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Milano

Sala e Zaia,”no ad amici degli amici in Milano-Cortina”

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La politica non metta le mani su Milano-Cortina. E’ in sostanza l’avvertimento degli amministratori delle citta’ e delle regioni che fin qui hanno messo da parte ogni rivalita’ partitica in nome del sogno olimpico e puntano innanzitutto sulla competenza nella selezione di chi guidera’ la macchina organizzativa dei Giochi invernali 2026. “Non tollerero’ che vengano chiamati gli amici degli amici. Servono i piu’ bravi”, ha messo in chiaro Giuseppe Sala, che prima di diventare sindaco di Milano, da commissario di Expo 2015, sperimento’ le insidie della corsa contro il tempo per recuperare ritardi accumulati da un’organizzazione condizionata dalla politica. “Servono manager industriali capaci di mettere in piedi una macchina operativa mostruosa”, ha aggiunto il governatore del Veneto, Luca Zaia, qualche carrozza piu’ avanti del sindaco sul treno di ritorno da Losanna. Come convengono gli amministratori coinvolti nella tandem lombardo-veneto, non guasterebbe nel curriculum del manager una minima esperienza della macchina pubblica, e deve essere disposto a un mandato lungo, i cambi in corsa sono rischiosi. Per il ruolo esecutivo di ad, il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, ha rivelato di avere gia’ in mente un “top manager”.

Secondo indiscrezioni, fra i nomi piu’ quotati ci sarebbe quello di Marzio Perrelli, ex banchiere di Goldman Sachs e Hsbc, attualmente vice presidente esecutivo di Sky Sport (proprio oggi è stato annunciato il nuovo Ceo di Sky Italia, Maximo Ibarra). Il Cio ha gia’ fatto capire che non c’e’ tempo da perdere, chiedendo la governance entro la fine dell’estate e definendo un’agenda di quattro appuntamenti nel 2019, il primo l’11 luglio. Per ora l’unica casella definita il presidente del comitato organizzatore, il n.1 del Coni Giovanni Malago’, che a Losanna oggi e’ stato applaudito dai colleghi del Cio durante il secondo giorno della sessione. Oltre ai nomi, c’e’ il nodo della la formula giuridica dell’ente che organizzera’ i Giochi occupandosi dell’aspetto sportivo, delle infrastrutture e della sostenibilita’ ambientale. “Non deve diventare un ufficio complicazione affari semplici”, ha detto Zaia, augurandosi che si approfitti dell’occasione per “pensare a un approccio nuovo” nei controlli che allo stato attuale “rischiano di bloccare il Paese”. Alla luce di Expo, l’idea della s.p.a. non convince Sala (“Vincola troppo”), che a Losanna si e’ preso le luci della ribalta anche quando ha marcato la distanza fra Milano e Roma. In una vittoria attribuita al ‘sistema Paese’, la Capitale rischia di passare come l’unica sconfitta, con il rimpianto della corsa ai Giochi 2024 abbandonata a meta’.

“Quel progetto era a spese dei romani”, ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio, convinto che su Tav e Olimpiadi ci sia “tutto il sistema contro il M5S”. Di sicuro e’ compatto l’asse Sala-Fontana-Zaia-Ghedina, che chiude le porte a un ritorno di fiamma di Torino e del Piemonte per le Olimpiadi. “E’ giusto che sul carro delle Olimpiadi ci siano tutti, ma il dossier e’ chiuso cosi'”, ha tagliato corto Zaia. “Voglio vedere adesso chi rinuncia alle sue gare, Milano no di certo – e’ lapidario Sala -. Mi e’ sembrata un’uscita strana quella del governatore Cirio: prima lavorare e poi parlare”. Cosi’ agli industriali di Torino e del Piemonte resta l’amaro in bocca per un evento che gia’ sta catalizzando entusiasmo (“Non si parla piu’ di spread e lettera Ue”, ha sorriso Zaia) e risorse, a cominciare dai 925 milioni di dollari in arrivo dal Cio. E’ stata invece una giornata positiva in Borsa per le societa’ di costruzione e del cemento, trainate da un progetto senza cattedrali nel deserto: 10 delle 14 sedi di gara sono esistenti (4 saranno ristrutturate), 3 sono temporanee e una sara’ costruita da zero. La macchina per i Giochi e’ partita.

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Cronache

Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Cultura

Da Picasso a Tim Burton, a Milano una mostra a settimana

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Da Pablo Picasso a Dolce e Gabbana, da Edvard Munch a Mike Bongiorno, fino al regista Tim Burton con il suo straordinario universo creativo. Sono quasi cinquanta le mostre in programma nel 2024 a Milano, a Palazzo Reale e nelle altre sedi del Comune, in pratica una a settimana a conferma di un’offerta varia. Il 2023 del resto è stato un anno da numeri record con oltre 3 milioni di visitatori nelle mostre e nei musei del Comune, mentre nelle sedi espositive delle mostre temporanee sono arrivati 1.475.776 visitatori (oltre il 40% in più rispetto al 2022).

Sono “dati positivi che non sono un punto di arrivo, ma uno sprone per proseguire con la collaborazione tra arte, turismo e mostre”, ha osservato l’assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi. Mentre il sindaco Giuseppe Sala ha parlato di “numeri che ci danno fiducia e ci permettono di rilanciare in modo convinto sul 2024”, ha sottolineato. Il 2024 e il 2025 saranno all’insegna dell’arte moderna e soprattutto contemporanea, protagonista assoluta del programma espositivo, nel segno del rapporto tra l’Italia e la Francia, tra Milano e Parigi, che inizia con il grande ritorno di Pablo Picasso.

Sono ben due le esposizioni a lui dedicate: una a Palazzo Reale da settembre, in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris, che seguirà il filo rosso del suo status di “eterno straniero” in Francia; e l’altra al Mudec, in collaborazione con i principali musei spagnoli e gli eredi di Picasso. In maggio, sempre a Palazzo Reale, l’artista Ercole Pignatelli reinterpreterà invece in chiave performativa Guernica, il capolavoro di Picasso, dipingendo nell’arco di sei giorni una tela della stessa dimensione, in occasione dei settant’anni dalla straordinaria esposizione di Guernica in Sala delle Cariatidi.

Ad inaugurare le mostre del 2024 sarà, il 24 febbraio, ‘Giuseppe De Nittis artista europeo’, la più completa monografica sul pittore che conquistò Parigi, con in esposizione ben 90 opere. Da febbraio sempre a Palazzo Reale è in programma una mostra dedicata a Brassaï, il fotografo ungherese di nascita e francese d’adozione con immagini iconiche dal 1930 al 1958. Grazie alla collaborazione con la Francia dal 19 marzo aprirà sempre nella stessa sede ‘Cézanne e Renoir. dalle collezioni del musée d’Orsay e dell’Orangerie’. E nasce da una collaborazione con il musée d’Orsay e con il Getty Museum di Los Angeles la monografica di Paolo Troubetzkoy in programma nel 2026 alla GAM-Galleria d’arte moderna. Dall’arte alla moda con la mostra ‘Dal cuore alle mani. Dolce e Gabbana’ che animerà Palazzo Reale ad aprile, mentre nel 2025 sarà la volta di Dalì e il suo legame con la moda. In concomitanza con i 70 anni della Rai a settembre spazio, a Palazzo Reale, all’esposizione che ripercorre la vicenda personale e professionale di uno dei suoi principali protagonisti, Mike Bongiorno, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Mostra del centenario anche per Enrico Baj, mentre l’anno di Palazzo Reale si chiuderà con Edvard Munch con opere provenienti dal Munch Museet di Oslo e una dedicata alla fotografia di Ugo Mulas.

Alla Fabbrica del Vapore nel 2024 arriverà il genio di Tim Burton con la mostra “Labirynth”, un viaggio nell’universo creativo del regista di Beetlejuice, Batman, Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas. Anche i musei civici contribuiscono alla proposta espositiva temporanea. Al Museo del Risorgimento, ad esempio, in occasione dei 100 anni dell’anniversario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, la Fondazione Anna Kuliscioff realizzerà in autunno, in collaborazione con le Civiche Raccolte Storiche, una mostra storico-documentaria per indagare a fondo la figura di Matteotti e la sua relazione con la città di Milano. Già in programma, invece, nel 2025 alla Gam-Galleria d’Arte Moderna di Milano la mostra dedicata a Giuseppe Pellizza da Volpedo, che dialogherà con il Quarto Stato, capolavoro protagonista della collezione permanente del Museo.

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Milano

A Milano Sala il più ricco in giunta, grazie alla pensione

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 Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è di gran lunga il più ricco fra i membri della sua giunta con un reddito imponibile che supera il mezzo milione (esattamente 511.437 euro). I redditi sono appena stati pubblicati sul sito di Palazzo Marino e mostrano come in un anno quello del primo cittadino sia aumentato di oltre il 450% rispetto all’anno precedente, quando era di 111.741 euro. Il motivo è che il sindaco, a lungo manager di spicco di grandi società, fra l’altro direttore generale di Telecom e ad di Pneumatici Pirelli, è andato in pensione. Al secondo posto dietro Sala nella classifica dei redditi è l’assessore al Bilancio Emmanuel Conte con 364.100 euro (in aumento rispetto ai 270.029 dello scorso anno).

Terza l’assessore allo Sviluppo economico Alessia Cappello con 110.424 euro, seguita dalla vicesindaco Anna Scavuzzo con 101.055 euro. L’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi è l’unico ad avere avuto una diminuzione del reddito pur minima: è infatti passato da 103.150 euro del 2022 a 98.015. Tommaso Sacchi alla Cultura ha un reddito di 94.134 euro, Piefrancesco Maran alla Casa 89.331, l’assessora ai Trasporto Arianna Censi 88.103 euro. Tutti intorno agli 87mila euro i redditi degli altri assessori: quello alla Sicurezza Marco Granelli (87.920), quella all’Ambiente Elena Grandi e allo Sport Martina Riva (entrambe 87.581) e, ultima Gaia Romani con 87.091 euro, comunque in netto aumento rispetto ai 18.649 dell’anno precedente. Gli aumenti dei redditi sono in parte l’effett

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