Collegati con noi

Cronache

Il Pg Fuzio spiega le dimissioni: messa in dubbio la mia onestà professionale

Pubblicato

del

Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio lascia l’incarico e ne spiega i motivi in un’intervista a La Repubblica. “Qualcuno ha messo in dubbio la mia lealta’ e onesta’ professionale, fino al punto di ipotizzare che avessi potuto celare le carte relative alle intercettazioni con Palamara. E questo era inaccettabile” dice. Fuzio ha deciso di farsi da parte subito “perche’ solo cosi’ la titolarita’ dell’azione disciplinare passa legittimamente nelle mani del procuratore aggiunto”. Il Pg compie “un passo indietro anche per rispetto e lealta’ verso i colleghi di Perugia e guadagnare la massima liberta’ nell’esercizio della mia difesa”. Fuzio non temeva un’azione disciplinare “perche’ il contenuto della conversazione con Palamara era gia’ a conoscenza del ministro della Giustizia, titolare con me del potere disciplinare. E perche’ non ho commesso nulla di male e saro’ in condizione di chiarire gli equivoci sui miei recenti rapporti con Palamara”. Rispetto all’aver parlato all’ex presidente dell’Anm, dell’inchiesta su di lui, dice che “qualsiasi mia dichiarazione sarebbe gravemente inopportuna” ma respinge “l’ipotesi di un mio coinvolgimento nell’attivita’ addebitata ai magistrati in sede disciplinare, ivi compreso Palamara”. Fuzio dice di non essersi reso conto del mercato delle nomine tra le correnti e “non mi sarei mai immaginato che potesse esistere il contesto che emerge dalle intercettazioni”. Aggiunge che “abbiamo contestato gli illeciti proprio per consentire che questo ‘mercato”‘ venisse sottoposto al giudizio della sezione disciplinare”. Per Fuzio “non e’ ammissibile che la scelta dei procuratori sia imposta dalla politica”. Lo spaccato delle relazioni pericolose tra componenti del Csm, altri magistrati ed esponenti politici “determina una forte mancanza di fiducia e, di conseguenza, ha prodotto anche la ‘furia’ verso la figura del Pg della Cassazione”. Infine un commento sull’ipotesi del sorteggio di Bonafede: “E’ uno dei sistemi che si erano ipotizzati. Al di la’ della sua costituzionalita’ o meno, credo che la ristrettezza del corpo elettorale abbia fatto raggiungere questo risultato per inerzia essendo falliti finora tutti gli altri sistemi”.(

Advertisement

Cronache

Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

Pubblicato

del

E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

Continua a leggere

Cronache

Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

Pubblicato

del

Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

Continua a leggere

Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

Pubblicato

del

Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto