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Angela Merkel preoccupata

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Esportazioni tedesche a picco e Germania a un passo dalla recessione, con conseguente campanello d’allarme per l’Italia. La lettura finale del Pil ha certificato che la Locomotiva tedesca ha imboccato un binario morto, con una contrazione della crescita dello 0,1% nel secondo trimestre e un dato invariato su anno (+0,4%). A pesare e’ soprattutto la debacle dell’export made in Germany, motore dell’economia tedesca, che ha registrato un calo dell’1,3%, segnando la peggiore flessione da oltre 6 anni a questa parte. La battuta d’arresto era stata preannunciata da una pioggia di dati negativi dalle scorse settimane, ultimo in ordine di tempo il crollo della fiducia delle imprese, con l’indice Ifo precipitato ai minimi degli ultimi sette anni. E con previsioni di una contrazione della crescita anche nel terzo trimestre, la Germania si avvia verso una “recessione tecnica”. I colossi dell’industria tedesca, come ad esempio Henkel e Continental, non fanno mistero che la colpa per le difficolta’ della Germania in questo momento sia dovuta alla guerra dei dazi tra Usa e Cina. Ed il cosiddetto “danno collaterale” causato dallo scontro tra Washington e Pechino potrebbe anche ampliarsi, sottolineano gli analisti. Il Presidente Donald Trump ha infatti minacciato di imporre i dazi anche sulle importazioni di auto europee negli Stati Uniti, dopo aver definito l’Unione europea “peggio della Cina”. Per scongiurare questa eventualita’ la Cancelliera, Angela Merkel, ha sollecitato da Biarritz, dove si e’ tenuto il G7, l’avvio di “colloqui” tra l’Ue e gli Usa. I problemi della principale economia d’Europa si ripercuoteranno inevitabilmente su tutto il continente ed in particolare sull’Italia, visto che la Germania e’ il nostro primo partner commerciale. Nel 2018 l’interscambio economico tra i due Paesi ha raggiunto la cifra record di 128,4 miliardi di euro, +5,4% rispetto al 2017. Sempre l’anno scorso, secondo dati Istat, le esportazioni italiane verso la Germania hanno toccato quota 58,1 miliardi di euro (+3,8% rispetto al 2017) mentre il valore delle importazioni si e’ attestato a 70,3 miliardi di euro (+6,8% rispetto al 2017). Provando a gettare acqua sul fuoco, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha affermato qualche giorno fa che anche se l’economia tedesca si e’ indebolita, e’ ancora troppo presto per nuovi interventi. “L’attuale prospettiva e’ incerta, ma non vedo ragione per farsi prendere dal panico”, ha detto il numero uno della Banca centrale tedesca e membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, ridimensionando anche un futuro pacchetto di stimoli da parte della stessa Bce e mettendosi cosi’ ancora una volta in rotta di collisione col Presidente Mario Draghi, che sarebbe pronto ad intervenire con nuove misure straordinarie per rilanciare la crescita nell’Eurozona, come la ripresa del Quantitative easing. Il board della Bce si riunira’ il prossimo 12 settembre ed e’ atteso almeno un taglio dei tassi d’interesse sui depositi, attualmente a -0,4%. Nel frattempo, il 6 settembre, Moody’s esprimera’ il suo giudizio sul rating dell’Italia.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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Sconosciuti uccidono sette giovani nel sud dell’Ecuador

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Sette giovani, che la polizia sospetta facessero parte di una banda dedita al furto di veicoli, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da sconosciuti a Petrillo, località del sud dell’Ecuador. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, riferisce il portale di notizie Primicias, sei dei giovani, tutti fra i 15 e i 21 anni, sarebbero caduti in un’imboscata mentre stavano riportando una moto rubata al proprietario per incassare il riscatto. Il cadavere di un settimo giovane è poi stato ritrovato ore dopo poco lontano dal luogo del massacro. Gli inquirenti hanno comunicato che praticamente tutte le vittime avevano precedenti penali per furti di vario genere, ed in particolare di veicoli, formulando l’ipotesi che le persone che hanno sparato da un’auto sarebbero membri di una banda rivale o residenti del luogo stanchi delle ripetute estorsioni.

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