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Furti, rapine, sequestri di persona e violenze a casa di calciatori ma le raccontano e le commentano solo se succedono a Napoli

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Quelli che leggete di seguito sono reati (rapine, furti, sequestri di persona, sequenze da “arancia meccanica”) –  consumati in città importanti, che hanno per vittime calciatori e loro famiglie. A che serve? A ricordare a tutti noi che continuare a gettare benzina e fango su Napoli perchè hanno rubato lo stereo dall’auto incustodita della moglie di Piotr Zielinsky o perchè sono entrati ignoti a casa di Allan senza rubare nulla è solo un racconto parziale, fuorviante e poco edificante. Perchè? Perchè quanti su giornali e nei telegiornali si ostinano ancora a raccontare (forse perchè vogliono convincersene anche loro?) che adesso i calciatori importanti potrebbero decidere di non volersi più trasferire all’ombra del Vesuvio  preoccupati per la sicurezza loro e soprattutto di mogli e figli dicono solo fesserie. E siccome anche nei racconti, nel racconto del reale, occorre un poco di serietà, abbiamo deciso di raccontarvi quanto accade altrove (senza commenti), senza che alcun commentatore si avventuri in commenti da tregenda. È vero che qualche giornalista idiota (intendiamo dire: da ricovero) ha scritto anche che Napoli è pericolosa quanto Raqqa (già capitale dello Stato Islamico) o Tijauna (la città dei cartelli della droga messicana) ma pensavamo fosse qualche caso patologico. Invece ogni tanto riemergono le voci di commentatori qualunquisti e luogocomunsiti che pontificano su notizie fasulle, le rimestano nella fanghiglia e provano a inverare loro pregiudizi. Ma queste cose uno non si aspetta di vederle o leggere su testate giornalistiche. Perchè a questi qualunquisti noi di juorno.it chiediamo di ragionare. È difficile, ma bisogna pur farlo. Ecco alcuni episodi simili (noi diciamo simili ma sono molto peggio) a quelli accaduti alle famiglie di Allan  e Zielinsky.

Siamo alla fine di ottobre quando a Vinovo, Torino, all’interno del parco residenziale dove abitano molti calciatori della Juventus, blindato e protetto dalla security, Claudio Marchisio, ex calciatore della Juventus e della nazionale italiana, subisce una violenta rapina. Cinque persone entrano in casa con il volto coperto da un passamontagna forzando una porta-finestra: armati di pistola costringono Marchisio e sua moglie ad aprire la cassaforte e portano via denaro, abiti e gioielli. Silenzio. Non abbiamo letto commenti sulla pericolosità di Vinovo e sul fatto che molti calciatori della Juventus legittimamente potrebbero avere paura di una irruzione di un commando armato a casa loro. Niente, silenzio.

                   

 

Torino, poco prima dell’estate i ladri entrano in casa di Federico Bernardeschi, attaccante della Juventus. Con un palo di ferro buttano giù la porta blindata della sua abitaizone in collina ma poi vengono messi in fuga dalle urla della fidanzata del calciatore. Per fortuna questi animali sono scappati via. Non osiamo immaginare che cosa sarebbe potuto accadere se avessero deciso comunque di entrare. E sapete perchè non abbiamo osato immaginarlo? Perchè non è successo. Dunque servirebbe solo ad alimentare un clima di terrore ed insicurezza a Torino. Che è una bella città, un quarto di Napoli per residenti, ma purtroppo piena di problemi di criminalità comune e organizzata.

Milano, brutta sorpresa per Ivan Perisič: al ritorno dalle qualificazioni per gli europei 2020 con la sua Croazia, il campione dell’Inter e la moglie tornando a casa, al 19. piano della prestigiosa torre del Bosco verticale, si sono accorti di uno strano furto. Dall’abitazione mancavano tre orologi di valore, almeno 80 mila euro, ma la porta non risultava forzata. Il calciatore ha sporto denuncia. C’era tutto sottosopra. Mancavamo questi orologi preziosi. Brutta storia. Avete letto qualcosa? Avete ascoltato commenti sulla pericolosità di vivere a Milano per i calciatori? Per fortuna no. Negli studi televisivi davanti al boschetto dei drogati di Rogoredo, silenzio tombale.

Roma, Sergej Milinkoviç Saviç ha subito il furto della sua nuova auto, una Fiat 500 Amarth che era parcheggiata fuori casa. Il centrocampista serbo era in trasferta con la Lazio quando i ladri entrarono in azione.

Per non parlare di quello che avviene in Spagna:  una ventina i furti e le rapine anche violente subite dai calciatori negli ultimi mesi. L’ultima disavventura da paura in ordine di tempo è capitata al nostro Marco Borriello. Un assalto a mano armata nella sua villa di Ibiza: i rapinatori che hanno terrorizzato i domestici ed hanno portato via 10 mila euro in contanti dalla cassaforte e due Rolex. Bel bottino.

Tutte queste azioni delittuose, secondo gli investigatori, sarebbero opera di bande dell’Est europeo che si informano sui social o seguendo i campionati per capire quando i calciatori in casa non ci sono ma ci sono i loro familiari, mogli e bambini. È facile prenderli di mira già che hanno una vita anche troppo pubblica.

A Madrid, nel lussuoso quartiere della Moraleja il 28 settembre scorso mentre il brasiliano del Real Madrid Casemiro giocava il derby, la sua  casa è stata svaligiata mentre  c’erano la moglie e la figlia del centrocampista, che per fortuna non sono state aggredite. Stessa sorte per il ghanese dell’Atletico Madrid Thomas Partey. Anche lui è finito nel mirino dei ladri nello stesso giorno. Dalla sua casa a Boadilla del Monte, a ovest di Madrid, sono stati portati via soldi e  preziosi dopo aver terrorizzato la donna delle pulizie.

L’altro madridista Lucas Vazquez a giugno , quando è andato in vacanza alle Baleari, ha avuto la casa svuotata. Una vicenda che ha provocato la reazione della moglie Macarena sui social: “Uno dietro l’altro – ha scritto- Quando saremo finalmente tranquilli?”.

Ad Alvaro Morata, ex Juventus, durante gli impegni con la sua nazionale l’estate scorsa hanno svuotato casa mentre c’era dentro sua moglie e i suoi due gemellini. Famiglia  terrorizzata.

È accaduto anche ad Isco, all’allenatore del Real Madrid Zinedine Zidane, a Karim Benzema e Rafa Varane. Derubati in casa.

A Barcellona, prima che tornasse in Italia, a Kevin Prince Boateng i ladri svuotarono la villa: bottino da 300 mila euro fra preziosi e denaro.

 

Anche a Londra non si sta così tranquilli, basta ricordare la brutta avventura vissuta dal calciatore tedesco Mezut Ozil, aggredito da alcune persone che volevano impadronirsi dell’auto in modo molto violento. Venne difeso dal collega Kolasinac mentre la fidanzata terrorizzata era nell’auto che volevano portare via. Ancora adesso i due calciatori hanno la scorta della polizia. Ve l’immaginate se dessero la scorta ad Allan? Non osiamo manco immaginarlo. Napoli sarebbe in prima pagina per settimane con l’equazione idiota Napoli-Gomorra-calcio.

E ad Allerton, tranquillo sobborgo di Liverpool, alcuni malintenzionati qualche settimana fa sono entrati in casa di Sadio Manè ed hanno portato via anche qui soldi, orologi e gioielli. Come l’hanno presa? Nulla. L’assicurazione pagherà i danni, Man ha raccontato il fatto. Nessun giornale ha detto che ora è difficile che qualche campione possa accettare di trasferirsi a Liverpool.

Sono solo alcuni episodi recenti che abbiamo voluto offrire anche ad alcuni commentatori improvvisati di cronaca nera che portati fuori da uno stadio e obbligati a parlare di qualcosa che è diverso dal racconto di 22 uomini in mutande che rincorrono un pallone, si perdono in scemenze senza senso e le infarciscono di pregiudizi, ignoranza e loro paure.

Voi ve l’immaginate se noi scrivessimo che Torino è pericolosa, nessun calciatore potrebbe non andarci perchè c’è la ‘ndrangheta sia in città che nello stadio e bazzica persino ambienti vicino alla società per tentare di inquinarla? Qualcuno ci manderebbe il 118 e chiederebbe un Tso. Ecco perchè a Napoli dovremmo smetterla di sopportare il racconto di una pericolosità che esiste almeno quanto nelle altre città.

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Pioli più lontano, forse è Conte il nuovo allenatore del Napoli

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La panchina del Napoli potrebbe presto vedere un cambio significativo con due grandi nomi del calcio italiano in lizza per il ruolo di allenatore capo: Antonio Conte e Stefano Pioli. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha un chiaro favorito tra i due: l’ex allenatore di Inter e Juventus, Antonio Conte, considerato l’uomo ideale per avviare un nuovo ciclo vincente al club.

Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, De Laurentiis è disposto a offrire a Conte un contratto triennale con un compenso sostanzioso e piena libertà di manovra sul mercato, nella speranza di sedurre il tecnico toscano, che sembra attendere offerte da club di maggior prestigio europeo.

Nonostante l’interesse per Conte, il Napoli non ha escluso altre opzioni. Stefano Pioli, che recentemente sembrava perdere terreno, rimane una valida alternativa. Anche Gian Piero Gasperini è stato menzionato come possibile candidato, sebbene per ora rimanga solo un’ipotesi.

Il Napoli, dopo una stagione al di sotto delle aspettative, è alla ricerca di un rinascimento che possa rinvigorire la squadra e riacquistare la fiducia dei tifosi. La rosa attuale è considerata competitiva, e Conte, se dovesse accettare l’incarico, ha richiesto di mantenere i giocatori chiave, ad eccezione di quelli in partenza come Zielinski e Osimhen.

Il futuro allenatore del Napoli avrà il compito di ripristinare il morale e ottimizzare le prestazioni di una squadra che, nonostante le difficoltà, lotta ancora per un posto nelle competizioni europee. La decisione finale sull’allenatore sarà probabilmente annunciata al termine della stagione, quando il club avrà un quadro più chiaro delle sue prospettive europee e potrà pianificare con maggiore certezza il futuro.

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Tennis, Masters 1000 di Madrid: Sinner troppo forte per l’amico Sonego

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Esordio vincente per Jannik Sinner al Masters 1000 di Madrid. L’altoatesino, n.2 del ranking e testa di serie n.1, nel derby azzurro con Lorenzo Sonego, si è imposto con un perentorio 6-0 6-3 in un’ora e otto minuti di gioco. Al terzo turno Sinner affronterà il vincente del match tra il russo Pavel Kotov e l’australiano Jordan Thompson.

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Cambi panchine e stagione no, la Salernitana saluta la A

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La retrocessione in serie B della Salernitana, sancita dalla sconfitta di questa sera per 3-0 a Frosinone, era sembrata, da tempo, un film dal finale già scritto. Ma ora che anche la matematica ha spazzato via le ultime speranze, l’amarezza e lo sconforto hanno preso il sopravvento perfino sulla rassegnazione. Dopo tre stagioni consecutive, Salerno saluta l’olimpo del calcio e si prepara a ripartire dalla cadetteria. Un epilogo che è diretta conseguenza di un’annata in cui nulla ha funzionato, e nella quale non è servito nemmeno cambiare quattro allenatori e due direttori sportivi per ritrovare la retta via. In difficoltà praticamente dall’inizio, la Salernitana ha probabilmente pagato (anche) il clima di grande confusione che si è creato sin dagli albori di una stagione sportivamente maledetta.

A giugno i contatti tra Paulo Sousa e il Napoli avevano acceso un primo focolaio, disinnescato a fatica e i cui strascichi si sono protratti nel tempo tra frecciate e veleni per un mercato che non è mai realmente decollato; a fine agosto, poi, i mal di pancia di Dia per la mancata cessione hanno lasciato intendere che qualcosa si stava per rompere. Il presidente Danilo Iervolino ha provato a rimescolare continuamente le carte ma senza riuscire a cambiare l’esito della partita. Gli avvicendamenti in panchina tra Paulo Sousa, Filippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono e il passaggio di consegue tra Morgan De Sanctis e Walter Sabatini non sono bastati per evitare la retrocessione.

A pesare è stato sopratutto il rendimento disastroso avuto nel 2024. Al giro di boa, infatti, i campani erano a soli due punti dalla zona salvezza. Ma la rivoluzione di mercato targata Sabatini (11 acquisti, tra cui gli esperti Boateng e Manolas) stavolta non è servita ad evitare il tracollo. Anzi. Nel nuovo anno la Salernitana non è mai riuscita a conquistare i tre punti, sprofondando all’ultimo posto e perdendo sempre più contatto dalla zona salvezza.

Fino ad arrivare all’epilogo di oggi allo ‘Stirpe’: Salerno torna in serie B. Alla proprietà, adesso, spetterà il compito di provare a rimettere insieme i cocci d’un vaso che è andato in frantumi, distruggendo un progetto sportivo che, soprattutto dopo lo scorso campionato (salvezza centrata con tre turni d’anticipo), sembrava destinato ad avere ben altre prospettive. Serviranno, adesso, nuova linfa e nuove idee, anche per onorare la passione di una piazza che è stata tra le poche note liete di questa annata fallimentare.

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