Imagoeconomica del 13 aprile del 2000), ex parlamentare e storico militante di Forza Italia. A comunicarlo è stato Fulvio Martusciello, coordinatore regionale del partito in Campania, che ha annunciato il decesso avvenuto a causa di un arresto cardiaco.
Un protagonista della Seconda Repubblica
Rivelli è stato una figura centrale nella prima fase di costruzione del centrodestra italiano. «È stato parlamentare in una fase cruciale per il centrodestra, quando si costruivano i nuovi equilibri della Seconda Repubblica», ha dichiarato Martusciello. «Ha partecipato con determinazione alla nascita del progetto politico che avrebbe portato Forza Italia a guidare il Paese».
Politico, artista, cittadino
Ma Nicola Rivelli non è stato soltanto un uomo di partito. «Napoli perde una figura poliedrica, capace di esprimersi in politica come nell’arte e nella vita civile», ha sottolineato ancora Martusciello, ricordando il contributo di Rivelli anche fuori dalle aule parlamentari. Uomo brillante e mai banale, con una visione capace di andare oltre il contingente, ha saputo guadagnarsi la stima anche al di fuori del perimetro politico.
Una presenza costante e leale
«Sempre coerente, sempre presente, sempre con noi, fino alla fine», ha detto commosso il coordinatore regionale. «La sua amicizia è stata per me un punto fermo. Lo ricorderemo sempre con affetto e gratitudine».