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Cronache

Migranti:Sea Watch verso Lampedusa. Salvini: sarà sequestrata

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Nella tarda mattinata, dopo aver stazionato per ore in acque di ricerca e soccorso libiche, la Sea Watch 3 cambia rotta e punta decisamente verso Nord: Lampedusa e’ la destinazione piu’ vicina. Ed il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, firma subito una nuova direttiva “preventiva” invitando le autorita’ di polizia ad intimare l’alt alla nave umanitaria nel caso puntasse ad entrare nelle acque italiane. “Ha chiesto alla Libia il porto sicuro, li faccia sbarcare li'”, attacca il ministro. “Tripoli non e’ un porto sicuro, sarebbe un crimine portare li’ i naufraghi”, replica la ong tedesca. Ed e’ l’ennesimo braccio di ferro, con il titolare del Viminale che ribalta l’accusa delle procure nei suoi confronti imputando a Sea Watch il reato di sequestro. La ong mostra una comunicazione ricevuta in mattinata dalla “Libyan navy coast guard”: “secondo le regole il Pos (Place of safety, il porto sicuro, ndr) dove prendersi cura dei bisogni urgenti dei soccorsi a bordo – si legge – e’ Tripoli”. Ma il comandante non ci sta e risponde ricordando che la nave “batte bandiera olandese ed e’ obbligata ad aderire alle leggi olandesi ed internazionali riguardanti la ricerca e soccorso di persone in mare”. E secondo le norme, “noi siamo obbligati a trasportare le persone soccorse in un posto sicuro”; ma un posto come la Libia dove “le persone soccorse sono sotto una fondata minaccia di persecuzione o maltrattamento non puo’ essere considerato un porto sicuro secondo la legge internazionale del mare”. Dunque, aggiunge, “non possiamo sbarcare le persone soccorse in un porto libico ne’ ad un’altra nave diretta in Libia”. Scatta l’ira di Salvini. “Sea Watch non vuole portarli in Libia? Allora – intima – spieghi perche’ ha chiesto a Tripoli un porto sicuro. E perche’, dopo la risposta positiva, ha atteso per ore davanti alla costa africana. Aveva il via libera allo sbarco, l’atteggiamento della Sea Watch sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici. Polemizza col Viminale sulla pelle degli immigrati”. Firma quindi l’ennesima direttiva “ad navem” invitando le autorita’ di polizia ad ordinare il divieto di ingresso nelle acque italiane alla nave che sarebbe considerato “non inoffensivo”, visto che sarebbe finalizzato al “preordinato trasferimento in Italia di migranti in condizione di irregolarita’”, come avvenuto in occasioni precedenti. Se la Sea Watch 3 manterra’ la rotta attuale sara’ nelle prossime ore in vista di Lampedusa. Dall’isola motovedette di Guardia di finanza e Guardia costiera sono pronte a muoversi per intimare lo stop al limite delle 12 miglia dalla costa. Intanto, i legali della ong, Alessandro Gamberini e Leonardo Marino, vogliono querelare il ministro dell’Interno per aver “rilasciato, ancora una volta, innumerevoli dichiarazioni diffamatorie a mezzo stampa insultando la ong e l’operato della sua nave”. Le autorita’ libiche, sottolineano, “non hanno dato alcuna indicazione alla nave, la quale ha rispettato la vigente normativa internazionale che, come oramai noto, vieta il trasbordo e lo sbarco in territorio libico”. “Gli abusivi della ong mi querelano??? Uuuhh, che paura”, la sarcastica reazione di Salvini. E lo scontro continua.

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Scontro tra auto, morta una 33enne in viaggio con i due figli

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Ancora un incidente mortale sulle strade bolognesi. Poco prima delle 16, lungo la strada provinciale 61 in località Pian di Lama nel territorio di Monzuno, sull’Appennino bolognese, si è verificato uno scontro frontale tra due autovetture che provenivano da direzioni opposte.

Nel violento impatto è morta una donna di 33 anni, che viaggiava, a bordo di un’utilitaria Honda Jazz insieme ai suoi due figli: una ragazza di 18 anni e un ragazzino di 13 anni che sono stati accompagnati, dal 118, all’Ospedale Maggiore per accertamenti. Sono rimasti feriti, in modo più lieve, gli occupanti dell’altra vettura coinvolta, una Citroen C4. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri che sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Ieri, sulla Statale della Futa, aveva perso la vita un motociclista 76enne uscito di strada con il suo mezzo.

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Concertone sotto tono, funestato dal maltempo

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Oltre cinquanta artisti, ma i veri protagonisti del Concertone del Primo Maggio a Roma, eccezionalmente al Circo Massimo causa lavori in piazza San Giovanni in vista del Giubileo, sono stati la pioggia, caduta incessantemente fino alla sera, e il fango dell’antica arena. Nonostante i disagi, il pubblico non ha ceduto e con l’inizio delle esibizioni serali, le più attese, ha riempito il Circo Massimo. Chi si aspettava proclami e appelli, è rimasto deluso. Il Concertone non ha avuto grossi scossoni. Persino Morgan ha smussato ogni possibile polemica per essere stato sfumato durante la sua esibizione a favore dei tg. “È stato molto rock. Molto d’avanguardia”. L’unica stoccata sul palco la manda allo Stato, reo di non tutelare abbastanza gli artisti, e poi, dietro le quinte, è la volta di X Factor: “torno ma per distruggere tutto con la bomba atomica.

A Sanremo porterei invece una bomba musicale, perché c’è bisogno di far detonare l’energia musicale”. Il brivido c’è stato alle 15, quando la diretta ha preso il via. O meglio, ha cercato di prendere il via perché un forte acquazzone ha provocato problemi tecnici che hanno costretto a interrompere prima l’esibizione dei Bloom di Giusy Ferreri e poi quella dei Cor Veleno. Venti minuti di silenzio, con Ermal Meta, conduttore con Noemi e BigMama, che chitarra e voce ha improvvisato Hallelluja di Leonard Cohen, riuscendo nell’impresa di far smettere di piovere. Per poco, ma il tempo necessario per risolvere i problemi. BigMama, dal canto suo, ha voluto dedicare il suo monologo ai giovani. “Ci dicono sempre ‘non mollare, non ti arrendere, devi farcela’. Siamo figli di questa generazione che ha paura di non farcela.

Sbagliare non è mai qualcosa di umano, la media deve essere altissima. Invece dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso, ti fa ragionare su quanto credi nel tuo sogno, nella tua forza interiore. Io lo chiamo desiderio di rivalsa, la cosa più bella che ho”. Lo ha detto dal palco del Concertone. “Sbagliare è umano e fallire è prezioso. Sarà la vostra ambizione che muoverà il mondo. Credere nei propri sogni salva”, ha aggiunto. Noemi, invece, ha puntato i riflettori sulla condizione della donna. “Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro.

In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti”. E poi l’affondo: “In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figli, ma non si fa abbastanza per conciliare maternità e lavoro. E solo con l’indipendenza economica le donne possono difendersi dai soprusi e dalle violenze”. Dopo la prima parte, che ha visto esibirsi tra gli altri Malika Ayane, ex-Otago, Motta, Piotta, Leo Gassmann, il concerto è ripreso con l’immancabile Bella Ciao in versione Dance. Per lasciare poi spazio a Negramaro, Rosa Linn, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Achille Lauro. Tra i più attesi Geolier e Ultimo.

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Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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