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Camorra e scommesse nel mondo del calcio, fratello di un boss parla di un incontro con due calciatori: Izzo e Pisacane

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E’ tornato a parlare di un incontro finalizzato a “truccare” una partita di calcio a cui prese parte anche il giocatore del Cagliari Fabio Pisacane, Antonio Accurso, “pentito” di camorra, che oggi ha deposto nell’ambito del processo che vede nella veste di imputato, per frode sportiva e concorso esterno in associazione mafiosa, il giocatore del Torino Armando Izzo. Il fratello di Umberto Accurso (il leader dei cosiddetti “girati”, colui che sparo’ colpi d’arma da fuoco contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano dopo che le istituzioni gli tolsero, per proteggerli, i figli, ndr) ha risposto alle domande del pm Maurizio De Marco nell’aula 211 del Tribunale diNAPOLI. Di quell’incontro, pero’, a cui avrebbe preso parte anche Pisacane (che non e’ indagato) di cui aveva gia’ riferito in precedenza, gli inquirenti non hanno mai trovato riscontri. Antonio Accurso, come il fratello elemento di spicco dei “girati”, da qualche anno ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia. Nel corso dell’udienza ha anche rivelato di essere stato continuamente in contatto con il cassiere del clan, Giuseppe Corcione, quando era ancora faceva parte del gruppo camorristico. Corcione era colui che teneva a posto i registri, ha detto durante l’udienza, e anche colui si occupava degli stipendi ai detenuti. “Corcione aveva rapporti con Izzo”, ha detto Antonio Accurso rispondendo a De Marco, “…gli prestava l’auto…” ma “…le frequentazioni tra i due aumentarono dopo gli incontri avuti per combinare le partite”. Il sostituto procuratore ha poi chiesto al collaboratore di giustizia i dettagli del presunto incontro a cui avrebbe preso anche Pisacane: “Izzo venne una sera da solo e disse ‘vi ho portato Pisacane'”. Poco dopo, dice ancora Antonio Accurso, “ci fu un incontro con Izzo e Pisacane, e mio fratello mi disse che c’era la possibilta’ di scommettere”. Su questa circostanza, riferita in altre occasioni dal collaboratore di giustizia, gli inquirenti non hanno mai trovato alcun riscontro probatorio.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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